Come faccio a sapere se il mio cuore sta bene?

Le malattie cardiovascolari rappresentano ancora la principale causa di morte in Italia e nel mondo. I numeri parlano chiaro e di fronte a tassi di mortalità così elevati, in molti si fanno le stesse domande: “Il mio cuore è sano?”, “Come faccio a sapere se sta bene?”. Riconoscere i campanelli d’allarme può essere importante, così come sottoporsi a regolari visite mediche ed esami di routine.

Ne abbiamo parlato con la dott.ssa Sara Anna Cioccarelli, cardiologa presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care Premuda a Milano.

Quali sono i sintomi di un problema al cuore?

I sintomi riconducibili ad un problema di cuore sono diversi. Quelli più comuni comprendono:

●  Dolore al petto: si può verificare a riposo o durante sforzo fisico e può dipendere da un’ostruzione delle coronarie e causare un’ischemia del muscolo cardiaco.

●  Palpitazioni: si possono manifestare con una sensazione di “tuffo al cuore” o di “battito mancante” – propria dell’extrasistole –  o con un battito cardiaco accelerato (tachicardia).

●  Dispnea, ovvero mancanza di fiato: si può presentare dopo aver passato del tempo in posizione distesa (in questo caso prende il nome di ortopnea) o in seguito a sforzi fisici (per esempio, dopo aver fatto le scale o una salita). Può essere legata a una malattia del muscolo cardiaco (come la cardiomiopatia dilatativa, quando il cuore aumenta le proprie dimensioni e diviene spesso disfunzionante), a malattie delle valvole (come la stenosi o l’insufficienza della valvola mitrale), o essere causata dall’ aterosclerosi coronarica, che non permette un’adeguata perfusione del cuore.

●  Sincope, ossia un’improvvisa perdita di coscienza: può essere causata da malattie valvolari o del muscolo cardiaco (per esempio, la stenosi aortica e la cardiomiopatia ipertrofica), o da alterazioni del ritmo cardiaco, che possono consistere in bradicardie patologiche (gravi rallentamenti del battito cardiaco), pause del battito cardiaco, o tachicardie patologiche (accelerazioni anomale del battito) e che, per differenti ragioni, si traducono in mancato afflusso di sangue al cervello.

Altri campanelli d’allarme di un possibile problema al cuore possono essere: sudorazione eccessiva, mal di stomaco, vertigini, sensazione di malessere generale o affaticamento.

Quali sono gli esami da fare per il cuore?

Il primo passo per valutare la salute del cuore è una visita specialistica che generalmente si divide in due momenti: l’anamnesi, in cui lo specialista indaga i sintomi riferiti dal paziente, il suo stile di vita, un’eventuale familiarità per altre malattie, e l’esame obiettivo, attraverso il quale il medico visita il paziente, osservandolo, auscultando il ritmo del battito cardiaco, con la presenza di eventuali soffi ed il respiro, controllandone la pressione e la frequenza cardiaca, la pulsatilità dei polsi arteriosi e lo stato dei vasi venosi, la presenza di eventuali rigonfiamenti degli arti inferiori o dell’addome.

Successivamente, possono essere prescritti successivi esami di approfondimento, come:

●  Elettrocardiogramma, a riposo e sotto sforzo: è un esame non invasivo che registra l’attività cardiaca mediante degli elettrodi posti sul corpo del paziente collegati all’elettrocardiografo, uno strumento in grado di tracciare graficamente su carta l’attività del cuore.

●  Ecocolordoppler cardiaco: permette di identificare numerose malattie cardiache e monitorare la loro evoluzione nel tempo (attraverso questo esame il cardiologo può visualizzare le camere cardiache, misurare le loro dimensioni, valutare la funzione di pompa del cuore e lo stato delle valvole cardiache).

●  Holter ECG e Holter Pressorio: è un dispositivo portatile che consente di registrare l’elettrocardiogramma o la pressione arteriosa per un tempo prolungato e che può essere utilizzato anche per oltre 24 ore.

●  TAC coronarica: è uno strumento diagnostico che si utilizza per identificare il decorso e un’eventuale malattia delle arterie coronarie, che irrorano il muscolo cardiaco, rilevandone eventuali lesioni aterosclerotiche.

Se l’esame dovesse evidenziare un importante restringimento di una coronaria, lo specialista potrà richiedere ulteriori esami di approfondimento, come la coronarografia, procedura che, in molti casi, oltre a confermare la diagnosi, può anche essere terapeutica, consentendo di ripristinare un adeguato flusso di sangue al cuore.

  • Risonanza magnetica: permette di valutare patologie a carico del cuore e delle valvole cardiache, come cardiopatia ischemica, cardiomiopatie dilatative, miocarditi, cardiomiopatie ipertrofiche, cardiopatie congenite, valvulopatie, malattie del pericardio. Può essere anche impiegata per indagare eventuali patologie vascolari.
  • Scintigrafia miocardica di perfusione: consente di rilevare eventuali anomalie nella distribuzione del flusso sanguigno al cuore mediante la somministrazione di un radiofarmaco.
Specialista in Cardiologia
Dott.ssa Sara Anna Cioccarelli
Visite ed Esami
Visita cardiologica

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