Cosa si vede con l’ecocolordoppler venoso alle gambe?

L’ecocolordoppler venoso degli arti inferiori è un esame non invasivo che consente di osservare e studiare i vasi venosi degli arti inferiori, per individuare la presenza di eventuali patologie o stabilire il trattamento migliore per una malattia venosa.  Come funziona esattamente e quando è indicato?

Lo abbiamo chiesto al dottor Marcello Ghezzi, chirurgo vascolare presso l’ambulatorio di Chirurgia Vascolare Humanitas Medical Care Arese.

Cosa si vede con l’ecocolordoppler venoso alle gambe?

L’ecocolordoppler permette di visualizzare immagini ad alta definizione, ottenute con un sistema ecografico associato ad una elaborazione digitale di tutti i fluidi in movimento (effetto Doppler). Fornisce pertanto la possibilità di osservare in tempo reale l’aspetto ed il contenuto dei vasi venosi in tutta la loro estensione (in questo caso agli arti inferiori), analizzando inoltre la qualità del segnale che le particelle ematiche in movimento trasmettono alla sonda ecografica. 

L’ecocolordoppler quindi consente di esplorare la pervietà o meno dei vasi venosi, valutando contemporaneamente il segnale di ritorno al cuore che il sangue circolante invia alla sonda ecografica

Lo studio è inoltre indirizzato a misurare la qualità della funzione valvolare: le vene sono dotate di particolari strutture (valvole) che se funzionano regolarmente impediscono alla corrente ematica di refluire nel senso opposto. Per semplificare, tutto il sangue che dal cuore è stato spinto in periferia, nel nostro caso alle estremità degli arti inferiori, deve ritornare al cuore mantenendo il giusto rapporto di volumi e velocità. L’ecocolordoppler è in grado di verificare se questo sistema è in equilibrio, oppure permette di rilevare un difetto di funzione valvolare, identificando il punto di origine di questo danno, vale a dire il “reflusso”, valutandone il grado di lesione (insufficienza valvolare).

Quando si deve fare l’ecocolordoppler venoso alle gambe?

Considerando la complessità degli aspetti da analizzare con questo esame, che anche in condizioni basali può essere particolarmente impegnativo, è consigliabile eseguire sempre una prima valutazione clinica da parte di un medico, che possa rilevare con accuratezza lo stato obiettivo del paziente per formulare il più appropriato quesito diagnostico.

L’indagine viene indicata specialmente in caso di alterazioni nel normale aspetto degli arti, caratterizzate da edema, eritema, chiazze cutanee, comparsa di dilatazione delle vene superficiali, vene varicose, teleangectasie (i cosiddetti “capillari”). 

Quali sono i sintomi che possono indicare un’insufficienza venosa?

Come abbiamo avuto modo di constatare, nel concetto di “insufficienza venosa”, viene raggruppata tutta una serie di stadi di malattia, la cui origine è secondaria ad un alterato equilibrio della corrente ematica di rientro alle camere cardiache, dovuto all’inefficienza o meglio “insufficienza” del sistema valvolare.

Lo squilibrio si traduce, a vari livelli (classi di malattia), in un aumento della pressione venosa, che progressivamente è causa di dilatazione dei vasi venosi superficiali, microvarici, varici reticolari, varici safeniche, edema. In seguito compare la tipica sintomatologia da stasi: senso di peso, formicolio, dolore. 

Nei casi più avanzati, si verificano alterazioni della cute per insufficiente ossigenazione dei tessuti a causa del persistente ristagno di sangue, eritema, eczema, sclerosi, ulcere che tendono a non regredire spontaneamente.

Quali possono essere le cause dell’insufficienza venosa?

Possiamo dire, sintetizzando, che le cause dell’insufficienza venosa sono diverse e dipendono da più fattori, congeniti o acquisiti, come la familiarità o lo stile di vita (sedentarietà, sovrappeso, fumo, utilizzo di terapie ormonali…).  

