Catetere venoso centrale
E’ un presidio medico che si basa sull’inserimento di un catetere (tubicino lungo e sottile, rigido o flessibile e di vari materiali) in una delle vene cosiddette “centrali” (es. femorale, succlavia, giugulare interna).
Che cos’è il Catetere venoso centrale?
E’ un presidio medico che si basa sull’inserimento di un catetere (tubicino lungo e sottile, rigido o flessibile e di vari materiali), di circa 20 cm di lunghezza e di alcuni millimetri di diametro, in una delle vene cosiddette “centrali” (es. femorale, succlavia, giugulare interna) per l’infusione di liquidi (farmaci, soluzione fisiologica, nutrizione parenterale, ecc.). Nella parte del catetere che è esterna alla cute, sono predisposte le vie di accesso per i diversi tipi di infusione (queste vie hanno di solito un lume differenziato tra loro e sono indipendenti l’una dall’altra). È impiegato in particolar modo per terapie a lungo termine: il catetere venoso centrale può, difatti, rimanere in sede per un lungo periodo.
Come si svolge il posizionamento di un Catetere venoso centrale?
Il paziente, dopo aver sottoscritto il consenso informato, è fatto accomodare sul lettino della sala angiografica. Il Radiologo Interventista studia la vena di interesse con l’ecografo e procede quindi all’anestesia locale. Successivamente – sempre sotto guida ecografica – la vena è raggiunta con un ago-cannula, all’interno del quale si posizionerà un sottile filo metallico che servirà da guida per far scorrere il catetere. In totale la procedura dura 15 minuti circa e non è dolorosa.
Quali sono i pro e i contro del posizionamento del Catetere venoso centrale?
I pro di questo trattamento riguardano la possibilità di somministrazione di farmaci, liquidi o medicinali in soggetti che ne presentino necessità (pazienti che, ad esempio, necessitino della somministrazione di farmaci per lunghi periodi di tempo o che abbisognino di terapie nutrizionali parenterali).
Le principali complicanze associabili all’inserimento del catetere sono le infezioni (il catetere fornisce un diretto accesso a microbi che, dall’ambiente esterno, possono entrare nel circolo venoso e, quindi, nell’organismo) e le occlusioni, dovute all’eventuale formarsi di precipitati di farmaci o di coaguli all’interno del catetere. Quando il catetere è inserito nelle vena succlavia si possono – sebbene in rarissimi casi – incontrare complicanze che interessano il polmone, in particolare al collasso (pneumotorace). Infine, qualora il catetere non sia posizionato correttamente, si possono verificare complicanze di tipo meccanico (come la pinzatura o lo schiacciamento di un tratto del catetere o la rottura del catetere stesso).
Il Catetere venoso centrale è doloroso o pericoloso?
Il posizionamento è effettuato in anestesia locale e non è assolutamente considerata una procedura dolorosa.
Quali pazienti possono effettuare il posizionamento del Catetere venoso centrale?
Particolari controindicazioni sussistono per i pazienti in cura con farmaci anticoagulanti, per i soggetti con malattie cardiovascolari, diabete o ipotensione e per i soggetti che soffrono di problematiche legate alla coagulazione del sangue. Atteso che l’inserimento del catetere avviene sotto controllo radiologico, le donne in gravidanza non possono sottoporsi a questo tipo di trattamento. Particolare attenzione deve essere prestata agli individui con ipersensibilità o allergia ai mezzi di contrasto utilizzati per monitorare l’inserimento del catetere, che avviene sotto guida radiologica.
Follow-up
La gestione dell’accesso venoso centrale può essere effettuata anche a domicilio, prestando attenzione al punto di inserzione. È importante avere a disposizione: guanti e garze sterili, detergenti antisettici, soluzione fisiologica, cerotti per coprire sia il punto di inserzione del catetere venoso centrale sia la farfallina che fissa il catetere alla cute. Il rinnovo della medicazione è consigliato ogni 48/72 ore (con cerotto poroso) o 5/7 giorni (con cerotto plastico trasparente e comunque ogni volta il punto di inserzione risulti umido o sporco).
Sono previste norme di preparazione all’intervento?
L’inserimento deve essere eseguito in ambiente sterile. La procedura di inserimento dura circa 10-15 minuti. La sede di inserimento viene rasata, disinfettata e anestetizzata. Per assicurarsi del corretto posizionamento del catetere è utilizzato un ecografo e – in seguito all’inserimento – si esegue una radiografia per verificarne la corretta localizzazione.
Disclaimer
Le informazioni riportate sono da intendersi come indicazioni generiche e non sostituiscono in alcuna maniera il parere dello specialista.