Coronavirus e fumo: quali rischi?

L’infezione da Coronavirus colpisce le vie respiratorie, ecco perché spesso ci si chiede se i fumatori siano soggetti più a rischio, in caso di contagio.

Il fumo, sia attivo che passivo, provoca gravi danni alla salute (non solo alle vie aeree e all’apparato respiratorio); gli studi e le evidenze più recenti del Covid-19 hanno notato che esiste una correlazione da non sottovalutare tra i fumatori e una manifestazione più severa del Coronavirus.

Ne parla la dottoressa Licia Siracusano, coordinatrice del Centro Antifumo di Humanitas.

Coronavirus: fumatori 3 volte più a rischio di chi non fuma

Il rischio di sviluppare una polmonite severa da Covid-19, secondo alcuni studi condotti in Cina – primo focolaio scoperto nel mondo di Coronavirus – hanno indicato un aumento significativo del rischio di almeno 3 volte tra in pazienti fumatori (o ex fumatori) rispetto a chi invece non fumano.

Al momento del ricovero del ricovero, un terzo dei fumatori positivi al Coronavirus presenta una situazione clinica più grave, con più rischi di aver bisogno di un ricovero terapia intensiva e di ventilazione meccanica. 

A sostegno della correlazione tra infezione e fumatori, anche il fatto che il coronavirus sembra colpire più uomini (4,7%) che donne (2,8%) e in Cina sono soprattutto gli uomini i fumatori.

Fumatori in Italia

In Italia i fumatori sono 11,6 milioni, pari al 22% della popolazione adulta (over 15 anni). 

Gli uomini sono più di 7 milioni, le donne 4,5 milioni. 

Tra gli studenti di età compresa tra 14 e 17 anni, l’11,1% fuma abitualmente e il 13,4% fuma occasionalmente.

Perché smettere di fumare

In questa situazione di emergenza, smettere di fumare diventa ancora più importante. I benefici si vedono già dopo 20 minuti dall’ultima sigaretta si abbassa la frequenza cardiaca; dopo 12 ore i livelli di monossido di carbonio diminuiscono e aumentano quelli di ossigeno nel sangue.

In generale migliorano la tosse, problemi respiratori e gli scambi gassosi respiratori della circolazione e dopo 2-3 giorni senza fumo si riacquisiscono e migliorano la capacità di gusto, olfatto.

Non mollare anche se sotto stress

Anche in un momento delicato e stressante come questo, che ci costringe in casa e ci impone limitazioni, è importante che tutti coloro che hanno iniziato un percorso di disassuefazione dal fumo resistano alla tentazione di ricominciare.

Consigliamo di continuare a seguire le indicazioni e l’eventuale terapia in corso, senza dimenticare di confrontarsi periodicamente con il proprio medico di riferimento, telefonicamente o via mail, in particolare nei momenti di maggior difficoltà.

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