Celiachia, quali sono i segnali a cui prestare attenzione?

La celiachia è una malattia autoimmune che si manifesta in alcune persone geneticamente predisposte in cui l’assunzione di glutine (una proteina presente nel grano, nella segale e nell’orzo) provoca danni al duodeno caratterizzati da atrofia dei villi intestinali.

È una condizione ereditaria che può essere diagnosticata già dopo pochi mesi dalla nascita, come del resto manifestarsi nell’età adulta o avanzata. Si stima che colpisca 1 persona su 100 in tutto il mondo.

Ne abbiamo parlato con il dott. Massimo Pozzi, gastroenterologo presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care Milano Murat.

Quali sono i sintomi della celiachia?

Quando una persona celiaca assume cibi o farmaci contenenti gliadina, proteina di riserva dei cereali (frumento, orzo, segale, farro) che insieme alla glutenina costituisce la parte proteica della farina (glutine), viene indotta una risposta anticorpale (autoimmunitaria) che aggredisce l’intestino, provocando danni ai villi e causando malassorbimento di alcuni nutrienti.

I sintomi della celiachia non sempre sono eclatanti, soprattutto negli adulti, creando quindi qualche difficoltà di interpretazione della sintomatologia riferita.

Generalmente includono: diarrea, gonfiore addominale, meteorismo, perdita di peso e dolori crampiformi addominali.

Altri sintomi possono essere:

–   Afte in bocca

–   Formicolio a mani e piedi

–   Debolezza muscolare

–   Alopecia

–   Anemia

–   Perdita di densità ossea

Quali sono le cause della celiachia?

Nella celiachia, il sistema immunitario (la difesa del nostro organismo contro le infezioni), scambia le sostanze presenti all’interno del glutine come una minaccia per l’organismo e le attacca. Questo danneggia la superficie dell’intestino tenue creando una atrofia dei villi intestinali e quindi riducendo la superficie assorbente: ciò implica interferenza negativa con la capacità del corpo di assorbire i nutrienti dal cibo.

Tra i fattori scatenanti ci sono anche quelli ambientali o fisiologici (come la gravidanza) oppure le infezioni acute del tratto gastroenterico superiore. È nota anche l’associazione con altre malattie autoimmuni come il diabete mellito di tipo 1, l’artrite reumatoide, le malattie della tiroide (come la tiroidite di Hashimoto), o sindromi genetiche come quella di Turner o Down.

Come viene diagnosticata la celiachia?

È importante consultare uno specialista per avere una diagnosi corretta di celiachia.

Gli esami del sangue utili alla diagnosi sono:

–   gli anticorpi anti-transglutaminasi

–   gli anticorpi anti-endomisio

–   gli anticorpi anti-gliadina

In caso di risultato positivo, lo specialista ritenere opportuna l’esecuzione di una gastroscopia con biopsia a livello del duodeno, per confermare la diagnosi. 

Si può curare la celiachia?

Non esiste una cura per la celiachia, ma è importante seguire un’attenta alimentazione (anche se i sintomi sono lievi) per gestire e ridurre i sintomi e permettere all’intestino di ritrovare la sua originaria funzionalità. La sospensione dell’assunzione di glutine favorisce la ricrescita dei villi intestinali recuperando la funzione assorbente e di conseguenza ripristinando una regolare assimilazione dei nutrienti.

Il glutine si trova in cibi che contengono orzo, segale o grano, tra cui farina, semola, duro, cous cous, farro, pane, pasta, biscotti o cracker, torte, sughi o salse.

Il glutine non è essenziale nella nostra dieta e può essere sostituito da altri alimenti, come carne e pollame, verdura, pesce e frutti di mare, legumi, noci, formaggio, patate e riso.

Gastroenterologia
Dott. Massimo Pozzi
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