Dormire bene è una necessità biologica. Spesso si sottovaluta quanto il sonno sia fondamentale per il benessere del cervello e dell’intero organismo: non si tratta solo di “riposare”, ma di agevolare un processo attivo durante il quale il nostro corpo si rigenera, regola ormoni, ripulisce tossine e ricarica le energie mentali.
Il passaggio dalla veglia al sonno coinvolge ogni sistema del nostro corpo: si abbassa la temperatura corporea, si modificano la produzione ormonale, la pressione sanguigna e l’attività metabolica. Il cervello riceve segnali interni ed esterni, come la riduzione della luce, che avviano una serie di trasformazioni e ci preparano a rallentare il ritmo del corpo.
Ne abbiamo parlato con la dottoressa Antonietta Colucci, psichiatra di Humanitas Medical Care di Bergamo, che ci ha spiegato cosa accade al cervello mentre dormiamo e perché la qualità del sonno è fondamentale per la salute.
Quali sono i principali meccanismi che regolano il sonno?
Ce ne sono due fondamentali. Il primo è l’adenosina, una sostanza prodotta dall’attività cerebrale: man mano che si accumula durante la veglia, aumenta la “pressione del sonno”. Caffeina e teina agiscono proprio su questa sostanza: bloccano i recettori dell’adenosina e ci fanno credere di essere meno stanchi di quanto lo siamo realmente. Il secondo meccanismo è la melatonina: la sua produzione aumenta in condizioni di buio e permette di sincronizzare i ritmi circadiani con l’alternanza di luce e oscurità. È per questo che la luce blu degli schermi usati la sera – di tv, computer, cellulare – confonde l’orologio biologico e ostacola l’addormentamento.
Sonno: i cambiamenti a livello del cervello
Durante l’addormentamento diminuiscono i neurotrasmettitori legati all’attivazione – adrenalina, noradrenalina e dopamina – mentre aumenta il GABA, che ha un effetto inibitorio e rilassante sul cervello. Questo equilibrio ci accompagna nelle prime fasi del sonno non-REM, fino ad arrivare al sonno profondo, la fase più preziosa.
Nel sonno profondo, che è caratterizzato dalle onde lente delta, entra in funzione il sistema glinfatico, che possiamo definire il “camion della spazzatura del cervello”. Questo sistema, scoperto da ricercatori della Rochester University di New York nel 2012, elimina i prodotti di scarto che sono stati accumulati nel cervello durante la veglia, tra cui due proteine molto note: la beta-amiloide e la Tau, il cui accumulo è collegato a malattie neurodegenerative come l’Alzheimer e il Parkinson.
Il sistema glinfatico è un sistema costituito da tunnel perivascolari e da cellule gliali, che proteggono e nutrono i neuroni. Durante il sonno profondo, gli astrociti – un tipo di cellula gliale – si restringono e rimodellano la propria architettura, aumentando fino al 60% il flusso di liquido cerebrospinale. In questo modo i rifiuti metabolici vengono raccolti e trasportati alle vie di drenaggio. Si tratta di un vero e proprio servizio di pulizia notturna per il cervello.
Cosa succede quando si dorme poco o male?
Quando la privazione del sonno profondo riguarda una sola notte il cervello riesce a compensare, aumentando intensità e quantità di sonno delta nelle notti successive. Ma se la privazione o l’alterazione del ritmo diventano croniche, protratte per più giorni e notti, i metaboliti tossici tendono ad accumularsi. Questo porta a stanchezza, difficoltà di concentrazione, perdita di lucidità e calo dell’attenzione. E a lungo termine può divenire un fattore di rischio per patologie più serie.
Occorre essere consapevoli che prestare attenzione al proprio sonno significa proteggere la salute del proprio cervello. Per fare questo bisogna rispettare i ritmi naturali, ridurre l’esposizione alla luce artificiale durante la sera e mantenere buone abitudini di vita. Si tratta di strategie semplici ma decisive per preservare l’energia mentale e il benessere complessivo.