A Bergamo parte il mini-corso che ci aiuta a “Diventare adulti consapevoli

Humanitas Medical Care di Bergamo è vicina alle famiglie, si preoccupa del benessere emotivo dei loro componenti e opera perché le loro relazioni siano più soddisfacenti possibile. A questo proposito, il Centro di via Camozzi di Bergamo ha deciso di affiancare ai tre corsi gratuiti già tenuti sull’importanza della comunicazione all’interno del nucleo familiare – cui farà seguito un secondo ciclo nel mese di febbraio – una serie di tre incontri a pagamento in cui sarà trattato il tema “Diventare adulti consapevoli”.

Ne parliamo con gli specialisti dell’Ambulatorio di Psichiatria di Humanitas Medical Care di Bergamo.

A chi si rivolge e quali sono gli obiettivi di questo microcorso?

«Il corso di tre incontri si rivolge a genitori e caregivers di bambini, adolescenti e giovani adulti con l’obiettivo di fornire loro strumenti per diventare adulti consapevoli delle proprie convinzioni e del proprio vissuto emotivo, in modo che ognuno possa comprendere e gestire al meglio il “funzionamento psicologico” dei giovani in crescita».

Come si può agire su se stessi per aumentare la propria consapevolezza?

«La consapevolezza personale può essere aumentata attraverso la conoscenza e la possibilità di apprendere punti di vista differenti della stessa realtà. Una maggiore consapevolezza di se stessi favorisce l’equilibrio psichico e la capacità di ascolto e comprensione dell’altro e consente inoltre di risolvere con più efficacia i problemi che si devono affrontare ogni giorno».

Il corso “Diventare adulti consapevoli” prevede tre incontri. Quali sono i contenuti delle tre serate?

«Gli argomenti della crescita psicologica dall’infanzia all’età adulta e delle relazioni familiari sono trattati attraverso tre approcci differenti, uno per serata. Nel primo appuntamento, in programma il 28 febbraio, ci occupiamo dell’ottica psicodinamica, attraverso cui analizzeremo da dove possono nascere certi comportamenti difficili da spiegare, come quelli violenti di cui spesso leggiamo sui giornali o di cui altrettanto spesso si parla in televisione».

Di cosa si parlerà nella seconda serata?

«Il secondo incontro, in programma il 30 marzo, tratteremo i temi legati all’ottica familiare-sistemica, sottolineando come all’interno della famiglia si seguano regole tipiche di un “sistema” che tende a mantenere la propria omeostasi, cioè un proprio equilibrio. Un meccanismo che porta alla formazione di relazioni e reazioni che si instaurano nelle famiglie, in modo inconsapevole, e provocano la formazione di “sintomi psichici” che divengono funzionali e si trasferiscono con facilità da un soggetto all’altro. Per questo la famiglia deve essere analizzata come se fosse un tutt’uno: il sintomo può permanere anche quando un soggetto ne guarisce, trasferendosi a un altro familiare. Svelare il gioco, capire come questo può succedere, permette alle persone di affrontare meglio certe situazioni».

E la terza serata, quale approccio avrà?

«La terza e ultima serata del mini-corso, prevista per il 20 aprile, sarà dedicata all’ottica neurolinguistica e neurocognitiva. Ci concentreremo dunque sul cervello, su come noi reagiamo collegandoci ai neurotrasmettitori cerebrali, su come le parole possono addirittura influenzare gli stessi neurotrasmettitori e su come noi impariamo ad avere un nostro punto di vista e su tanti altri aspetti. Sottolineeremo quanto sia fondamentale capire che non ci sono visioni giuste o sbagliate, all’interno di una famiglia, ma che ognuno dentro di sé è portatore di un mondo suo, fatto di visioni differenti ma sempre da rispettare. L’idea di fondo è: più riesco a comprendere meglio il mondo altrui più mi abituo a uscire dalla mia zona di comfort».

Come saranno impostati gli incontri?

«Nel corso degli incontri di gruppo, ognuno della durata di due ore, spiegheremo i diversi approcci considerando i pilastri di ogni differente approccio. Non mancheranno momenti in cui i partecipanti potranno intervenire direttamente con richieste per chiarimenti, domande, confronti su problematiche. È importante poter condividere le proprie esperienze, il confronto che viene attuato in un ambiente accogliente e “zero giudicante” aumenta la conoscenza di sé e delle dinamiche emotive e neuropsicologiche che sono alla base dei nostri comportamenti e dei nostri rapporti con le altre persone».

In quale modo l’affrontare tematiche di questo tipo comporta un vantaggio nel rapporto adulti/giovani?

«Queste serate sono pensate per aiutare i partecipanti adulti a conoscere come si forma la struttura psicologica, quali sono i passaggi e le relazioni che influenzano il proprio modo di essere, come siamo diventati adulti e come possiamo far diventare i nostri giovani adulti consapevoli. Il tutto partendo dal presupposto che la comprensione dei meccanismi psicologici che vengono via via utilizzati nei rapporti quotidiani facilita l’empatia e la comunicazione efficace nell’ambito familiare e in quello scolastico, sportivo e in tutte quelle situazioni in cui vi sia un rapporto continuo con bambini, adolescenti e giovani adulti».

Quali sono gli adulti che intendete maggiormente coinvolgere? Quelli che hanno a che fare con bambini piccoli, con adolescenti, con giovani adulti?

«L’acquisizione della consapevolezza che vogliamo promuovere in queste serate non dipende dall’età né dalle diverse condizioni in cui ci si possa trovare. Nell’ambito della relazione con i figli ogni momento è buono, non è mai troppo presto né troppo tardi».

Si può dire che l’intento del corso sia anche quello di fare prevenzione nei confronti della patologia mentale?

«Sì, certo, perché se noi sappiamo con anticipo che cosa può essere utile per stare bene, siamo anche in grado di capire che cosa ci possa aiutare quando ci troviamo in una condizione psicologica non ottimale. La patologia mentale non ha un confine chiaro tra salute e malattia, si sviluppa in seguito ad anni di situazioni spurie, di incomprensioni, di malriconoscimenti… non è come la patologia chirurgica, che nasce in un giorno preciso e da quel giorno si sa che c’è. La patologia psichica, quella che ti fa stare davvero male, può avere una “preparazione” di almeno 5 anni senza che possa essere riconosciuta. Quindi aumentare la sensibilità, la comprensione, l’ascolto, aiuta molto, è una cosa positivissima dal punto di vista preventivo».

“Diventare adulti consapevoli”

Il corso, a pagamento, si svolge in Humanitas Medical Care di Bergamo, in via Camozzi 10.

Sono previsti tre appuntamenti – di due ore, dalle ore 17.45 alle ore 19.45 – nelle seguenti date: 28 febbraio, 30 marzo e 20 aprile.

È importante ma non obbligatorio partecipare a tutti e tre gli incontri.

Iscrizione e pagamento possono essere fatti per una singola serata o per il pacchetto completo di tre serate ad una tariffa agevola.

Per maggiori informazioni e per iscriversi al corso o alle singole serate “Diventare adulti consapevoli”, contatta il numero 035.0747000 da lunedì a venerdì dalle 8 alle 19 e il sabato alle 9 alle 13.

Sedi

Humanitas Medical Care
Bergamo
Via G. Camozzi, 10, Bergamo, BG, Italia
I numeri di Humanitas
  • 12.000.000 Visite
  • 1.000.000 pazienti
  • 7.300 professionisti
  • 190.000 ricoveri
  • 12.000 medici