Fenossibenzamina 2

La fenossibenzamina è utilizzata per trattare la pressione alta e l'aumento della sudorazione, associati al feocromocitoma.

 

Che cos'è la fenossibenzamina?

La fenossibenzamina è un farmaco alfa-bloccante che rilassa i vasi sanguigni e riduce così la pressione del sangue.

 

Come si assume la fenossibenzamina?

La fenossibenzamina viene somministrata in genere per via orale, sotto forma di capsule.

 

Effetti collaterali della fenossibenzamina

L'assunzione prolungata di fenossibenzamina può aumentare il rischio di tumore. Fra gli altri suoi possibili effetti collaterali sono compresi:

  • capogiri,

  • sonnolenza,
  • congestione nasale,
  • fastidi allo stomaco,
  • stanchezza.

È importante consultare subito il medico nel caso in cui l'uso della fenossibenzamina provochi:

  • rash cutanei,
  • orticaria,
  • prurito,
  • difficoltà respiratorie,
  • sensazione di oppressione al petto,
  • gonfiore a bocca, volto, labbra o lingua,
  • problemi nella sfera sessuale,
  • svenimenti,
  • battito cardiaco accelerato,
  • escrescenze,
  • restringimento delle pupille,
  • gravi capogiri o sensazione di vuoto alla testa quando ci si siede o ci si alza,
  • vomito.

 

Controindicazioni e avvertenze

La fenossibenzamina può compromettere le capacità di guidare veicoli o manovrare macchinari pericolosi, soprattutto se assunta insieme ad alcolici o ad altri medicinali. Inoltre può causare forti capogiri che possono essere aggravati anche dal caldo, dalla febbre o dall'attività fisica e che richiedono cautela quando ci si alza da posizione sdraiata o seduta.

Prima di assumere fenossibenzamina è importante informare il medico:

  • di eventuali allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, ad altri farmaci o a qualsiasi alimento;
  • dell’assunzione di medicinali, fitoterapici ed integratori, in particolare di altri farmaci per tenere sotto controllo la pressione, epinefrina, levarterenolo o reserpina;
  • se si soffre (o si è sofferto) di problemi ai vasi sanguigni di cuore o cervello, disturbi cardiaci, aritmie, infezioni polmonari o delle vie respiratorie, malattie renali o tumori;
  • in caso di gravidanza o di allattamento al seno.

 

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