Infezione da enterobatteri resistenti ai carbapenemi

Che cos’è un’infezione da enterobatteri resistenti ai carbapenemi?

 

Questa infezione è provocata da questo sottogruppo di enterobatteri che è difficile da trattare proprio per la sua resistenza ai carbapenemi, che sono gli antibiotici che vengono solitamente utilizzati per curare le infezioni più gravi.

Questi enterobatteri rappresentano una sensibile minaccia per la salute pubblica perché molto spesso – oltre ad essere resistenti ai carbapenemi – sono resistenti a tutti i tipi di antibiotici oggi disponibili sul mercato.

 

Come si contrae un’infezione da enterobatteri resistenti ai carbapenemi?

 

Essa colpisce in particolare le persone immunocompromesse che si trovano in un ospedale (soprattutto se lungodegenti), chi ha subito un intervento chirurgico o è stato ricoverato per delle ferite importanti , chi ha subito un inserimento di strumenti medici come un catetere urinario o endovenoso.

 

Quali sono i sintomi di un’infezione da enterobatteri resistenti ai carbapenemi?

 

I sintomi dell’infezione sono gli stessi delle infezioni da enterobatteri: frequenza cardiaca e respiratoria accelerata, febbre, infezioni del tratto respiratorio inferiore, delle vie urinarie, della pelle e dei tessuti molli, ipotensione, artrite settica, endocardite, infezioni oftalmiche e del sistema nervoso centrale, cianosi e chiazze, bolle emorragiche, shock settico.

 

Come si può curare un’infezione da enterobatteri resistenti ai carbapenemi?

 

Viene curata caso per caso, in base alle risultanze delle analisi eseguite presso un operatore sanitario specializzato.

Si verificano casi di persone colonizzate ma non infettate da questo tipo di batterio; in tali  circostanze non risulta essere necessario alcun tipo di trattamento.

 

Importante avvertenza

 

Le informazioni di questa scheda forniscono delle semplici indicazioni generali e non possono in nessun caso sostituirsi al parere del medico. In presenza di una situazione di malessere è sempre consigliato di rivolgersi al proprio medico o recarsi al più vicino Pronto Soccorso.

 

 

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