Che cos’è l’allergia agli alimenti?

L’allergia alimentare è una reazione del nostro sistema immunitario che si verifica dopo aver mangiato un determinato cibo che viene percepito dal nostro organismo come nocivo. Basta una piccola quantità di cibo per scatenare una reazione rapida che può essere da lieve a grave, e provocare sintomi digestivi, orticaria-gonfiore delle mucose, fino all’anafilassi.

Le allergie alimentari non necessariamente compaiono dalla nascita. Alcune sono più frequenti nei bambini e possono anche risolversi dopo opportuni trattamenti, altre possono manifestarsi nel corso della vita.

I cibi che causano allergia sono molteplici, ma quali sono quelli a cui bisogna prestare particolare attenzione?

Ne abbiamo parlato con la dott.ssa Donatella Lamacchia, allergologa presso Humanitas Mater Domini e i centri di Humanitas Medical Care di Arese, Lainate e Domodossola a Milano.

Quali sono le allergie alimentari più comuni?

Sebbene siano stati identificati centinaia di alimenti che possono causare allergia, il maggior numero di allergie alimentari è da ricondurre a pochi gruppi di alimenti definiti “allergeni maggiori”

·   Latte vaccino

·   Uova

·   Frutta secca (arachidi, noce, nocciole ecc.)

·   Pesce (merluzzo, spigola ecc.)

·   Crostacei (granchio, aragosta, gamberi)

·   Grano

·   Soia

L’allergia alimentare è ereditaria?

No, tuttavia si può ereditare la predisposizione a sviluppare un’allergia.

In altre parole, un genitore allergico non avrà per forza un figlio allergico; più spesso si riscontra nei componenti di una stessa famiglia la presenza di malattie atopiche diverse tra loro (es. rinite allergica, eczema, allergia alimentare ecc.)

Come si riconosce un’allergia alimentare?

Come anticipato, le manifestazioni dell’allergia alimentare possono coinvolgere più organi ed apparati del nostro organismo (cute, apparato gastrointestinale, apparato respiratorio, e sistema cardio-circolatorio).

I sintomi più comuni comprendono:

·   prurito alla bocca

·   gonfiore (o angioedema) di labbra, palpebre, lingua, mani, piedi

·   orticaria (pomfi pruriginosi di breve durata)

·   difficoltà respiratorie (tosse, broncospasmo)

·   gonfiore del cavo orale, sensazione di costrizione alla gola

·   dolori addominali, diarrea, nausea o vomito

·   malessere generale

La reazione in assoluto più grave e rara è lo shock anafilattico ossia una reazione allergica che interessa tutto l’organismo e coinvolge in particolare il sistema cardiocircolatorio. A causa della liberazione di grandi quantità di sostanze, come l’istamina, che dilatano i vasi sanguigni, si ha un abbassamento improvviso della pressione (shock) che è la causa della perdita di coscienza che può condurre, anche alla morte del soggetto, se non si interviene tempestivamente.

Dopo quanto possono comparire i sintomi di un’allergia alimentare?

La maggior parte delle reazioni allergiche si verifica in un tempo molto ravvicinato dal pasto, di solito nell’arco di minuti e comunque entro la prima ora.

Quanto dura una reazione allergica alimentare?

La durata della sintomatologia è variabile, dipende dalla sede corporea interessata, dalla gravità della reazione e dalle eventuali terapie assunte per trattare i sintomi. In generale l’osservazione del paziente dopo una reazione deve durare diverse ore (fino a 24-48 ore per le reazioni più gravi) per l’eventualità che i sintomi si ripresentino dopo un iniziale miglioramento dovuto ai farmaci assunti.

È sufficiente toccare un cibo a cui si è allergici per innescare una reazione?

Tipicamente l’allergia alimentare è scatenata dall’ingestione dell’alimento o dal suo contatto con la mucosa orale o congiuntivale.

Il contatto cutaneo con l’alimento può provocare la penetrazione dell’allergene attraverso microlesioni della cute che è di solito responsabile di reazioni lievi limitate al sito di contatto. Sono riportati tuttavia casi di sintomatologia generale scatenata dall’utilizzo di utensili contaminati, dal consumo di altro alimento contaminato dall’allergene (ad es. durante la preparazione di un pasto), inalazione di fumi di cottura o dal contatto stretto con una persona che aveva ingerito l’alimento responsabile della reazione.

