Fatica a prendere sonno? Ecco alcuni consigli per dormire meglio

Non riuscire a prendere sonno, addormentarsi subito ma svegliarsi più volte nel corso della notte, passare una notte insonne ecc. sono esperienze che sicuramente tutti abbiamo provato almeno una volta nella vita.

Ma se queste situazioni si verificano di frequente, allora si è di fronte a un serio problema per il quale occorre rivolgersi al medico.

Come può aiutarci il medico?

Il medico di famiglia, dopo un colloquio per individuare la causa del vostro sonno disturbato (per esempio, stress, problemi familiari, eccesso di responsabilità sul lavoro, errate abitudini durante la giornata, problemi di salute propria o di una persona cara ecc.), saprà fornire consigli o indicare le cure adatte a farvi ritrovare l’equilibrio nel sonno, per una migliore qualità della vita e soprattutto per la vostra salute cardiovascolare.

Qual è la giusta quantità di sonno per un adulto?

Per la buona salute in generale è importante sia la qualità del riposo sia la sua quantità.

Gli adulti che dormono meno di 6 ore al giorno raddoppiano il rischio di ictus cerebrale, infarto del miocardio e scompenso cardiaco. Ma lo stesso accade a quelli che dormono più di 8 ore al giorno, come confermano studi recenti. Tutti sanno che è importante la qualità del sonno e che dormire poco non è salutare, ma pochi sono al corrente del fatto che riposare troppo produce gli stessi effetti negativi di un sonno troppo breve. L’ideale per una persona adulta, quindi, è dormire non meno di 6 ore e non più di 8.

Dormire poco (oppure troppo) e male:

  •        interferisce con il metabolismo;
  •        favorisce il diabete;
  •        danneggia il sistema nervoso e, di conseguenza, cervello, cuore e intestino;
  •        aumenta i livelli del cortisone naturale prodotto dalle ghiandole surrenali, la pressione del sangue, la frequenza cardiaca, tutti fattori che favoriscono l’insorgere precoce di malattie cardiovascolari.

Che cosa bisogna fare quando non si riesce a prendere sonno?

Alcuni esperti hanno cercato di individuare i comportamenti più frequenti che disturbano il sonno e hanno fornito dei suggerimenti per contrastare l’insonnia.

Ecco i principali:

  1. Andare a dormire e svegliarsi alla stessa ora ogni giorno, anche durante il fine settimana e le vacanze, per non alterare il ritmo circadiano veglia-sonno.
  2. Se non si riesce ad addormentarsi entro quindici minuti, non ostinarsi a rimanere a letto, ma alzarsi, fare un bagno caldo, leggere un libro, ascoltare la musica, o fare qualche altra attività rilassante.
  3. Gestire lo stress, liberando la mente dai pensieri preparando, prima di coricarsi, una lista delle cose da fare l’indomani e che si ha il timore di dimenticare.
  4. Abituarsi a compiere gesti che preparano il sonno attraverso un rituale che fa capire al corpo che è l’ora di andare a dormire.
  5.  Rendere la camera da letto adatta al sonno: essa deve essere fresca, silenziosa, buia. Utilizzare all’occorrenza tappi per le orecchie o maschera per gli occhi.
  6. Non permettere agli animali di invadere il vostro letto senza regole.
  7. Non bere alcolici prima di coricarsi; infatti, dopo l’iniziale effetto sedativo che dura poche ore, l’alcol provoca risvegli continui che impediscono soprattutto la fase REM, la più profonda del sonno, e subentra l’insonnia. Anche la caffeina e la nicotina sono da evitare, perché il loro effetto eccitante dura per diverse ore e può rovinare il sonno.
  8. Non andare a letto a digiuno o troppo sazi. Non bere troppo la sera, altrimenti si corre il rischio di dover andare in bagno più volte durante la notte.
  9. Non utilizzare smartphone, tablet, computer portatili, poiché le onde blu emesse dagli schermi dei dispositivi elettronici interferiscono con il regolare addormentamento.
  10. Non esagerare con il sonnellino pomeridiano: esso non dovrebbe durare più di mezz’ora.
  11. Fare attività fisica regolarmente durante la giornata, ma non la sera, perché potrebbe caricare il corpo di energia e impedire l’addormentamento.
  12. Non assumere farmaci antistaminici, perché a lungo termine causano problemi d’instabilità e peggiorano le capacità cognitive la mattina seguente.
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