Come si curano le lesioni tendinee della mano?

I tendini della mano sono strutture robuste e flessibili, che collegano i muscoli alle ossa, permettendo la flessione e l’estensione delle articolazioni. Queste strutture, simili a corde lisce, sono essenziali per il movimento della mano e delle dita e, quando vengono lese, i relativi movimenti sono impossibili.

I tendini si suddividono in:

  1. Flessori: si trovano sul lato del polso rivolto verso il palmo della mano, all’interno del tunnel carpale. Ogni dito ha due tendini (flessore profondo e flessore superficiale), tranne il pollice che ne ha uno solo. Le lesioni ai tendini flessori si manifestano con l’impossibilità di flettere il dito (tutto o in parte).
  2. Estensori: sono situati sul lato dorsale del polso. Una lesione del tendine estensore può comportare l’impossibilità di sollevare una o più dita.

Le lesioni tendinee possono essere causate da:

  • Ferite da taglio: anche una ferita superficiale può danneggiare i tendini, specialmente nelle aree dove scorrono vicino alla pelle. 
  • Traumi bruschi: eventi traumatici possono rompere o strappare il tendine dalla sua inserzione ossea.

Il dottor Giorgio Pivato, Responsabile dell’Unità Operativa di Chirurgia della Mano e Microchirurgia Ricostruttiva in Humanitas e specialista presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care di Murat a Milano, spiega come intervenire in questi casi.

Quali sono i sintomi associati alle lesioni tendinee?

Il sintomo principale di una lesione tendinea è l’impossibilità di muovere l’articolazione specifica. Questo impedimento è dovuto alla discontinuità del tendine lesionato. Nel caso in cui la lesione sia di tipo spontaneo, cioè conseguenza di un processo degenerativo (accade spesso nei pazienti con patologie artritiche), il paziente non riferisce dolore, può notare una piccola tumefazione in corrispondenza della rottura tendinea, ma il sintomo principale resta il deficit di movimento.

Nei casi traumatici, la sintomatologia è ben diversa: nelle lesioni da taglio ovviamente, oltre al deficit funzionale provocato dalla lesione tendinea, avremo tutti i sintomi che caratterizzano la presenza di una ferita (sanguinamento, dolore, arrossamento). Infine, nelle rotture traumatiche il paziente riferirà dolore, gonfiore e arrossamento in corrispondenza della lesione, oltre che, naturalmente al deficit di funzione legato alla rottura tendinea.

Come si curano le lesioni tendinee?

Il trattamento delle lesioni è principalmente chirurgico e mira a ripristinare la continuità e la funzione del tendine. Un trattamento precoce garantisce maggiori probabilità di successo. Il tipo di intervento dipende dalla natura della lesione:

  • Tendine tagliato: se un tendine viene completamente tagliato, il capo connesso al muscolo può ritirarsi (si comporta come un elastico); per questo, è spesso necessario esplorare e ampliare la ferita per suturare i due capi insieme.
  • Tendine strappato: in caso di tendine strappato, è necessario reinserirlo nuovamente sull’osso, cosa che viene fatta normalmente con delle piccole ancorette. L’intervento viene eseguito con anestesia del solo arto superiore.

Cosa succede dopo l’intervento?

Dopo l’intervento, il recupero prevede un periodo di immobilizzazione, seguito da un trattamento fisioterapico che include:

  • Tutori dinamici: per mantenere la mobilità.
  • Esercizi mirati: per prevenire rigidità e aderenze tra tendine e strutture circostanti.

Le aderenze, risultato del fisiologico processo di guarigione, se non trattate con la fisioterapia, possono causare l’insuccesso del trattamento chirurgico rendendo necessario un secondo intervento per rimuoverle. Le aderenze tra il tendine riparato e i tessuti circostanti non vanno considerate come una complicanza dell’intervento, bensì come un normale processo di cicatrizzazione che tende a “legare” i tessuti, come se si formasse una “colla” che impedisce il normale scorrimento tendineo. Sapendo questo, mediante adeguati protocolli di fisioterapia, dove il paziente è chiamato a rendersi protagonista del lavoro da svolgere, si tenta di guidare la formazione di queste aderenze in allungamento così da non limitare il movimento. Purtroppo, talvolta, questo non è sufficiente e si rende necessario un secondo intervento chiamato “tenolisi” che ha come scopo la liberazione dei tendini dalle aderenze che si sono formate così da permettere al tendine di ricominciare a scorrere come prima.

Chirurgia Plastica Ricostruttuva Ed Estetica
Dottor Giorgio Gaetano Sergio Pivato
Visite ed Esami
Visita ortopedica della mano o del polso

Sedi

Humanitas Medical Care
Milano Murat
Via Gioacchino Murat, 13, 20159 Milano, MI, Italia

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