Che differenza c’è tra allergia e intolleranza?

L’allergia è dovuta alla produzione di anticorpi chiamati IgE diretti verso una componente (di solito una proteina) di un determinato cibo. Il legame delle IgE con l’alimento specifico determina l’attivazione delle cellule coinvolte nella reazione allergica che rilasciano sostanze come l’istamina responsabili dei sintomi descritti in precedenza (orticaria, angioedema, broncospasmo ecc).

L’intolleranza è la ridotta capacità di digerire e metabolizzare un alimento e si deve generalmente al difetto di alcune proteine della digestione (enzimi). Ne è un esempio l’intolleranza al lattosio.

Un discorso a parte merita la celiachia, comunemente definita intolleranza al glutine, che è in realtà una patologia cronica autoimmune scatenata dall’assunzione di glutine. Nei soggetti celiaci l’ingestione di glutine provoca un’infiammazione a livello del piccolo intestino (intestino tenue) che impedisce il corretto assorbimento dei nutrienti compromettendo la salute del paziente interessato.

Come capire se si è allergici a qualche alimento?

Nel sospetto di allergia a qualche alimento bisogna consultare uno specialista allergologo che, con un’accurata anamnesi raccoglierà tutte le informazioni relative ai sintomi che si sono presentati, al tempo di insorgenza rispetto al pasto, al tipo di alimenti ingeriti e ad eventuali farmaci assunti per il trattamento dei sintomi, nonché la presenza di altre malattie allergiche per poter consigliare il test allergologico più indicato per il singolo paziente.

I test per la diagnosi di allergia alimentare sono rappresentati dal:

·   test cutaneo a lettura immediata o prick test con allergeni alimentari

·   prelievo ematico per la ricerca delle IgE specifiche verso un alimento o verso una componente specifica di un alimento (detta allergene molecolare)

·   test cutaneo eseguito con un alimento fresco o prick by prick

·   test di provocazione orale con l’allergene sospetto assunto dal paziente che resta in osservazione per accertare e trattare eventuali reazioni (si esegue pertanto in regime di ricovero)

Cosa fare in caso di sospetta allergia alimentare nei bambini?

Il percorso diagnostico è analogo a quello per l’adulto e inizia sempre con la visita specialistica. Tutti i test su riportati possono essere eseguiti anche nel bambino. 

La possibilità di effettuare il test cutaneo nei bambini molto piccoli dipende dall’accertamento della reattività cutanea eseguibile con una sostanza di controllo, per tale motivo, il limite dei 3 anni, solitamente indicato, non è tassativo.

Alcune allergie alimentari sono molto più comuni nel bambino (es. proteine del latte vaccino, proteine dell’uovo). 

A seconda della sintomatologia con cui si presentano e della storia clinica del singolo paziente nel periodo dell’infanzia si può intervenire con procedure specifiche (desesibilizzazione) che mirano, attraverso l’inserimento regolare e controllato di piccole dosi di un alimento, a recuperare e mantenere nel tempo la tolleranza verso determinati cibi al fine di scongiurare il rischio di allergie più gravi in età adulta.

L’allergia ad un determinato cibo è per sempre o può scomparire?

Come su esposto vi sono delle allergie che si manifestano precocemente nella vita e che, spontaneamente, o con percorsi allergologici mirati, possono non provocare più sintomi.

La desensibilizzazione verso un alimento può essere effettuata anche nei soggetti adulti opportunamente identificati alla valutazione specialistica.

D’altra parte, un’allergia alimentare può insorgere in qualsiasi momento della vita.

È fondamentale, dopo aver ricevuto la diagnosi di allergia alimentare, seguire i consigli dietetici ricevuti (es. evitamento dell’alimento in tutte le sue forma, possibilità di consumo solo dopo cottura ecc.) e avere a disposizione i farmaci indicati da autosomministrarsi in caso di ingestione accidentale di un alimento cui si è allergici che vengono prescritti addestrando il paziente ad assumerli in base alla gravità dei sintomi.

Allergologia ed Immunologia Clinica
Dott.ssa Donatella Lamacchia
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