Pieloplastica

Pieloplastica

Si tratta di un intervento chirurgico teso alla correzione di un difetto (la stenosi del giunto pielo ureterale) che – impedendo un corretto deflusso dell’urina nell’uretere – conduce al suo accumulo nel bacinetto renale, con aumento del rischio di ricorrenti infezioni, coliche e – alla lunga – perdita della funzione renale.

Che cos’è la pieloplastica?

E’ una procedura chirurgica che prevede prima l’incisione e poi la rimozione della parte di uretere coinvolta nella stenosi del giunto pielo ureterale. La successiva sutura delle due estremità, che risultano dalla rimozione, consente all’urina di riprendere a defluire in modo corretto dal rene, con la scomparsa della sintomatologia e la conservazione della funzionalità dell’organo. Nel passato questo era un intervento a cielo aperto; oggi questa procedura è indicata solo in isolati casi e si preferisce procedere con una tecnica mini-invasiva che prevede un intervento con l’ausilio del robot. In caso di recidiva, è invece consigliato un approccio endoscopico. In tutti i casi, viene lasciato un tutore ureterale interno (detto “doppio J”) che viene rimosso a livello ambulatoriale a distanza di circa un mese dall’intervento.

Qual è l’ospedalizzazione richiesta?

L’intervento viene effettuato in anestesia generale e richiede il ricovero in struttura ospedaliera. Nel caso più frequente in cui venga impiegato l’approccio robotico, il paziente viene posizionato sul fianco, con il letto lievemente spezzato di 30°. A seconda dei casi possono essere effettuate quattro piccole incisioni oppure una singola incisione di circa 2,5 cm a livello dell’ombelico (intervento con la piattaforma Single Site). L’intervento dura 1-2 ore circa.

L’approccio robotico consente di ottenere risultati più precisi grazie a una maggiore possibilità di movimento degli strumenti, alla magnificazione del campo operatorio e alla riduzione del tremore della mano del chirurgo. Inoltre esso presenta tutti i vantaggi della chirurgia mininvasiva, quali ridotti dolori postoperatori, minime perdite ematiche, ricovero e convalescenza più brevi. La laparoscopia tradizionale è invece più lunga e meno precisa, mentre la tecnica endoscopica è associata a un maggior numero di insuccessi. Infine, la chirurgia a cielo aperto più invasiva è dedicata ai soli casi di fallimento mini-invasivo.

La pieloplastica è un intervento doloroso e/o pericoloso?

L’intervento più frequente è quello che viene eseguito tramite l’ausilio del Robot da Vinci. Trattandosi di un intervento mini-invasivo, i dolori post-operatori sono minimi e facilmente controllabili dalle terapie antalgiche. Le complicanze sono sostanzialmente correlate alle fistole urinose, che vengono di solito trattate conservativamente, con il mantenimento in sede del catetere vescicale per più giorni. Solo raramente è richiesto un ulteriore intervento di riconfezionamento della sutura.

Chi può sottoporsi a pieloplastica?

La pieloplastica è consigliata per tutti i soggetti in cui la stenosi pielo-ureterale conduce ad un danno renale, anche se lento e progressivo. In particolar modo è indicata quando la stenosi sia associata a frequenti coliche renali.

Follow-up

Utilizzando l’approccio robotico il paziente viene solitamente dimesso dopo soli 3-4 giorni dall’intervento, a seguito della rimozione del catetere vescicale e del drenaggio. La chirurgia a cielo aperto può invece richiedere un ricovero di 6-7 giorni. Successivamente, dopo un mese, sarà necessario recarsi in ambulatorio al fine di rimuovere il tutore ureterale “doppio J”. Ad un mese dall’intervento sono anche previsti esami del sangue e delle urine, urinocoltura ed ecografia dell’addome. In seguito sono previsti un’ecografia dell’addome (a tre e a sei mesi), e una scintigrafia renale (a sei mesi).

Sono previste norme di preparazione?

Il paziente deve presentarsi con gli esiti di tutti gli esami eventualmente effettuati, seguendo le indicazioni fornite dal curante riguardo sia l’alimentazione che i farmaci abitualmente assunti.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate sono da intendersi come indicazioni generiche e non sostituiscono in alcuna maniera il parere dello specialista.