Clofazimina


Si somministra per trattare la lebbra, incluse le forme resistenti al trattamento con dapsone e quelle complicate dall'insorgenza dell'eritema nodoso leproso.

E’ stato somministrato, in via sperimentale, anche per la cura delle infezioni da Mycobacterium avium in pazienti con Aids.

 

Come funziona la Clofazimina?

Essa agisce, esercitando una lenta azione battericida sul Mycobacterium leprae (il microbo responsabile della lebbra) legandosi al suo DNA.

Ha altresì proprietà antinfiammatorie che consentono di controllare l'eritema associabile alla lebbra.

 

Come si somministra la Clofazimina?

In genere viene assunta unitamente  ad altri farmaci. Il dosaggio varia a seconda del soggetto in terapia; per gli adulti e gli adolescenti la posologia è in genere compresa tra i 50 e i 100 mg al giorno, da assumere in un'unica soluzione.

 

Effetti collaterali della Clofazimina

Fra i possibili effetti indesiderati si possono includere:

  • scariche di diarrea
  • epidermide  secca, ruvida o squamosa
  • perdita o calo dell'appetito
  • senso di nausea o conati di vomito
  • decolorazione della pelle e degli occhi
  • rash cutaneo e prurito
  • alterazioni al gusto
  • occhi affetti da secchezza, bruciore, prurito o irritazione
  • aumento della sensibilità della pelle alla luce solare
  • decolorazione delle feci e delle urine

È raccomandabile contattare immediatamente un medico in caso di:

  • feci scure
  • sangue nelle feci
  • dolori a livello addominale o allo stomaco
  • sintomi depressivi
  • ittero

 

Controindicazioni e avvertenze

La clofazimina può interferire con le capacità di guidare veicoli o di manovrare macchinari pericolosi. Può aumentare altresì la sensibilità dell’epidermide alla luce solare; per tale motivo è opportuno proteggere adeguatamente la pelle dall'azione dei raggi UV.

Se i sintomi della lebbra non dovessero migliorare entro 1-3 mesi dall'inizio del trattamento con clofazimina è consigliabile consultarsi con un medico. Si precisa che potrebbe essere necessario pazientare anche sei mesi, prima di riscontrare benefici significativi dalla terapia.

Prima di iniziare il trattamento è importante rendere edotto il medico:

  • circa la presenza di eventuali allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti o ad altri farmaci
  • dei medicinali, dei fitoterapici e degli integratori già assunti in passato, ricordando di menzionare in particolare la bedaquilina
  • se si soffre (o si è sofferto in pregresso) di malattie epatiche o problemi gastrointestinali
  • in caso di donne gravide o in fase di allattamento

 

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