Psicologo


Chi è e cosa fa lo psicologo?

Lo psicologo si occupa della diagnosi e della valutazione delle problematiche psicologiche. Offre inoltre consulenza psicologica e attività di counseling, sostegno, prevenzione e riabilitazione mirate a sostenere, favorire e sviluppare le potenzialità individuali e migliorare la qualità della vita personale, familiare, lavorativa, sociale o di coppia.

Quali sono le patologie trattate più spesso dallo psicologo?

Lo psicologo si occupa di problematiche psicologiche e relazionali, che riguardano sia gli individui che le coppie, le famiglie o i gruppi più grandi.

Le motivazioni che spingono più spesso a rivolgersi ad uno psicologo includono:

  • ansia
  • depressione
  • difficoltà a gestire le emozioni o lo stress
  • disturbi della personalità
  • disturbi dell’alimentazione
  • importanti cambiamenti che si trasformano in fonti di stress
  • necessità di sostegno a causa di problemi di salute propri o di familiari (come tumori, malattia di Parkinson o malattia di Alzheimer)
  • problemi di coppia

Quali sono le procedure più utilizzate dallo psicologo?

Quello intrapreso con lo psicologo è un percorso di conoscenza basato su una serie di colloqui, che a seconda dei casi possono essere individuali, di coppia o di gruppo (ad esempio familiari), durante i quali possono anche essere somministrati dei test.

I principali orientamenti della psicologia sono quello cognitivo-comportamentale e quello psicodinamico.

Quando chiedere un appuntamento con lo psicologo?

Un incontro con uno psicologo può essere utile ogni qualvolta si abbia bisogno di sostegno e conforto per affrontare la quotidianità.

Dovrei vedere uno psicologo?

È utile vedere uno psicologo quando ci si accorge che da soli non si riesce ad affrontare serenamente la propria quotidianità, un problema o un trauma, accorgendosi che il supporto esterno di famiglia e amici non basta più.

Perché andare da uno psicologo?

Lo psicologo può essere una figura molto importante con cui confrontarsi in caso di dubbio e abbiamo bisogno di chiarire le idee attraverso uno spazio dedicato di ascolto e riflessione.

Chi va da uno psicologo è pazzo?

No. Insieme allo psicologo si esplorano emozioni, si riflette su di sé, si condividono storie. A volte si sciolgono nuclei di sofferenza antichi che a un certo punto riusciamo a lasciare andare aumentando sempre più la consapevolezza di noi e di ciò che ci fa stare bene, ed è tutto l’opposto della pazzia.

Psicologo o Mental coach?

Il Mental coach è un professionista non iscritto ad un ordine professionale riconosciuto. Possiamo definire il Mental coach come un allenatore della mente: contribuisce a trovare le capacità interiori, che non sono ancora affiorate o a sostenere il paziente nel raggiungimento degli obiettivi desiderati.

Chi è lo psicologo Junghiano?

Lo psicoanalista ad orientamento junghiano basa il suo operato sulle teorizzazioni di Jung e presuppone l’esistenza dell’inconscio. La terapia junghiana è una teoria psicologica ed un metodo di indagine del profondo, dove viene considerato l’intero funzionamento psichico in relazione alla storia dell’individuo, al periodo storico che esso vive e alla storia generazionale.

Chi è lo psicologo forense?

È uno psicologo che ha conseguito una specifica Formazione in ambito giuridico. Può operare come CTP (Consulente Tecnico di Parte) per conto dell’avvocato oppure come CTU (Consulente Tecnico d’Ufficio) per conto del giudice. Esegue sulla base di approfondimenti testistici, colloqui perizie nel contesto di procedimenti civili e/o penali, quali a titolo esemplificativo, idoneità genitoriale in cause di affido, reati di circonvenzione di incapace, valutazioni sulla pericolosità sociale, capacità di intendere e volere, reati di abusi.

Chi è lo psicologo dello sport?

È uno psicologo con formazione specifica. Si occupa della ricaduta che fattori psicologici, emotivi, di personalità, ambientali e sociali esercitano sulle performances sportive. La consulenza specialistica rivolta a squadre e singoli atleti, si focalizza attraverso tecniche specifiche, sulla preparazione mentale e sull’efficientamento di abilità quali l’attenzione, la concentrazione, la motivazione, la gestione dello stress e dell’ansia determinandone empowerment in funzione della performance.

Quale psicologo scegliere?

Scegliere il professionista appropriato è fondamentale. Evitare di seguire indicazioni fornite da fonti non qualificate. A seconda della fattispecie del caso e del bisogno, consultarsi con il medico di base, con gli Enti e gli uffici preposti.

Uno psicologo può rompere il segreto professionale?

