Chirurgia robotica: il robot non sostituisce il medico

Minor dolore post-operatorio; minor trauma di tessuti e organi; miglior ripresa del paziente. La chirurgia robotica dà oggi un contributo prezioso alla medicina moderna. Anche se in molti si chiedono se siano arrivati a sostituire le mani del chirurgo. No. I robot lavorano con il chirurgo, non possono operare da soli. L’esperienza e la competenza dello specialista sono infatti indispensabili, anche di fronte alle macchine più evolute, come il robot DaVinci che negli ultimi anni si è affiancato alla chirurgica mininvasiva tradizionale e a quella laparoscopica-toracoscopica.

Ne abbiamo parlato con il professor Jacques Lucien Megevand, chirurgo generale presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care di Murat e Responsabile dell’Unità operativa di Chirurgia Generale di Humanitas San Pio X.

Quali sono i vantaggi della chirurgia robotica?

La tecnologia robotica consente al chirurgo di adottare un approccio mininvasivo di assoluta precisione, che può essere applicato a diverse procedure chirurgiche, anche le più complesse, grazie all’integrazione di una visualizzazione 3D ad alta definizione del campo operatorio e a strumenti comandati da semplici movimenti della mano del chirurgo in modo intuitivo.

Com’è fatto questo robot?

Il sistema robotico è composto da due unità:

  • una consolle dove il chirurgo, tramite la visione 3D, opera e controlla in prima persona i movimenti degli strumenti;
  • il carrello paziente, composto da braccia robotiche sulle quali vengono installati gli strumenti chirurgici.

Le due unità sono connesse tra loro e comunicano tramite un sofisticato software che permette al chirurgo di lavorare in completa sicurezza impedendo movimenti spontanei o non voluti degli strumenti.

Come funziona la chirurgia robotica?

Il chirurgo opera seduto a questa consolle che dispone di un visore ad alta definizione in grado di fornire immagini elaborate in 3D che permettono di raggiungere una profondità realistica alla visione del campo operatorio. I movimenti del chirurgo vengono tradotti dal sistema robotico in micro movimenti simultanei estremamente precisi e delicati, filtrando il tremore naturale delle mani, grazie a due manipoli posizionati sotto il display della consolle, con i quali il chirurgo controlla la telecamera 3D e gli strumenti robotici. In questo modo le braccia robotiche eseguono gli stessi movimenti dello specialista ma in maniera perfezionata.

Alla base della console si trovano dei pedali che consentono di controllare la strumentazione chirurgica ausiliaria (elettrocauterizzazione, ultrasuoni, etc.).

Alle braccia meccaniche vengono fissati poi i vari strumenti chirurgici (pinze, forbici, dissettori) che un’equipe presente al tavolo operatorio provvede ad introdurre durante l’intervento. Infine, il sistema robotico effettua ripetuti controlli di sicurezza che impediscono qualsiasi movimento indipendente degli strumenti o delle braccia robotiche.

Dove può essere applicata la chirurgia robotica?

Può essere utilizzata in diversi campi, come nella chirurgia dell’apparato digestivo, esofagea, pancreatica, epatica, a quella colorettale. Inoltre, la chirurgia robotica, si è dimostrata vantaggiosa anche nella cura dei tumori, specie in quelli del retto, e per pazienti anatomicamente difficili (maschi, obesi, pelvi stretta), consentendo di ridurre il tasso di conversione da intervento mininvasivo a chirurgia tradizionale (l’esecuzione di un taglio chirurgico di grosse dimensioni) ed eseguire dissezioni vascolari, linfonodali e suture intestinali con un maggior margine di sicurezza

Per il paziente significa:

·   minor dolore postoperatorio

·   minor trauma della parete addominale e degli organi interni, grazie all’impiego dei bracci meccanici

·   rapida ripresa delle funzioni fisiologiche, perché minor traumatismo

·   più rapida dimissione ospedaliere e con ripresa nell’attività lavorativa

Responsabile di Chirurgia Generale
Prof. Jacques Lucien Megevand
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