Bambini e verdure: istruzioni per l’uso – Parte Prima

Una guerra senza fine, caratterizzata da innumerevoli battaglie perse, di cosa stiamo parlando? Di genitori, nonni, zii intenti a far mangiare, con le buone o con le cattive, le verdure ai piccoli di casa!

Non ci sono filastrocche o intimidazioni che reggano: ai bambini non piacciono le verdure.

Eppure sono alimenti dai molteplici pregi, immancabili in una dieta salutare.

Come fare allora?

Abbiamo chiesto consiglio alla dottoressa Licia Striuli, specialista in Nutrizione Clinica di Humanitas Medical Care Arese e Humanitas Medical Care Domodossola, che a partire da oggi e per le prossime settimane verrà in nostro aiuto per mettere fine alla diatriba bambini-verdure.

 

Perché le verdure non piacciono ai bambini?

Le verdure difficilmente suscitano entusiasmo nei più piccoli e anche secondo la dr.ssa Striuli, non possiamo biasimarli.

“Permettetemi di spezzare una lancia in favore dei bambini. Il rifiuto delle verdure non è una presa di posizione, un dispetto, un capriccio, un volere a tutti i costi qualcos’altro, ma solo una reazione istintiva (per i più piccoli) ed inconscia (per i più grandi) verso una categoria di alimenti che in queste fasi della vita presenta svantaggi in due ambiti: organolettico (ossia l’insieme delle sue caratteristiche fisiche e chimiche percepite dagli organi di senso) e nutrizionale (contenuto ed effetto dei nutrienti)” spiega la specialista.

 

Nei più piccoli, sono i sensi i giudici delle verdure

I cinque sensi sono l’unica arma di giudizio che i bambini, soprattutto i più piccoli, possono usare per difendersi da ciò che all’esterno potrebbe essere per loro dannoso. Per tale motivo i due sensi più ancestrali, olfatto e gusto, sono sviluppatissimi e sensibilissimi.

Se è vero che il bambino tende a fidarsi di chi lo nutre, è ancor più vero che ha cieca fiducia nei suoi sensi primordiali.

Non solo, se nel primo anno di vita si può approfittare dell’innata curiosità per la novità (neofilia) per far provare al bebè quasi ogni cosa con la certezza che la assaggerà, dopo il primo anno interviene un impulso opposto: il sospetto verso la novità (neofobia).

 

I sensi: ostacolo o aiuto?

La vista. Escludendo i colori sgargianti, le verdure hanno spesso un aspetto bizzarro, poco rassicurante e forme non sempre armoniche.

Il tatto. La verdura non sempre rimanda sensazioni piacevoli né al tocco (cotta tende ad essere molle, umida, fibrosa, cruda risulta dura e fredda), né in bocca (alcune verdure fibrose sono difficili da masticare e deglutire, sia crude che cotte).

L’olfatto. Cruda e cotta la verdura non ha un profumo stimolante: si va dall’insapore al non piacevole, con sfumature intermedie.

Il gusto. Scacco matto: dal neutro (poco stimolante) a toni troppo caratteristici (brassicacee, cipolle, aglio, carciofi…) o amari (erbe amare, zucchine poco fresche…). Il sapore amaro per il bambino è un segno di allarme.

 

…e i bambini più grandi?

Nei bambini più grandicelli, il rifiuto delle verdure permane in forma cronica, come un’abitudine. Il giudizio negativo è assodato e difficile da modificare, tanto più che nel tempo il bambino ha avuto l’opportunità di assaggiare e gustare ben altre prelibatezze e sapori molto più decisi, che hanno reso le verdure ancor più insignificanti al confronto.

 

Ora che abbiamo visto le verdure dal punto di vista dei nostri bambini, come far si che bambini e verdure facciano pace?

Alla prossima puntata con i consigli della dr.ssa Licia Striuli, specialista in Nutrizione Clinica di Humanitas Medical Care Arese e Humanitas Medical Care Domodossola.

To be continued…

 

I numeri di Humanitas
  • 12.000.000 Visite
  • 1.000.000 pazienti
  • 7.300 professionisti
  • 190.000 ricoveri
  • 12.000 medici