Diagnosi e cura del cancro sono sempre più efficaci. In un momento storico in cui, secondo quanto riportato dall’Organizzazione Mondiale della sanità, i casi di cancro sono in ascesa sia nel mondo sia in Italia, la buona notizia è che sono sempre più attivi e utilizzati nuovi e innovativi farmaci in grado di tenere sotto controllo o guarire molte forme tumorali senza richiedere – in casi che diventano sempre più numerosi – l’utilizzo della chemioterapia.
Ne parliamo con il dottor Daniele Laszlo, Responsabile del Servizio di Ematologia di Humanitas Gavazzeni di Bergamo che svolge la sua attività diagnostica anche nell’Ambulatorio presente in Humanitas Medical Care di Almè.
Dottor Laszlo, qual è lo stato attuale della diagnostica e della cura delle malattie ematoncologiche?
«Per quanto riguarda le malattie ematoncologiche, cioè i tumori che colpiscono nello specifico il sangue, godiamo oggi di una diagnostica veloce, puntuale e personalizzata che ci permette di mirare con sempre maggior precisione le cure, attuabili anche attraverso l’utilizzo di trattamenti e farmaci di ultimissima generazione. Mi riferisco a farmaci innovativi che agiscono con meccanismi immunologici o di bersaglio specifico, destinati a cambiare radicalmente l’approccio a molte forme tumorali, per le quali è prevedibile, nei prossimi anni, una cura che preveda sempre meno l’utilizzo della chemioterapia».
Quali sono le malattie ematologiche curabili con queste nuove soluzioni?
«Sono anzitutto alcune malattie ematologiche croniche, come la leucemia mieloide cronica o la leucemia linfatica cronica, che oggi possono essere curate con farmaci orali in grado di assicurare un’aspettativa di vita simile a quella della popolazione adulta sana di pari età. Poi alcuni linfomi – come il linfoma follicolare, il linfoma marginale e la malattia di Waldenström – per cui è possibile utilizzare approcci con farmaci orali ed anticorpi bispecifici, che consentono di controllare la malattia senza ricorrere a chemioterapia, evitando così tutte le conseguenze negative che ben conosciamo».
Questi nuovi farmaci possono produrre a loro volta problematiche di varia natura?
«Questi trattamenti innovativi hanno la caratteristica di essere selettivi, mirati su bersagli specifici sulla superficie cellulare o su particolari bersagli molecolari presenti sulle cellule tumorali e non su quelle sane, riducendo così significativamente gli effetti collaterali».
Quali sono le previsioni per il futuro dal punto di vista della cura del cancro? Fino a quale punto ci si potrà spingere?
«L’ulteriore sviluppo dei metodi di cura è legato all’obiettivo principale di raggiungere un controllo o una guarigione della maggioranza delle patologie ematoncologiche senza che ci sia l’esigenza, come detto, di ricorrere in nessun caso alla chemioterapia. Gli sforzi dei principali gruppi di studio si stanno concentrando in particolare su questo obiettivo».
Quali di queste nuove cure eseguite nell’ambito del Servizio di Ematoncologia di Humanitas Gavazzeni?
«In Humanitas Gavazzeni utilizziamo questi nuovi trattamenti per la cura della maggior parte delle patologie linfoproliferative e mieloproliferative. Tra i vari percorsi di cura da noi adottati, vale la pena sottolineare che nell’ambito del Servizio stiamo adottando un farmaco bispecifico nella cura del linfoma mantellare non responsivo alla terapia standard all’interno di uno studio clinico aperto ad oggi in soli altri tre Centri Ematologici in Italia».
Oltre che in Humanitas Gavazzeni di Bergamo svolge attività diagnostica anche in Humanitas Medical Care di Almè. Qual è la finalità di questa, nuova, seconda presenza?
«L’obiettivo è quello di fornire alle persone che vivono nel territorio di Bergamo la possibilità di sottoporsi a una visita specialistica all’altezza del nostro Servizio senza doversi recare in ospedale. Quello che viene offerto è un incontro con lo specialista destinato a portare a una diagnosi rapida e tempestiva su una possibile patologia ematologica, così da godere di un iter di valutazione complessiva e di trattamento specifico per qualsiasi eventuale patologia ematoncologica».
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