Attività sportiva all’aperto: ecco come prevenire gli infortuni

È arrivata la primavera e si ha voglia di uscire all’aria aperta e prepararsi per la “prova costume”.

Che il movimento e lo sport facciano bene alla salute è ormai assodato, ma prima di cimentarsi in camminate, biciclettate o esercizi a corpo libero è bene affidarsi a uno specialista onde evitare di incorrere in dolori muscolari e infortuni.

Ne abbiamo parlato con il dottor Patricio Spallarossa, fisioterapista in Humanitas Medical Care Arese e in Humanitas Mater Domini Castellanza (VA).

Dottore, che cosa consiglia di fare prima di iniziare un’attività fisica?

“Premesso che un’adeguata attività fisica amatoriale contribuisce a prevenire tutta una serie di patologie cardiovascolari e muscolo-scheletriche, nonché il sovrappeso, il diabete ecc., è fondamentale che prima di iniziarla ci si affidi a uno specialista che, soprattutto in presenza di dolori o stati di malattia pregressi o esistenti, valuterà il tipo di allenamento fisico migliore per ogni singolo soggetto e saprà fornire consigli per una adeguata preparazione”, afferma l’esperto.

“Questo perché – prosegue – registriamo un’altissima incidenza di infortuni legati principalmente all’improvvisazione”.

Come prepararsi agli sport che si fanno all’aria aperta?

La corsa, le passeggiate a piedi o le biciclettate al parco e nei boschi sono attività poco impegnative, ma che, comunque, richiedono un’adeguata preparazione fisica. “Per la corsa, ad esempio, è necessario predisporre la muscolatura degli arti inferiori allo sforzo al fine di preservare la salute delle articolazioni, mentre per quanto riguarda la bicicletta – sicuramente più indicata a coloro che già presentano delle problematiche agli arti inferiori – essendo un’attività in scarico di peso, la preparazione fisica si basa sul mantenere libere le articolazioni da rigidità per mezzo di esercizi di stretching e di rinforzo muscolare”, sottolinea il fisioterapista..

“Occorre tenere anche presente – aggiunge – che a parità di tempo, la corsa richiede uno sforzo muscolare e un dispendio calorico sicuramente più alti rispetto all’attività in bicicletta, perché in essa viene coinvolto tutto il corpo e la persona è in condizione di gravità”.  

Esistono altri tipi di attività all’aperto, che sempre di più sta prendendo piede anche in aree comunali attrezzate allo scopo, definite “attività di allenamento funzionale ad alta intensità”, che consistono in esercizi molto semplici, ma che stanno alla base del ricondizionamento funzionale: piegamenti sulle gambe, flessioni sulle braccia, trazioni alla sbarra.

Che cosa intende, più precisamente?

Sono esercizi – molto semplici – fatti perlopiù a corpo libero, che già conosciamo; il problema è che “tanto più l’esercizio è semplice, tanto più è facile incorrere in errori nella sua esecuzione e, quindi, risultare dannoso per la salute”, sottolinea il fisioterapista.

E aggiunge: “Il ricondizionamento funzionale serve per imparare correttamente i gesti che stanno dietro ai vari esercizi. Occorre, quindi, fare una ‘scuola’ di quella che è, per esempio, una trazione alla sbarra piuttosto che una flessione sulle gambe”.  

Perché è meglio rivolgersi a un fisioterapista piuttosto che a un personal trainer?

“Rispetto al personal trainer, il fisioterapista è in grado di selezionare gli esercizi sulla base degli stati patologici preesistenti del soggetto, individuando l’attività fisica più idonea al suo benessere”, spiega il dottore.

“Inoltre – sottolinea – noi fisioterapisti vorremmo essere presenti più nella prevenzione oltre che nella cura del paziente per il recupero del movimento”.

La decisione di rivolgersi a un fisioterapista nasce, innanzitutto, nel momento in cui una persona vuole intraprendere un’attività sportiva dopo un lungo periodo di inattività e dove quindi il rischio di andare incontro a un infortunio è ancora maggiore.

Oltre a una valutazione completa dello stato fisico del soggetto lo specialista può offrire un vero e proprio accompagnamento sportivo, ricorrendo anche all’utilizzo di strumentazioni, come la pedana baropodometrica per l’analisi del passo, e fornendo utili consigli, per esempio, sul tipo di calzature più idonee da indossare durante l’attività.

Quali tipologie di infortuni possono derivare da una pratica sportiva scorretta?

“A livello di corsa, le patologie a cui si può andare incontro sono principalmente quelle legate al piede, come fascite plantare, tallonite, distorsione alla caviglia, tendiniti, infiammazioni dei legamenti, microlesioni muscolari (i tipici strappi), fino agli eventi traumatici come le fratture. A carico del bacino si possono verificare pubalgie, infiammazione dell’articolazione sacro-iliaca, dolori al coccige”, riferisce il fisioterapista.

E prosegue: “Per chi pratica l’attività in bicicletta, oltre a quelli sopracitati, si possono verificare problemi alle ginocchia, come borsiti, infiammazione dei legamenti del ginocchio e tendiniti rotulee, dolori e sovraccarichi alla schiena, molto spesso dovuti alla sella troppo bassa o troppo alta, e a carico delle spalle, quali tendiniti della cuffia dei rotatori e patologie di sovraccarico. Inoltre, gli uomini possono andare incontro a prostatiti dovute allo sfregamento e alla pressione sul sellino per il prolungato periodo di tempo”.

“Anche la ginnastica a corpo libero – conclude il dottor Spallarossa – non eseguita correttamente e non controllata da un esperto può riservare problematiche che vanno dalle lombalgie agli stiramenti e strappi muscolari, fino, nei casi estremi, alle ernie”.

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