Aumento delle allergie? Potrebbe essere colpa dell’inquinamento

Malattie allergiche come asma, rinite, o dermatite atopica, sono condizioni piuttosto comuni che possono avere un impatto significativo su chi ne soffre (sia dal punto di vista fisico che psicologico), a causa dei diversi disagi che possono scatenare. Diversi studi hanno dimostrato che le cause sono spesso riconducibili a fattori ambientali, dove si sospetta che l’inquinamento atmosferico giochi un ruolo fondamentale, contribuendo all’aumento delle persone affette da allergia in tutto il mondo.

Ne ha parlato la dott.ssa Rosa Micoli, allergologa presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care di Bergamo e responsabile dell’ambulatorio di allergologia di Humanitas Gavazzeni, in un’intervista a Bergamo News.

In che modo l’inquinamento favorisce l’insorgenza delle allergie?

L’inquinamento atmosferico legato al traffico, conosciuto come “Traffic related air pollution” o TRAP, è un tipo di inquinamento che deriva dalle emissioni dei veicoli a motore, considerato oggi un importante fattore di rischio – specie per chi vive negli ambienti urbani – per numerose patologie, anche di natura allergica (come asma, dermatite atopica o rinite). Gli inquinanti interagiscono infatti con i granuli pollinici, provocando un maggior rilascio di antigeni. Anche il particolato a basso peso molecolare può contribuire all’infiammazione delle vie aeree, perché modificando la permeabilità delle mucose, consente al polline e agli altri allergeni di entrare più facilmente all’interno del corpo e venire a contatto con le cellule del sistema immunitario.

Quali sono le cause delle allergie?

Le allergie possono essere causate da un fattore ereditario o ambientale. Il sistema immunitario di una persona riconosce dannosa una sostanza innocua per altri. Questa reazione “anomala” porta alla produzione di specifici anticorpi (immunoglobuline E, note anche come IgE) che stimolano alcune cellule immunitarie (i mastociti) a liberare istamina, una sostanza che favorisce l’infiammazione e danneggia le mucose e gli organi come naso, occhi, bronchi e pelle.

Quali sono le allergie più comuni?

Nel periodo primaverile, le allergie che tendono a presentarsi maggiormente sono quelle causate da polline, graminacee, parietarie, o piante come olivo, nocciolo, cipresso e betulla.

Quali sono i sintomi di un’allergia?

I sintomi principali che permettono di riconoscere un’allergia sono:

  • Prurito nasale
  • Starnuti
  • Naso che cola
  • Prurito al naso, agli occhi, alla gola
  • Prurito cutaneo
  • Lacrimazione
  • Eczema
  • Ponfi eritematosi
  • Tosse
  • Dispnea
  • Respiro sibilante
  • Costrizione toracica (senso di peso sul petto) 

Cosa posso fare per ridurre i sintomi di un’allergia?

Nel caso di allergie come quella ai pollini, il primo trattamento consiste nel cercare di evitare il contatto con l’allergene responsabile. Possono poi essere utilizzati farmaci broncodilatatori e a base di cortisone, antistaminici, decongestionanti spray o colliri.

Anche l’immunoterapia, o terapia desensibilizzante, può essere un’arma efficace contro l’allergia, grazie ad un trattamento con estratti allergenici che consente di allentare gradualmente la risposta immunitaria tipica della reazione allergica, riducendo il numero e l’intensità degli episodi.

Quando è necessario rivolgersi allo specialista?

È importante rivolgersi all’allergologo in presenza di sintomi respiratori e/o cutanei che compaiono più volte durante l’anno o quando i farmaci assunti sono del tutto inefficaci nel trattare i sintomi che impediscono alla persona di svolgere anche le più semplici attività quotidiane.

Come avviene una visita allergologica?

Il paziente viene accolto dallo specialista che dopo aver raccolto il maggior numero di informazioni sulla sua storia personale e sul suo stile di vita (anamnesi), lo sottoporrà ad alcuni test, come lo skin prick test per gli aereollergeni (come acari, pollini, muffe, o derivati epidermici di animali), o esami del sangue che permettono di cercare specifici anticorpi (le IgE, o immunoglobuline E) o, in alcuni casi, i ricombinanti molecolari, per i diversi allergeni.

Queste procedure consentono allo specialista di arrivare ad una diagnosi anche per i pazienti che non possono eseguire i test cutanei, nel caso di test cutanei dubbi, o se c’è la necessità di valutare l’eventuale presenza di allergie crociate (per esempio tra il polline e un determinato alimento).

Cosa succede se trascuro un’allergia?

Anche se lievi, i sintomi di un’allergia possono peggiorare nel tempo, condizionando la qualità di vita della persona, provocando irritabilità, o compromettendo la qualità del sonno, la capacità di concentrazione e l’umore.

In alcuni casi esistono anche progressioni significative delle manifestazioni allergiche, note come “marcia allergica”, che possono, per esempio, portare una semplice rinite ad evolvere in asma bronchiale.

Specialista in Allergologia
Dott.ssa Rosa Micoli

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