Che cosa sono le malattie autoimmuni?

Spesso sentiamo parlare delle cosiddette malattie autoimmuni., complice anche il loro sempre più rapido diffondersi.

Ma che cosa sono in realtà?

La caratteristica comune a sicuramente la predisposizione genetica, in cui agiscono come fattori scatenanti diversi agenti esterni, solo in parte conosciuti.

Le malattie autoimmuni colpiscono più di frequente soggetti di sesso femminile, sono croniche e necessitano di frequenti e continui controlli.

Ne abbiamo parlato con il dottor Giovanni Covini, Capo Sezione di Epatologia Clinica presso l’Istituto Clinico Humanitas.

Vediamo ora nel dettaglio due fra le patologie autoimmuni più frequenti.

Lupus Eritematosus Sistemico

È considerato il prototipo delle malattie autoimmuni.

Gli individui colpiti da lupus accusano di solito i seguenti sintomi:

  •      senso di affaticamento;
  •      dolore alle articolazioni;
  •      comparsa di esantema. Quest’ultimo si presenta con un’eruzione della pelle e si forma prevalentemente sulle zone esposte al sole.

Nei casi più gravi, questa patologia autoimmune può attaccare e danneggiare vari organi come i reni, il cervello o i polmoni, portando a deficit di varia entità e risultando a volte fatale.

Quando i sintomi della malattia sono lievi, sono sufficienti i farmaci antinfiammatori non steroidei, i FANS.

Nei casi più gravi, invece, si utilizzano i più potenti antinfiammatori cortisonici e i farmaci immunosoppressori, che inibiscono l’attività del sistema immunitario.

La malattia, che presenta delle fasi di attività alternate ad altre di remissione, può manifestarsi lungo tutto l’arco della vita.

Tra i fattori scatenanti vi è anche l’effetto stimolante delle radiazioni ultraviolette.

Altri fattori scatenanti possono essere:

  •      un’infezione virale o batterica;
  •      determinati medicinali;
  •      un trauma, uno choc, un periodo stressante.

Non esiste la prevenzione nel caso del lupus. L’unica arma a nostra disposizione è la diagnosi precoce.

Prima la malattia è individuata, prima si possono prevenirne le complicanze.

La diagnosi clinica si avvale del supporto di esami di laboratorio che evidenziano la presenza di particolari e specifici autoanticorpi.

Sclerosi multipla

È detta anche sclerosi a placche perché l’attacco del sistema immunitario avviene a zone.

Ciò crea delle cicatrici indurite non funzionali chiamate appunto placche.

Il bersaglio principale di questa patologia è la mielina, la proteina che avvolge le fibre nervose, proteggendole e permettendo la trasmissione dell’impulso nervoso.

Nella maggior parte dei casi la malattia si manifesta a intermittenza, consentendo a volte una vita quasi normale.

Nei casi più gravi, invece, la sintomatologia può determinare un peggioramento progressivo, con esiti di cecità, paralisi e morte prematura.

I sintomi sono diversi e dipendono dalle aree del sistema nervoso attaccate dalla malattia.

I sintomi, in ogni caso, spesso convergono in disturbi motori di vario livello, con riduzione della forza e della sensibilità, difficoltà ad articolare la parola, problemi a controllare la vescica urinaria e l’intestino, disturbi visivi.

Non esiste al momento una cura. Attualmente possiamo intervenire con farmaci che rallentano la progressione della malattia, capaci di ridurre i danni provocati a carico dei vari organi.

Si ritiene che gli agenti ambientali scatenanti siano in questo caso origine virale. Diagnosticare la sclerosi multipla non è semplice.

La sua individuazione passa attraverso valutazioni sia cliniche sia strumentali, e per esclusione di altre malattie.

 

 

 

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