Che cosa fare quando l’orecchio fa male

Il mal d’orecchio è un disturbo abbastanza frequente, soprattutto nei bambini; spesso si cura facilmente e non crea particolari problemi. Ma, in ogni caso, non va mai sottovalutato perché, contrariamente a quanto si possa ritenere, l’otalgia non dipende solamente da malattie dell’orecchio, ma potrebbe essere un sintomo di altre condizioni, anche serie.

Ce ne parla il dottor Luca Malvezzi, otorinolaringoiatra in Humanitas.

Che cosa si deve fare se si sente male all’orecchio?

“È importante non trascurare mai alcun sintomo riferito a quest’organo così delicato e fondamentale per la nostra vita relazionale – avverte il dottore – e appena si presenta un disturbo all’orecchio occorre rivolgersi tempestivamente all’otorinolaringoiatra per individuarne la causa e stabilire la soluzione più adatta.”

Quali sono i disturbi più frequenti che riguardano l’orecchio?

“La situazione più frequente e banale con la quale frequentemente ci si confronta è il tappo di cerume, che può determinare sensazione di fastidio all’orecchio (ovattamento auricolare), più raramente dolore, e calo uditivo con rumori associati (acufene)”, riferisce l’esperto.

Molto spesso il problema è associato alla scorretta pratica di igienizzare l’orecchio con i famigerati bastoncini di cotone, altre volte, invece, è correlato all’inefficace meccanismo di “self clearing” dell’orecchio a causa di patologie cutanee come la psoriasi. Il lavaggio auricolare effettuato dal medico risolve immediatamente il disturbo.

“Il calo uditivo, invece, è un sintomo che richiede una pronta valutazione specialistica comprensiva di esame audiometrico”, spiega l’otorinolaringoiatra e aggiunge: “L’ipoacusia improvvisa, infatti, può associarsi a problematiche diverse e il suo immediato riconoscimento a volte può essere fondamentale per la preservazione dell’udito”.

Che cos’è l’otite media? Da che cosa è provocata e come si cura?

L’otite media è una patologia molto comune soprattutto nei bambini di età compresa tra i sei mesi e i sei anni. All’origine del disturbo, solitamente, vi è un colpo d’aria, o un episodio di raffreddamento o influenzale. “L’eccesso di catarro, prodotto in tali circostanze, può impedire la libera e corretta circolazione di aria tra naso e orecchio e favorire il diffondersi del processo infiammatorio”, spiega il dottore.

I sintomi tipici dell’otite media sono ovattamento auricolare (la sensazione è paragonabile a quando si ha la testa sott’acqua) e autofonia, ovvero la voce che rimbomba.

“Il trattamento – prosegue Malvezzi – si basa sull’utilizzo di cortisone per bocca (generalmente è sufficiente una terapia di dieci giorni) associata a esercizi di autoinsufflazione per favorire la fuoriuscita di muco dall’orecchio medio. In caso di sovrainfezione allo steroide andrà associato l’antibiotico. Si raccomanda di limitare l’uso dei fluidificanti del muco, che spesso peggiora o prolunga la sintomatologia.”

Che cos’è, invece, l’otite esterna? Come si cura?

L’otite esterna, detta anche “otite del nuotatore”, perché è molto frequente in estate per l’abbondanza di fattori favorenti, è un’infiammazione del condotto uditivo esterno che provoca un forte dolore (anche solo toccando l’orecchio o alla masticazione) e, a volte, anche secrezioni e febbre.

Le cause possono essere diverse: infezioni batteriche a seguito della macerazione della cute correlata alla prolungata permanenza in acqua, tossine liberate da microorganismi presenti nei mari topicali, irritazioni, traumatismi ecc.

“Solitamente, l’astensione dall’attività in acqua e l’utilizzo di medicamenti antibiotici e steroidei locali consentono la completa risoluzione del problema nell’arco di pochi giorni”, conclude il dottor Malvezzi.

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