Mente allenata per ritardare l’invecchiamento

Lo stile di vita e le malattie presenti e passate influiscono fortemente sul deterioramento delle proprie capacità cognitive: è la conclusione alla quale si è giunti dopo aver studiato per diversi anni un elevato numero di persone nella fase di età avanzata (70-90 anni). Da ciò l’importanza di tenere sempre allenato il cervello per prevenire il declino cognitivo.

Abbiamo chiesto chiarimenti in merito alla dottoressa Lidia Rota, presidente di ALT (Associazione per la Lotta alla Trombosi) e autrice per Humanitas News.

A che età il cervello comincia a invecchiare?

È del tutto fisiologico che a partire dai trent’anni i neuroni del cervello comincino a degenerare e a perdere le sinapsi, ossia le connessioni tra di loro che determinano la capacità di apprendimento e di memoria”, spiega la dottoressa Rota.

Ci sono elementi che possono incidere sul progressivo invecchiamento cognitivo?

La presenza di malattie croniche ed errati stili di vita accelerano questo declino cognitivo.La depressione, il livello dei grassi nel sangue, la predisposizione individuale su base genetica (mutazione dell’APO-E), la pressione alta insorta intorno ai sessant’anni o prima, precedenti infarti o ictus cerebrali o altre malattie delle arterie, si sono confermati tutti fattori di rischio per l’insorgenza di demenza di grado superiore all’atteso rispetto all’età”, afferma la dottoressa.

In quale modo si può contrastare il decadimento mentale?

Allenare la mente può prevenire di molto l’invecchiamento del cervello e il declino cognitivo, perché più si stimola la mente più si creano nuovi circuiti cerebrali che compensano quelli persi con l’avanzare dell’età (la cosiddetta “riserva cognitiva”). Si è visto che coloro che si erano dedicati ad attività artistiche, manuali o sociali a partire dai cinquant’anni e, per esempio, avevano imparato a usare il computer o a “essere social”, anche se in età più avanzata, ne avevano tratto un significativo beneficio in termini di mantenimento delle capacità cognitive. “Quindi, impostare uno stile di vita intelligente, mentalmente e socialmente attivo, serve a salvare il cervello non solo quando si è giovani, ma anche quando non lo si è più”, conclude la dottoressa Rota.

 

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