Trapianto del midollo

Il trapianto allogenico

Il trapianto allogenico rappresenta, ad oggi, l’unica forma di immunoterapia clinicamente testata. L’effetto terapeutico risiede nella reazione delle cellule del sistema immunitario del donatore, che riconoscono come “estranee”, o “pericolose”, le cellule tumorali residue nel paziente.

Il trapianto allogenico ha bisogno di un donatore, la cui tipologia può essere variabile:

  • familiare identico: un fratello o una sorella, identici al paziente sulla base della tipizzazione HLA;
  • familiare non identico: un fratello o una sorella con un’unica differenza nella tipizzazione con il paziente, o un familiare che presenta un’identità al 50% con il paziente. In questo caso sono in genere genitori o cugini;
  • volontario adulto: un soggetto identificato in una banca di donatori che risulta perfettamente identico (10/10) o con 1 o più differenze. Gli iscritti nelle banche sono circa 14 milioni;
  • cordone ombelicale: in questo caso le cellule staminali sono contenute nel sangue del cordone ombelicale che viene congelato in varie banche, per poi essere donato per un singolo paziente. Nelle banche ne sono presenti circa 300.000 unità.

Nella maggior parte dei casi, la donazione delle cellule staminali viene effettuata a partire dal sangue periferico, senza necessità di anestesia totale. Il prelievo delle cellule staminali viene effettuato tramite le vene con un apposito dispositivo tecnico. Tale procedura viene definite “leucaferesi”.

In alcuni casi piuttosto rari la donazione viene eseguita con il cosiddetto espianto di midollo, in anestesia totale.

Le cellule donate vengono infuse nel paziente tramite un accesso venoso centrale, il giorno stesso della raccolta, senza alcuna manipolazione. Solo in rarissimi casi le cellule prelevate dal donatore vengono congelate.

Nei giorni prima della donazione, il paziente viene sottoposto a terapia di preparazione al trapianto, chiamata condizionamento. Il condizionamento viene effettuato per mezzo della somministrazione di farmaci chemioterapici ed eventualmente della radioterapia.

Le dosi dei farmaci e della radioterapia possono variare dando origine a due tipi di condizionamento:

  • il condizionamento di intensità ridotta (miniallotrapianto), caratterizzato da dosi basse
  • il condizionamento mieloablativo (trapianto mieloablativo), in cui le dosi dei medicinali e della radioterapia sono più elevate.

La scelta di un tipo di condizionamento piuttosto che dell’altro si basa su numerose variabili legate alle condizioni generali del paziente, all’età e al tipo di malattia.

Dopo il trapianto allogenico la durata del ricovero, in camere opportunamente protette, varia in media tra le 4 e le 6 settimane.

Nel periodo post-trapianto il paziente riceve una terapia con medicinali immunosoppressori per evitare il rigetto e la reazione del trapianto contro l’ospite (GVHD, acronimo di graft versus host disease).

Il trapianto autologo

Il trapianto autologo, ossia lachemioterapiaad alte dosi con reinfusione delle cellule staminali del paziente stesso, è una procedura molto frequente soprattutto nella cura dei linfomi e dei mielomi.

In questo caso, il paziente è il donatore di se stesso: durante la chemioterapia vengono raccolte le cellule staminali circolanti (leucaferesi), che vengono poi congelate e conservate fino al momento dell’utilizzo.

Il principio terapeutico del trapianto autologo è la somministrazione di una dose molto elevata di medicinali chemioterapici attivi contro la patologia, che provocano anche un abbassamento profondo e di lunga durata dei globuli bianchi, delle piastrine e dei globuli rossi (definita aplasia midollare). L’uso, dopo lo scongelamento, delle cellule staminali raccolte permette di abbreviare la durata dell’aplasia midollare, ricucendo i potenziali rischi per il paziente. Dopo il trapianto autologo la durata del ricovero, in camere opportunamente protette, è mediamente di 3 settimane.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate sono da intendersi come indicazioni generiche e non sostituiscono in alcuna maniera il parere dello specialista.