Bruciore di stomaco, perché aumenta in primavera?

Le stagioni possono influenzare il nostro umore, il sonno, l’appetito e il nostro livello di energia. In particolare, la primavera porta con sé un aumento di disturbi legati alla cattiva digestione, come gastrite, ulcera o reflusso gastroesofageo. Le malattie gastrointestinali sono presenti in tutto l’anno ma perché in questo periodo tendono a manifestarsi con maggiore insistenza?

Lo abbiamo chiesto al dott. Marco Dal Fante, gastroenterologo presso l’ambulatorio di Humanitas Medical Care Murat a Milano.

Dottore, quali sono le cause del bruciore di stomaco in primavera?

Il bruciore di stomaco (o pirosi gastrica), è una condizione piuttosto comune in primavera. Generalmente, la causa principale è l’elevata assunzione di grassi che tendiamo ad assumere durante l’inverno e che, portando ad un aumento del nostro indice di massa corporeo, avrà inevitabili ripercussioni nei mesi seguenti, in questo caso, in primavera.

Anche alcune cattive abitudini giocano un ruolo importante. La sedentarietà, il fumo o l’assunzione di troppa caffeina, sono tutte condizioni che possono irritare la mucosa dello stomaco, rendendola più sensibile agli acidi gastrici, a problemi digestivi e bruciore.

In primavera, poi, l’aumento delle ore passate sotto la luce del sole (complici le giornate più lunghe), favorisce la produzione di cortisolo, un ormone che ci tiene attivi ma al tempo stesso rallenta anche la digestione, e può predisporre ad ansia e sbalzi d’umore, avendo una conseguenza diretta anche sul nostro comportamento alimentare.

Inoltre, anche alcuni farmaci antinfiammatori non steroidei, come quelli utilizzati per le allergie primaverili, possono danneggiare l’epitelio del tratto digestivo, aumentando l’insorgenza di gastriti e reflusso gastro-esofageo.

Bruciore e pesantezza si possono combattere con l’alimentazione?

Sì, l’importante è stare sempre attenti a ciò che si mangia. Il mio consiglio è, prima di tutto, quello di ridurre il consumo di alimenti che contengano grassi di origine animale (come burro, uova, latticini e le carni grasse), così come gli insaccati, i fritti, i piatti elaborati, i cibi piccanti, i dolci, i piatti pronti e quelli ricchi di sale e conservanti.

Anche alimenti come il caffè, la menta, la cioccolata, gli alcolici, il pomodoro e in alcuni casi anche gli agrumi, come limoni e arance, possono causare cattiva digestione e quindi andrebbero consumati con criterio.

Sono invece da favorire i cereali come riso e pasta integrale che contengono fibre utili alla digestione (si possono condire con verdure e olio d’oliva), mentre, per quanto riguarda la parte proteica, è meglio prediligere carni bianche e pesce (magari cotti al forno o al vapore) e i legumi. La frutta meglio consumarla cruda, a meno che dia problemi di acidità. In questo caso si può consumare anche cotta.

L’attività fisica può aiutarci a combattere questi disturbi?

Eseguire un’attività fisica costante, con una camminata veloce, una corsa blanda o una pedalata in bicicletta per mezz’ora al giorno, può aiutarci a digerire, agendo positivamente sulla peristalsi intestinale, scaricando la tensione e aumentando il dispendio calorico.

Quando fare una visita gastroenterologica?

Se i disturbi digestivi sono particolarmente forti, e il problema dura più di qualche giorno, è consigliabile rivolgersi al proprio medico che potrebbe consigliare la somministrazione di farmaci antiacidi a base di bicarbonato di sodio, alginato o anche integratori a base di acido ialuronico per esempio.

Se i sintomi durano per una settimana, sarà necessario consultare uno specialista gastroenterologo, per sottoporsi a una visita specialistica che permetta di indagare più a fondo il problema.

Gastroenterologia ed Endoscopia
Dott. Marco Dal Fante
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