By-pass gastrico: chi può fare l’intervento?

Il by-pass gastrico è una delle opzioni chirurgiche per i pazienti affetti da obesità grave. Nonostante sia indicato per problemi di obesità, in particolare associata a diabete mellito di tipo 2, ci sono importanti requisiti che il paziente deve avere per potersi sottoporre all’intervento.

Ne abbiamo parlato con la dott.ssa Mara Andreoli, chirurgo presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care Domodossola a Milano, e membro del team di Humanitas San Pio X, a Milano, Centro di Riferimento SICOB (Società Italiana Chirurgia della Obesità e Malattie Metaboliche).

Che cos’è il by-pass gastrico?

È una procedura di chirurgia bariatrica che crea una piccola tasca (simile ad una tazzina di caffè) a livello dello stomaco, separata dal resto dell’organo e collegata direttamente all’intestino tenue, in grado di contenere solo una piccola quantità di cibo. Si tratta di un intervento standard per l’obesità: dopo pochi bocconi, il paziente si sente sazio, nonostante il ridotto quantitativo di cibo assunto, e questo consente di mantenere un regime dietetico ipocalorico con un ridotto senso di fame e conseguente perdita di peso. 

Nell’intervento di By-pass gastrico si crea inoltre un ritardo nell’incontro tra i succhi digestivi e il cibo introdotto, ciò comporta una quota di malassorbimento per i carboidrati che lo rende particolarmente indicato in chi soffre di diabete mellito tipo 2 (in molti casi induce ad una remissione della malattia).

Infine questo intervento è molto utilizzato nei pazienti obesi portatori di severo reflusso gastroesofageo poiché si riduce l’insulto dei succhi acidi prodotti dallo stomaco.

Chi può sottoporsi all’intervento?

Il by-pass gastrico non è indicato per tutti coloro che sono gravemente obesi. I pazienti devono essere attentamente valutati prima di essere candidati all’intervento.

In genere possono essere valutati per intervento di by-pass gastrico i pazienti dai 18 ai 65 anni con obesità di terzo grado, cioè con un indice di massa corporea superiore a 40, oppure con obesità di secondo grado, cioè con un indice di massa corporea maggiore di 35 ma affetti da una o più patologie legate al peso (come diabete, displipidemia e sindrome delle apnee notturna, patologia osteo-articolare degenerativa). Tutti i pazienti candidati a intervento devono avere già effettuato in precedenza tentativi dietetici o riabilitativi per il controllo del peso e non devono avere controindicazioni di natura medica o psichiatrica per l’intervento.

Come si svolge la prima visita per il by-pass gastrico?

La prima visita è importante per valutare lo stato di salute del paziente e capire se un intervento di chirurgia bariatrica può essere risolutivo. Se il paziente non fosse idoneo o non fosse necessaria la chirurgia bariatrica, verranno illustrate altre alternative terapeutiche.

Nel caso invece il paziente risultasse idoneo, verranno predisposti ulteriori esami e accertamenti (esami ematici e accertamenti radiologici o endoscopici) e successive visite (internistica, endocrinologica, cardiologica o pneumologica), oltre ad una valutazione dietetica e psicologica.

La valutazione di chirurgia bariatrica è strutturata in più fasi, perché il paziente possa incontrare tutti gli specialisti che lo seguiranno nel percorso di cura. 

“L’approccio multidisciplinare con diversi specialisti è fondamentale”, sottolinea la dottoressa Andreoli, “sia per permettere al paziente di arrivare all’intervento nelle migliori condizioni di salute e ridurre così il rischio operatorio, sia per prepararlo alle modifiche dello stile di vita che seguiranno.  Per questo riveste un ruolo molto importante la valutazione psicologica, atta ad escludere psicopatologie gravi e disturbi del comportamento alimentare che controindichino l’intervento, e necessaria per conoscere la reale motivazione del paziente e la sua capacità di adattamento alle modificazioni alimentari successive”. 

Un’altra figura importantissima è quella della dietista, sia nella scelta della tipologia di intervento più idoneo, sia nella preparazione del paziente all’intervento (vengono infatti fornite indicazioni per ridurre il peso e in conseguenza il rischio operatorio), sia nella fase postoperatoria.

Ad oggi, la chirurgia, unita ad un buon stile di vita, rappresenta un approccio efficace per l’obesità grave: “oltre che sul calo ponderale (del peso corporeo) ha infatti buoni risultati anche nel portare al miglioramento o alla scomparsa di molte patologie associate come il diabete, l’ipertensione arteriosa, le apnee notturne, le artropatie, la steatosi epatica o il reflusso gastroesofageo”.

Come avviene l’intervento di by-pass?

L’intervento avviene in anestesia generale e si divide in due passaggi principali:

·  Il primo passo rende lo stomaco più piccolo. Il chirurgo lo divide in una piccola sezione superiore e una, più grande, inferiore. La parte superiore dello stomaco (tasca gastrica) è dove andrà il cibo. Ne può contenere solo una piccola quantità, per questo motivo il paziente mangerà meno e perderà peso. In alcuni centri tra cui il Centro di Chirurgia bariatrica di Humanitas San Pio X, a Milano, la suddivisione dello stomaco viene realizzata mantenendo un piccolo passaggio del calibro di circa 1 cm, in modo da consentire una futura esplorabilità dello stomaco del paziente mediante una comune gastroscopia.

·  Il secondo passo è il by-pass. Il chirurgo collega una piccola parte dell’intestino tenue a un piccolo foro nella sacca. Il cibo viaggerà dalla sacca in questa nuova apertura e nell’intestino tenue. Di conseguenza, il corpo assorbirà meno calorie.

L’intervento chirurgico viene eseguito in anestesia generale, in laparoscopia (il chirurgo esegue piccoli tagli), tecnica che riduce il dolore postoperatorio e migliora il recupero. La maggior parte dei pazienti rimane in ospedale per 2 o 3 giorni e torna alle normali attività in 3-5 settimane.

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