Artrosi, cosa può fare la fisioterapia?

La fisioterapia può giocare un ruolo determinante nella gestione dei pazienti con l’artrosi. Non solo perché aiuta a rinforzare i muscoli, migliorare la mobilità e il movimento, ma anche perché permette di alleviare il dolore, aiutando i pazienti a gestire al meglio questa condizione.

Ne abbiamo parlato con il dott. Matteo Grossi, fisioterapista presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care di Varese e specialista del centro Fisio Medical Care.

Che cos’è l’artrosi?

L’artrosi è una patologia articolare degenerativa,cronica e progressiva, caratterizzata dal deterioramento della cartilagine che riveste le superfici ossee all’interno delle articolazioni, a seguito del sovraccarico funzionale, di eventuali traumi e dell’invecchiamento

Colpisce principalmente le anche, le ginocchia e la colonna vertebrale (le sedi più sottoposte a carico), ma può presentarsi anche nelle mani e nei piedi. Inoltre, è importante conoscere quali sono i fattori di rischio che possono condurre allo sviluppo della malattia. Tra questi ve ne sono alcuni irreversibili, come il sesso femminile e l’età avanzata; ed alcuni reversibili come l’obesità e la debolezza muscolare

Quali sono i sintomi dell’artrosi?

I sintomi dell’artrosi sono caratterizzati da un dolore di tipo meccanico (cioè maggiore dopo l’esercizio oppure quando si carica peso sull’articolazione interessata) che di solito è più intenso verso sera e si attenua con il riposo; rigidità (soprattutto mattutina) e limitazioni nell’utilizzo dell’articolazione (clic, cedimenti ecc.).

Quali sono le cause dell’artrosi?

L’artrosi può essere favorita da fattori di rischio, come

  • Età
  • Sesso femminile
  • Familiarità
  • Obesità
  • Sovraccarico funzionale
  • Traumi
  • Livello di densità ossea
  • Ridotta forza muscolare
  • Alterato allineamento articolare (eccessivo valgismo o varismo)
  • Lavori che richiedono posizioni forzate o il continuo utilizzo di determinate articolazioni (cosiddetti usuranti)
  • Malattie circolatorie (come l’emofilia o l’osteonecrosi avascolare)
  • Alcune forme di artrite che danneggiano l’articolazione (come la gotta o l’artrite reumatoide)

Quali sono i vantaggi della fisioterapia per l’artrosi?

La fisioterapia risulta utile nel contrastare quelli che sono i fattori di rischio reversibili come l’obesità e la debolezza muscolare, andando ad agire sul calo ponderale tramite l’esercizio aerobico (in collaborazione con altre figure come il dietologo) e migliorando la forza muscolare con un programma di esercizi di rinforzo. 

Risulta, inoltre, efficace nella riduzione e nel controllo del dolore oltre che nel miglioramento della funzione, sfruttando principi come l’inibizione discendente (“exercise-induced analgesia”, EIA) e utilizzando esercizi “task oriented” personalizzati sul singolo paziente, al fine di migliorarne la performance motoria.

Chi può beneficiare della fisioterapia per l’artrosi?

Le principali linee guida identificano l’esercizio terapeutico fisioterapico, come il trattamento principale per i pazienti con artrosi, indipendentemente da età, comorbidità, livello di dolore e compromissione funzionale. Questo approccio risulta possibile in quanto, i fattori prima citati, seppur con delle difficoltà aggiuntive, non impediscono di applicare un programma di rinforzo muscolare e di esercizio aerobico, con i conseguenti benefici illustrati in precedenza.

Come può essere trattata l’artrosi con la fisioterapia?

Il trattamento fisioterapico dovrebbe sempre includere esercizi di rinforzo muscolare ed esercizio aerobico generale.

In particolare, gli esercizi di rinforzo proposti dovrebbero avere le seguenti caratteristiche:

  • semplici nell’esecuzione del gesto motorio (in modo da essere comprensibili e alla portata di tutti indipendentemente dalla compromissione funzionale)
  • facilmente dosabili in termini di numero di ripetizioni 
  • facilmente modulabili a seconda del livello del paziente (resistenza regolabile, numero di ripetizioni, aggiunta di facilitazioni o situazioni di difficoltà) in modo da rendere l’esercizio progressivo
  • non devono richiedere un uso eccessivo di materiale tecnico (macchinari specifici, strumenti costosi e poco versatili), prediligendo invece strumenti di uso comune o versatili come gli elastici.
  • devono essere sicuri per il paziente senza esporlo a situazioni di pericolo

Se tutti questi criteri vengono rispettati, risulta possibile realizzare un programma terapeutico eseguibile al domicilio con l’assistenza di un professionista o anche in autonomia dopo un periodo di educazione all’esercizio. 

Per quanto riguarda l’esercizio aerobico invece, dovrebbe essere quanto più piacevole possibile per il paziente, tenendo conto anche delle sue passioni o abitudini preesistenti (cammino, nuoto, cyclette) al fine di aumentare l’aderenza al trattamento, evitando però le attività ad alto impatto come la corsa.

Inoltre, l’allenamento della forza, della mobilità e della resistenza hanno mostrato effetti clinicamente rilevanti sul dolore e sulla funzione, proprio perché sfruttano positivamente il principio dell’inibizione discendente (“exercise-induced analgesia”, EIA). Questo fenomeno fisiologico consiste nell’aumentato rilascio di ormoni endogeni come la serotonina e la dopamina che hanno effetti benefici sul tono dell’umore, ma anche il rilascio di oppioidi endogeni che inibiscono il dolore.

Dopo quanto iniziano a vedersi i benefici?

Premesso che ogni trattamento andrebbe personalizzato sul singolo paziente, la durata ottimale per avere effetti rilevanti sembrerebbe andare da un minimo di 8 settimane ad un massimo di 15 settimane, con una cadenza di 3 allenamenti a settimana. L’andamento degli effetti della terapia può essere altalenante, dunque non bisogna preoccuparsi o sospendere l’esercizio ad ogni ripresentazione del dolore. Bisogna aver chiaro che si tratta pur sempre di una patologia di carattere degenerativo, quindi non si riuscirà ad avere un recupero totale, ma si può puntare ad un aumento significativo della qualità della vita

Inoltre, nei pazienti candidati alla chirurgia protesica, il ruolo dell’esercizio pre-intervento sta diventando sempre più rilevante. Tramite questo approccio, chiamatoPrehabilitationi pazienti hanno modo di prepararsi meglio alla chirurgia, arrivando al giorno dell’intervento più forti, e con delle capacità motorie migliori.Questo sembra avere effetti molto positivi sul recupero post-operatorio, diminuendo i tempi di degenza e la perdita di forza e funzione conseguente all’intervento chirurgico

Fisioterpista
Dottor Matteo Grossi
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