Secondo il documento “Emicrania: una malattia di genere” dell’Istituto Superiore di Sanità, l’emicrania è una patologia invalidante che colpisce la popolazione femminile con una frequenza tripla rispetto a quella maschile. La risposta ai farmaci, inoltre, può variare da persona a persona. Alcuni studi hanno evidenziato il possibile ruolo della dieta chetogenica come supporto alla terapia dell’emicrania.
Ne parliamo con la dottoressa Maria Bravo, biologa nutrizionista di Humanitas San Pio X e presso Humanitas Medical Care Murat (Milano).
Che cos’è la dieta chetogenica?
Si parla di dieta chetogenica quando, attraverso specifici regimi alimentari che imitano gli effetti fisiologici del digiuno, l’organismo viene indotto a produrre energia ricorrendo a molecole chiamate corpi chetonici, prodotte dal metabolismo dei grassi, al posto degli zuccheri.
Come dimostrato da uno studio pubblicato sul Journal of Translational Medicine, in un gruppo di donne con emicrania la dieta chetogenica si è rivelata molto utile nel ridurre il numero e l’intensità degli attacchi. Le partecipanti allo studio, tutte con emicrania, suddivise in due gruppi, hanno seguito rispettivamente una dieta chetogenica o una dieta ipocalorica.
Emicrania: i benefici della dieta chetogenica
L’efficacia della dieta chetogenica nel trattamento dell’emicrania è stata attribuita a diversi fattori:
- la regolazione dell’equilibrio tra neurotrasmettitori eccitatori e inibitori;
- la riduzione dello stress ossidativo;
- l’effetto antinfiammatorio indotto dalla dieta stessa.
Inoltre, la perdita di peso nelle persone con sovrappeso, come confermato dallo studio, contribuisce a sua volta al miglioramento della sintomatologia emicranica. Per questo motivo, le donne con emicrania e sovrappeso possono beneficiare dalla dieta chetogenica, sia in termini di dimagrimento rapido, sia per una migliore gestione della malattia. Fondamentale è però rivolgersi a un professionista che valuterà l’appropriatezza caso per caso e svolgerà un ruolo fondamentale nel definire la dieta e seguire il paziente nel proprio percorso.