Come si svolge l’ecocolordoppler venoso alle gambe?

L’esame è indirizzato all’analisi di due settori: il venoso profondo ed il superficiale.

La valutazione del sistema venoso profondo è condotta preferibilmente con il paziente disteso sul lettino diagnostico

Il sistema venoso superficiale è esaminato meglio in ortostatismo, con il paziente in piedi, preferibilmente appoggiato ad un sostegno o ad una parete.

Per garantire la completa trasmissione degli ultrasuoni, cioè le particolari onde elettromagnetiche che sono alla base di ogni esame ecografico, è necessario utilizzare un gel che simula la presenza di acqua, il migliore ambiente per la diffusione delle onde ultrasoniche. 

La sonda invia e riceve i segnali che, rimbalzando sulle strutture sottostanti, causano le onde sonore che vengono processate dalle apparecchiature ecografiche. 

Sullo schermo sono rappresentate le elaborazioni di tutti i segnali ricevuti dai trasduttori, tradotte dal sistema in immagini ad alta o altissima definizione (dipende dal tipo di apparecchiatura disponibile). 

Il programma permette anche di evidenziare il contenuto ematico in movimento, che viene rappresentato con una “scala di grigi”, o a colori.

Lo studio a colori di un vaso rende più immediatamente percepibile una stima di velocità e direzione della corrente. Nella programmazione dell’esame vascolare venoso la regolazione dell’apparecchiatura generalmente prevede per convenzione che il colore blu indichi la direzione verso il cuore, il rosso il senso opposto. Può essere posizionato un rilevatore di segnale all’interno del vaso per analizzare più dettagliatamente con le onde sonore generate dall’ effetto Doppler la qualità di ciò che stiamo osservando. I suoni che talvolta accompagnano l’esecuzione dell’esame vascolare non sono altro che la traduzione musicale di quello che viene osservato in un vaso.

Che differenza c’è tra ecodoppler ed ecocolordoppler?

La differenza dipende dal tipo di ecografo e dal programma di elaborazione dei segnali vascolari. Mentre le strutture anatomiche osservate vengono rappresentate generalmente in due dimensioni, in bianco e nero (meglio dire con una scala di grigi che con il variare di intensità provoca una sorta di spazialità nell’osservazione), le strutture vascolari dove vi è contenuto un fluido in movimento possono essere evidenziate con una colorazione, a vari livelli di intensità e tonalità, che sta ad indicare la velocità e la direzione del segnale. 

Ad ogni modo attualmente tutti gli strumenti abitualmente utilizzati sono del tipo ecocolor, relegando al passato le strumentazioni ecografiche solo in B/N che non possiedono la funzione “colordoppler”.

Quanto dura l’ecocolordoppler venoso alle gambe?

Le elaborazioni sopra descritte possono essere effettuate in 10-15 minuti. Talvolta la complessità del quadro clinico e strumentale determina tempi di esecuzione più lunghi. 

Perché è importante sottoporsi ad un ecocolordoppler venoso alle gambe?

Abbiamo già avuto modo di comprendere che l’ecocolordoppler non è un esame da eseguire di routine “a tappeto” in quanto non consente di condurre uno screening diagnostico, a differenza degli esami eseguiti sul sistema arterioso.

Viene indicata l’esecuzione di un ecocolordoppler venoso agli arti inferiori in caso di sospetto clinico, quindi sempre in seguito ad una visita medica.

Quando invece è più utile sottoporsi ad un ecocolordoppler arterioso degli arti inferiori?

L’ecocolordoppler arterioso può essere eseguito anche senza un sospetto clinico, ad esempio per condurre screening di massa nelle patologie metaboliche (diabete, dislipidemia) che comportano la deposizione di placche nelle pareti delle arterie anche nelle fasce di pazienti relativamente giovani e del tutto asintomatici.

Chirurgia Vascolare
Dr. Marcello Ghezzi
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