Allergie e cura “fai da te”: una pessima soluzione

Dai dati di una ricerca effettuata da Reactine, in collaborazione con Eurisko, il 48% delle persone che soffrono di allergia in Italia ricorre alle cosiddette automedicazioni.

Solo il 22% si rivolge a un medico mentre esiste un abbondante 30% di persone che non si cura affatto in quanto riesce a tollerare i propri sintomi oppure perché li confonde con raffreddori e congestioni sinusali.

Tutto ciò rende sempre più necessario impostare il discorso relativo all’automedicazione in modo responsabile.

Ne parliamo con il Dottor Michele Ciccarelli, Responsabile dell’Unità Operativa di Medicina generale e di Pneumologia presso l’Istituto Clinico Humanitas.

Che ruolo gioca il farmacista nell’automedicazione?

Essenziale. Dato che molte persone allergiche non si rivolgono a un medico, il ruolo del farmacista diventa fondamentale per due motivi.

Il primo perché suggerisce alla persona allergica (non cronica) un prodotto da banco sicuro ed efficace nel controllare i sintomi tipici.

Il secondo perché può rappresentare non soltanto uno spazio di automedicazione responsabile per il soggetto allergico ma anche un momento di confronto finalizzato all’opportunità di una diagnosi e a un trattamento adeguato.

È sempre opportuno rivolgersi a un allergologo?

Ai primi segnali di un’allergia è essenziale evitare di sottovalutare o trascurare il problema, in quanto questo atteggiamento potrebbe seriamente ritardare la diagnosi del disturbo.

Il mancato trattamento oppure uno inadeguato, infatti, causano il peggioramento dell’infiammazione, tipico delle malattie allergiche, con una conseguente recrudescenza dei disturbi, compresi quelli asmatici.

Il medico allergologo, attraverso i test di laboratorio, è il solo in grado di definire il tipo di allergia (se di allergia si tratta) e di consigliare quindi il trattamento più efficace, soprattutto quando occorre assumere diversi medicinali in associazione fra loro.

Il farmacista, semmai, può essere da supporto al malato allergico, dando una risposta immediata ma provvisoria a un bisogno urgente.

Tuttavia, occorre ricordare che solo l’allergologo può diagnosticare il tipo di allergia e intervenire nel modo più corretto.

Quale farmaco bisogna assumere per attenuare i sintomi stagionali del raffreddore da fieno?

Se la persona soffre di rinite allergica, allora il primo consiglio è di diagnosticare il tipo di allergene in azione per intervenire con misure preventive specifiche.

Solo successivamente si potranno utilizzare farmaci a uso topico, come gli spray nasali e le compresse, a base di antistaminici, inibitori del rilascio di mediatori (cromoni) e steroidi.

Questi farmaci consentono di ridurre sintomi tipici come starnuti, prurito nasale, bruciore e arrossamento degli occhi, senza provocare importanti effetti collaterali.

Inoltre, grazie agli antistaminici di ultima generazione, i classici effetti collaterali, come la sonnolenza, sono meno frequenti rispetto agli effetti che inducevano le molecole precedenti.

 

 

 

I numeri di Humanitas
  • 12.000.000 Visite
  • 1.000.000 pazienti
  • 7.300 professionisti
  • 190.000 ricoveri
  • 12.000 medici