La digestione è un processo fisiologico che consente al nostro organismo di assimilare tutti i nutrienti (assunti con l’alimentazione) di cui ha bisogno. In genere, sono necessarie circa 8 ore per avere un processo di digestione completo. Tuttavia, alcune condizioni mediche, una dieta poco equilibrata, ritmi frenetici o uno stile di vita scorretto, possono portare ad una digestione più lenta e difficile, accompagnata da sintomi come bruciore, nausea, sensazione di pesantezza e gonfiore. Cosa fare in questi casi?
Ce ne parla il dottor Benedetto Mangiavillano, medico specialista in Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva presso Humanitas Mater – Domini di Castellanza (VA) e gli ambulatori Humanitas Medical Care di Arese, Busto Arsizio e Varese.
A cosa può essere dovuta una digestione lenta?
Come dicevamo, una cattiva digestione può essere provocata da uno stile di vita scorretto (per esempio, a causa di ritmi frenetici che ci impediscono di mangiare “bene” e con calma e che possono portare allo sviluppo di gastriti e reflusso); cattive abitudini (come mangiare troppo velocemente senza masticare correttamente il cibo o consumare pasti troppo abbondanti); qualità di cibo scadente (come alimenti già preparati); alcol e bevande gassate.
Tuttavia, la cattiva digestione può essere associata anche a patologie come:
– Allergie o intolleranze alimentari
– Reflusso
– Colite
– Pancreatite
– Sepsi
– Ulcera
– Gastrite
– Calcolosi biliare
– Infezione da Helicobacter pylori
Quali sono i cibi che rallentano la digestione?
In generale, i cibi più difficili da digerire sono:
– Proteine di origine animale (come formaggi grassi e carne)
– Bibite gassate
– Cibi fritti, grassi o piccanti
– Carboidrati raffinati (come pane bianco)
– Dolcificanti artificiali (come zucchero, dolci, succhi di frutta)
– Cioccolato al latte o bianco
Quali sono i sintomi “allarme” che indicano una cattiva digestione?
I campanelli d’allarme che indicano una cattiva digestione sono: pesantezza gastrica, sensazione di immediata sazietà dopo aver mangiato anche piccole dosi di cibo, espulsione incontrollata e frequente di aria dal tratto digestivo superiore.
Come viene fatta la diagnosi?
La diagnosi di digestione lenta è una diagnosi clinica che viene eseguita da uno specialista, dopo un’accurata visita gastroenterologica.
Che farmaci posso prendere per aiutare la digestione?
Sono diversi i farmaci che possono essere utilizzati per la digestione, a partire dagli anti-acidi naturali, prodotti dalle aziende nutraceutiche, ai farmaci anti-acidi veri e propri (come ad esempio il Pantoprazolo o l’Esomeprazolo) fino ad utilizzare, nei casi più complessi, i procinetici ( es. Domperidone), ossia farmaci che servono per far “muovere” meglio lo stomaco, dandogli una nuova peristalsi.
Ogni quanto andrebbero presi questi farmaci?
La terapia va assunta tra le due e le otto settimane, sulla base dell’intensità del disturbo, dal giudizio del medico e sulla base della storia clinica del paziente.
Gli integratori possono essere utili per aiutare la digestione?
Ci sono dei composti definiti “integratori”, e sono soprattutto creati da elementi naturali. È bene sempre iniziare una terapia con gli integratori, soprattutto se il paziente è giovane, per poi, a giudizio del curante, procedere con una terapia farmacologica.
È necessario sottoporsi prima ad una visita specialistica?
È sempre bene sottoporsi ad una visita gastroenterologica all’insorgenza dei primi sentori di digestione lenta. Un precoce inizio di una terapia mirata può portare alla immediata risoluzione della sintomatologia.
Che cosa farà il gastroenterologo?
Il gastroenterologo, in base all’età del paziente, alla sua storia clinica ed alla durata della sintomatologia, potrà decidere di iniziare subito con una terapia, o prescrivere una gastroscopia. In particolar modo presso gli ambulatori Medical Care, è possibile eseguire la gastroscopia transnasale, una vera e propria gastroscopia eseguita dal naso con uno strumento < 5 mm. Un esame ben tollerato dal paziente che non necessita di una sedazione per vena ma solo uno spray anestetico a livello del naso e della gola. Come nella gastroscopia tradizionale, anche durante la gastroscopia transnasale si possono effettuare biopsie per la ricerca dell’Helicobacter pylori, della celiachia ed eventuali malassorbimenti. Inoltre, il paziente può interagire con il medico ed il personale di sala durante l’esame.
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