Secondo il codice deontologico degli psicologi art.11-12-13, lo psicologo deve attenersi a determinati principi:

Articolo 11. “lo psicologo è strettamente tenuto al segreto professionale”. Pertanto non rivela notizie, fatti o informazioni apprese in ragione del suo rapporto professionale, né informa circa le prestazioni professionali effettuate o programmate, a meno che non ricorrano le ipotesi previste dagli articoli seguenti.

Articolo 12. Lo psicologo si astiene dal rendere testimonianza su fatti di cui è venuto a conoscenza in ragione del suo rapporto professionale. Lo psicologo può derogare all’obbligo di mantenere il segreto professionale, anche in caso di testimonianza, esclusivamente in presenza di valido e dimostrabile consenso del destinatario della sua prestazione. Valuta, comunque, l’opportunità di fare uso di tale consenso, considerando preminente la tutela psicologica dello stesso.

Articolo 13. Nel caso di obbligo di referto o di obbligo di denuncia, lo psicologo limita allo stretto necessario il riferimento di quanto appreso in ragione del proprio rapporto professionale, ai fini della tutela psicologica del soggetto. Negli altri casi, valuta con attenzione la necessità di derogare totalmente o parzialmente alla propria doverosa riservatezza, qualora si prospettino gravi pericoli per la vita o per la salute psicofisica del soggetto e/o di terzi.

Dove lavora uno psicologo?

Uno psicologo può lavorare in qualsiasi struttura a seconda della sua specializzazione: si può trovare negli studi privati come Libero Professionista, nei Servizi pubblici, negli Ospedali, nei Consultori, nei Servizi per l’infanzia e adolescenza, nelle Comunità terapeutiche, nelle Residenze per anziani, nelle Scuole, ecc.

Quando cambiare lo psicologo?

La scelta di cambiare lo psicologo è sempre possibile, ed è un diritto. Essendo quella con lo psicologo una relazione che ha come oggetto il trattamento di aspetti di sofferenza e che va a toccare nuclei molto delicati e sensibili di una persona, prima di chiudere un percorso e pensare di cambiare professionista, se inizialmente il professionista scelto vi piaceva, può essere utile porsi alcune domande. Ad esempio: “Ho provato a esporre i miei dubbi e timori allo psicologo che mi sta seguendo?”; “Cosa sta succedendo in questo momento del percorso? Stiamo affrontando qualcosa di particolarmente doloroso e difficile che mi fa venire voglia di scappare?”; “Ci sono dei risultati che ho raggiunto a oggi in questo percorso o non è mai cambiato nulla?”; “Posso confrontarmi con qualcuno? Chiedere una seconda opinione professionale che mi aiuti a prendere una decisione consapevole e mi aiuti a comprendere se cambiare professionista sia davvero la scelta giusta?”. Ricordate poi che ogni psicologo e psicoterapeuta ha la sua specializzazione rispetto al tipo di problematica trattata e alle tecniche utilizzate. Cambiare professionista può essere funzionale rispetto all’obiettivo e al periodo di vita.

Quando lo psicologo interrompe la terapia?

Fondamentalmente le ragioni per cui un professionista decide di interrompere la terapia in corso possono essere di due ordini: il professionista si rende conto che il suo intervento non riesce e non può essere efficace ad aiutare quella persona che a lui si è rivolta, oppure subentrano motivazioni legate a eventi di vita del terapeuta stesso non più compatibili con il lavoro in corso (cambio di servizio; una malattia; una maternità). Ovviamente l’interruzione e la chiusura di un percorso va spiegata e accompagnata magari proponendo un invio ad altro professionista disponibile a continuare.

Lo psicologo può mandarti dallo psichiatra?

Lo psicologo propone il coinvolgimento del medico psichiatra quando ritiene che il solo proprio intervento non sia sufficiente o sia incompleto per il raggiungimento del miglior stato di benessere della persona che a lui si rivolge. Psicologo e psichiatra lavorano insieme; l’affiancamento di uno psichiatra attraverso la prescrizione del farmaco quando opportuno, sostiene anche il percorso psicoterapeutico.

Psicologo: quando smettere?

In generale un percorso può dirsi concluso quando si è raggiunto l’obiettivo concordato e si avverte un maggior benessere in quell’area di vita su cui si era deciso di intervenire. Questo non significa aver cambiato radicalmente la propria esistenza e non avere più difficoltà di alcun tipo per il futuro. Spesso succede che a fronte di un obiettivo raggiunto si decida di continuare, anche dopo una pausa di tempo variabile, e lavorare su un diverso e nuovo bisogno magari subentrato a causa di un evento di vita esterno imprevisto o a supporto di un periodo intenso e significativo anche se di per sé molto bello e desiderato.

In Humanitas, lo psicologo riceve in ambulatorio o in televisita, ma non a domicilio giusto?

In Humanitas lo psicologo non riceve a domicilio, tuttavia, oltre che in ambulatorio, è possibile fare una visita psicologica in telemedicina, senza effettuare spostamenti e rimanendo nella propria abitazione.

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