La mappatura dei nei è uno strumento fondamentale per la prevenzione dei tumori della pelle. Tenere sotto controllo i nei permette di intervenire precocemente in caso di cambiamenti sospetti, riducendo il rischio di complicazioni.
Ne parliamo con il dottor Dario Marletta, dermatologo presso Humanitas Medical Care Lainate e Humanitas Medical Care Arese.
Che cosa sono i nei?
I nei, o nevi, sono formazioni pigmentate presenti sulla pelle o sulle mucose. Possono essere congeniti, quindi presenti fin dalla nascita, oppure acquisiti, che si sviluppano nel corso della vita.
I nei congeniti nascono durante lo sviluppo fetale, quando alcune cellule dei melanociti migrano verso la pelle formando queste piccole lesioni. I nei acquisiti, invece, hanno origini ancora in parte sconosciute, e in alcuni casi possono rappresentare un rischio per la salute.
Di norma, i nei appaiono come macchie rotonde o ovali, piatte o leggermente in rilievo, e possono variare in colore e dimensioni.
Nel tempo possono subire modificazioni: alcune sono del tutto innocue, mentre altre, come cambiamenti di forma o pigmentazione, richiedono attenzione.
Come riconoscere un neo pericoloso?
Non tutti i nei evolvono in melanoma, ma in una piccola percentuale dei casi il tumore può svilupparsi sopra un neo esistente, provocandone un cambiamento evidente.
Per questo motivo è importante osservare attentamente i propri nei e rivolgersi a un dermatologo in caso di alterazioni.
Un aiuto pratico arriva dalla regola ABCDE, che indica i principali segnali di un neo sospetto:
- Asimmetria: il neo non è simmetrico.
- Bordi: contorni irregolari o frastagliati.
- Colore: presenza di più tonalità all’interno dello stesso neo.
- Diametro: superiore ai 6 mm.
- Evoluzione: cambiamenti rapidi nella forma o nelle dimensioni del neo.
Quando è necessaria una visita dermatologica?
Una visita dermatologica è consigliata quando si notano variazioni in un neo già presente o quando compaiono nuovi nei, soprattutto se hanno forma o colore irregolare e tendono a crescere velocemente.
Il dermatologo può effettuare la dermatoscopia, un esame che consente di osservare la pelle e i nei con maggiore precisione, rivelando dettagli non visibili a occhio nudo.
Nei casi più complessi, si può ricorrere a esami di secondo livello, come la mappatura dei nei, che permette di monitorare le lesioni nel tempo e decidere se asportarle o semplicemente seguirle con controlli periodici.
Che cos’è la mappatura dei nei e come avviene l’esame?
La mappatura dei nei, detta anche dermatoscopia digitale, consiste nell’acquisire immagini dei nei sia a livello macroscopico sia dermoscopico tramite una telecamera speciale con lente. Questo permette di catturare dettagli invisibili a occhio nudo.
L’esame è rivolto in particolare a chi ha molti nei o ha una storia familiare o personale di melanoma. Serve a monitorare nel tempo eventuali modificazioni sospette, intervenendo prontamente se un neo mostra segni di evoluzione preoccupanti. In caso di necessità, si può procedere all’asportazione o a ulteriori esami con microscopia confocale per valutare meglio la lesione.
Durante l’esame, il paziente viene fatto sdraiare sul lettino mentre il dermatologo esamina i nei con il dermatoscopio. La procedura viene poi ripetuta sull’altro lato del corpo. Le immagini raccolte vengono numerate e archiviate, così da poter confrontare le lesioni nei controlli successivi e individuare eventuali cambiamenti nel tempo.
L’esame è indolore, non invasivo e non ha rischi o controindicazioni.
C’è un periodo più adatto al controllo dei nei?
Di norma bisognerebbe programmare i controlli dei nei in un periodo in cui la pelle non è abbronzata. L’esposizione ai raggi solari può infatti modificare temporaneamente la pigmentazione cutanea, ma non altera realmente i nei.
Le tempistiche dei controlli possono variare a seconda del profilo di rischio del paziente. In generale, chi è considerato ad alto rischio dovrebbe sottoporsi a visite almeno una volta all’anno, mentre chi ha già avuto un melanoma può aver bisogno di controlli ogni sei mesi.
In alcuni casi, quando si nota un neo sospetto, potrebbe essere necessario monitorarlo più da vicino, con visite anche ogni tre mesi.