Prelievo degli ovociti

Prelievo degli ovociti

Il prelievo del liquido follicolare al fine di ricercare gli ovociti è una tappa obbligata sia per la fertilizzazione in vitro sia per la microiniezione degli ovociti (ICSI).

Il prelievo (pick-up ovocitario) avviene per via transvaginale sotto guida ecografica in analgesia/anestesia, in un ambiente controllato ed atto a prevenire ogni possibile contaminazione e/o danno a strutture unicellulari (gli ovociti), che sono estremamente sensibili alla luce, ai fattori tossici ambientali ed ai cambiamenti di temperatura.

Il prelievo avviene 34-36 ore dopo la somministrazione dell’HCG (gonadotropina corionica), medicinale che ha lo scopo di completare la maturazione dell’ovocita. Il ricovero per il prelievo avviene il giorno stesso dell’intervento – al mattino e a digiuno – dopo aver eseguito tutti gli esami preoperatori.

Come vengono raccolti gli ovociti?

La punzione dei follicoli è eseguita per via transvaginale sotto guida ecografica in analgo-anestesia (sedazione profonda), allo scopo di eliminare ogni possibile dolore.

Il prelievo è continuamente assistito da un anestesista e monitorato come avviene per gli interventi di chirurgia maggiore, anche nei rari casi in cui non viene effettuata anestesia (generalmente su richiesta della paziente).

Il liquido follicolare recuperato viene subito esaminato al microscopio – nel laboratorio dedicato ed adiacente alla sala operatoria – per ricercare gli ovociti e per analizzare la loro maturità. Il ginecologo che effettua il prelievo può controllare l’attività del laboratorio su di uno schermo ed essere pertanto informato in tempo reale sul numero degli ovociti recuperati.

Il prelievo mediamente ha una durata di 15-20 minuti e nel 99% delle pazienti è possibile recuperare almeno 1 ovocita. Dopo l’intervento, il soggetto viene tenuto in osservazione e dimesso dopo circa 3 ore. È comunque auspicabile che – una volta raggiunto il domicilio – la paziente (che, ricordiamo, non deve guidare e deve avere un accompagnatore) rimanga ad assoluto riposo sino al mattino successivo.

Cosa deve fare l’uomo?

Il partner maschile deve essere disponibile il mattino stesso dell’intervento: è difatti necessario un campione di liquido seminale, che deve essere raccolto in Humanitas per poi essere subito consegnato al Laboratorio Biologico per la preparazione degli spermatozoi.

Le istruzioni cui il partner maschile deve attenersi per la raccolta del liquido seminale sono poche ma fondamentali:

  • astinenza sessuale per 3-4 giorni prima del prelievo degli ovociti;
  • accurata disinfezione genitale il mattino della raccolta;
  • completa raccolta in un contenitore sterile che viene fornito in Humanitas.

Tutti i contenitori vengono custoditi e registrati dopo avervi riportato i dati identificativi della coppia.

In presenza di una condizione maschile che abbia richiesto un prelievo chirurgico o una crioconservazione degli spermatozoi, è possibile che non sia necessario procedere a un esame del campione seminale a fresco.

Tutti i passaggi sono monitorati

E’ indispensabile che venga compilata una scheda di consegna del campione e un’autocertificazione, che fanno entrambe parte integrante del protocollo previsto di sicurezza e controllo di qualità e sono requisiti previsti dalle Linee Guida del 2004 del Ministero della Salute. Il sistema di controllo traccia, difatti, tutti i passaggi (dal contenitore per la raccolta, a chi lo ritira, a chi lo riceve ecc.) della procedura di prelievo e sviluppo dei gameti (sia maschili che femminili), degli embrioni sviluppati e trasferiti, dei gameti crioconservati (D. Lgs. 191/2007 e 16/2010).

Complicanze

Quella in esame è una metodica che presenta un’incidenza di complicanze molto bassa. Le più frequenti sono l’emorragia intraaddominale (emoperitoneo), il sanguinamento vaginale e le complicanze infettive (sepsi, ascessi). Solo più raramente, si possono verificare lesioni degli organi urologici (uretere o vescica), lesioni intestinali o torsioni dell’ovaio.

Sui 15.017 prelievi ovocitari che sono stati eseguiti presso il Fertility Center di Humanitas dal gennaio 2001 al Dicembre 2012, le complicanze che hanno richiesto il ricovero della paziente sono state solo 36 (0.24%). Tra queste, la complicanza più riscontrata è risultata essere il sanguinamento peritoneale (20 casi: pari al 0.13%). In 7 casi di emoperitoneo, si è dovuto eseguire un intervento laparoscopico per risolvere l’emorragia, mentre negli altri 13 casi la paziente è stata semplicemente monitorizzata senza che si rendesse necessario un intervento chirurgico. 6 pazienti ( 0.04%) sono dovute essere ricoverate per dolore pelvico non associato ad anemizzazione o a visualizzazione ecografica di versamento ematico peritoneale. In un solo caso (0.006%) si è avuta una lesione vaginale da speculum, che ha imposto una successiva sutura chirurgica. Infine, 9 pazienti (0,06%) sono state ricoverate per complicanze anestesiologiche (7 casi per lipotimia post prelievo, 1 caso di fibrillazione atriale ed 1 caso di insufficienza cardiorespiratoria). Nel periodo in esame, nella nostra struttura non si sono registrate lesioni ureterali, vescicali, intestinali o di grandi vasi pelvici (che, in letteratura, vengono invece descritte come possibili complicanze del prelievo ovocitario).

I nostri numeri (sovrapponibili a quanto accade in altri Centri PMA di alto livello) confermano come il prelievo ovocitario possa essere considerata una procedura sicura.

È però importante che le pazienti siano adeguatamente informate sulle possibili complicanze ad essa associate e che la struttura dove vengono effettuati i prelievi sia in grado di diagnosticarle tempestivamente, fronteggiando emergenze che dovessero insorgere, salvaguardando quindi sia la salute che l’integrità riproduttiva della donna.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate sono da intendersi come indicazioni generiche e non sostituiscono in alcuna maniera il parere dello specialista.