Calo di memoria? È colpa dello stress

In un anziano la diminuzione della memoria è un fatto fisiologico e quindi del tutto normale. Se invece questo disturbo, unitamente al calo dell’attenzione, interessa persone più giovani, allora occorre ricercarne la causa, che molto spesso è attribuita a una condizione di particolare tensione emotiva o a una vera e propria stanchezza fisica.

Ce ne parla la dottoressa Paola Merlo, responsabile dell’Unità operativa di Neurologia in Humanitas Gavazzeni, alla quale abbiamo chiesto come si possa risolvere il problema.

Quale può essere la causa principale del calo di memoria e di attenzione in un soggetto giovane?

“Un’attività professionale intensa, anche se di grande soddisfazione, può procurare un senso di malessere generale e, in particolare, generare una stanchezza fisica e mentale che, genericamente, definiamo stress. Talvolta questa condizione può portare a difficoltà a ricordare o a concentrarsi”, spiega la dottoressa Merlo.

In quali particolari situazioni si verifica la diminuzione del livello di attenzione?

Si tratta di una condizione che il più delle volte interessa coloro che rivestono ruoli professionali ad alti livelli, che hanno quindi carichi di lavoro importanti e di grande responsabilità, per i quali è necessaria una continua ed elevata concentrazione.

“Alla lunga – sottolinea la dottoressa – questo coinvolgimento cognitivo può raggiungere livelli tali da comportare un soggettivo disagio, che sfocia poi in una stanchezza fisica e mentale in grado di generare disturbi minori, come quelli che interessano il tono dell’umore e il livello di memoria e di attenzione”.

In che modo è possibile “curare” la memoria?

“Questa condizione normalmente non arriva a determinare una reale compromissione funzionale dello svolgimento delle attività abituali, ma rappresenta un disturbo benigno che può essere facilmente risolto”, chiarisce la dottoressa Merlo. “Occorre un controllo specialistico mirato (presso centri come quello attivato in Humanitas Gavazzeni) che indaghi su questi aspetti per poter fornire un aiuto adeguato alle persone che lamentano disturbi cognitivi e della memoria, in modo che possano essere rassicurate in merito alla natura degli stessi”, conclude la dottoressa.

 

 

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