Artrite, grazie ai farmaci si può vivere una vita del tutto normale

Parliamo spesso di artrite, soprattutto quando raggiungiamo una certa età e tendiamo ad attribuire a questa malattia molti dei disturbi e dei dolori che proviamo in generale. Ma non sempre sappiamo bene che cosa si intende quando si parla di questa malattia, soprattutto forse non sappiamo che il nome “artrite” raduna sotto di sé molte tipologie di patologie anche, a volte, molto differenti tra loro.

Che hanno, però, un tratto di fondo che le accomuna: l’artrite è un’infiammazione che colpisce una o più articolazioni del nostro corpo, per esempio le ginocchia, i polsi e le mani.

Come si sviluppa un’artrite? Quali sono i suoi sintomi? Come la si diagnostica e come la si cura? Scopriamolo con l’aiuto della dottoressa Valentina Varisco, reumatologa di Humanitas Gavazzeni e di Humanitas Medical Care di Bergamo e di Trezzo sull’Adda.

Dottoressa Varisco come si sviluppa un’artrite? Quali sono le sue cause?

«Dal momento che stiamo parlando di molte tipologie di patologie, anche le cause sono molteplici. Si può partire da cause infettive o infiammatorie in senso stretto in relazione alle tipologie di artriti più diffuse – come quella reumatoide o quella psoriasica –, per arrivare a cause di tipo dismetabolico, che riguardano cioè alterazioni del metabolismo, tipiche di forme di artrite come ad esempio la gotta».

Quali sono i sintomi tipici dell’artrite?

«I più caratteristici sono il dolore articolare a riposo, che tende a diminuire con il movimento, e il gonfiore dell’area interessata, causato dall’infiammazione. Possono inoltre associarsi sintomi che possiamo definire “sistemici” come la stanchezza, la febbre o uno stato di malessere generale. Anche in questo caso bisogna però tenere in considerazione il fatto che le varie forme di artrite possono avere sintomi associati molto diversi tra loro, non è possibile quindi generalizzare».

Quali parti dell’articolazione sono interessate?

«Nell’artrite reumatoide è coinvolta principalmente la membrana sinoviale presente nell’articolazione. In quella psoriasica e in quelle che appartengono, al suo stesso gruppo, chiamate spondiloartriti, possono essere colpiti sia l’articolazione sia la membrana sinoviale, sia i tendini e le strutture che chiamiamo “entesi” e che sono i punti di ancoraggio dei tendini sull’osso. Molto spesso nelle artriti infiammatorie, come artrite reumatoide o psoriasica, sono coinvolte più articolazioni contemporaneamente; talvolta alcune forme di artrite danno coinvolgimento simmetrico delle articolazioni, per esempio colpiscono le due ginocchia».

C’è un’età cui si è più soggetti all’artrite?

«Parlando di artrite in generale, un’età precisa non c’è perché il momento dell’insorgenza di questa malattia può variare a seconda della tipologia. Si tende ad associarla all’età adulta perché in effetti le sue forme più diffuse, quella reumatoide e quella psoriasica, si sviluppano soprattutto in età adulta, anche se possono comunque esordire, in casi meno diffusi, in età pediatrica».

Ci può essere familiarità?

«Ci può essere una certa predisposizione allo sviluppo di malattie autoimmuni se nella famiglia ci sono soggetti che già soffrono, appunto, di malattie autoimmuni. Nel caso dell’artrite psoriasica, ad esempio, se c’è un soggetto della famiglia che soffre di psoriasi si ha una maggior probabilità che un altro componente familiare sviluppi questa patologia».

Restando alle artriti autoimmuni, che cosa può accadere se non le si curano a dovere e per tempo?

«Si tratta di malattie croniche che vanno curate perché l’infiammazione che non viene trattata può portare a un danno articolare che può provocare una limitazione della funzione dell’articolazione stessa».

Qual è il percorso diagnostico del paziente che accusa sintomi che potrebbero far pensare alla presenza di un’artrite?

«Il primo passo consiste nel sottoporsi a una visita reumatologica, nel corso della quale lo specialista reumatologo raccoglie tutte le informazioni che il paziente riferisce in relazione ai sintomi e all’insorgenza del problema. A seguire lo stesso specialista, nella visita vera e propria, valuta le singole articolazioni – quelle dolenti o tumefatte – ed esegue un esame obiettivo generale della salute del paziente. In base alla storia clinica e allo stato di salute verificato durante la visita, potrà richiedere l’esecuzione di alcuni esami di approfondimento diagnostico».

Quali esami possono essere necessari?

«Gli esami del sangue, nello specifico quelli di routine più alcuni marcatori di autoanticorpi specifici per le varie malattie reumatiche di cui si sospetta l’esistenza. Poi esami diagnostici strumentali come radiografia o, in casi particolari, risonanza o TAC, da eseguirsi in centri ospedalieri e diagnostici strutturati».

Una volta verificata l’esistenza di artrite, quali cure possono essere predisposte?

«Sempre restando alle due forme di artrite più diffuse – la reumatoide e la psoriasica – nella prima fase di cura si utilizza il cortisone per togliere l’infiammazione e per fare da “ponte” verso l’utilizzo di farmaci immunosoppressori convenzionali, cui è affidato il compito di rimodulare l’attività del sistema immunitario. Se questi farmaci non portano alla remissione della malattia, al paziente possono essere prescritti farmaci biologici, tra cui ce ne sono alcuni che sono utilizzati ed efficaci per entrambe queste artriti e altri che sono invece specifici per una piuttosto che per l’altra».

Si può guarire completamente dall’artrite?

«Le artriti non sono guaribili perché sono malattie croniche. Sono, però, ben curabili grazie ai farmaci che abbiamo a disposizione e nella migliore delle ipotesi il paziente che si cura può fare una vita assolutamente normale».

Reumatologia
Dott.ssa Valentina Varisco

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