Crisi epilettiche: cause, sintomi e primo soccorso

L’epilessia è una delle malattie neurologiche più diffuse al mondo (attualmente ci convivono circa 50 milioni di persone) e si può manifestare in diversi modi. Quali sono i primi soccorsi da prestare in caso di crisi? Lo abbiamo chiesto al dottor Paolo Marchettini collaboratore al centro Humanitas Medical Care di Milano Domodossola, professore incaricato di terapia del dolore al dipartimento di Scienze della Salute dell’Università di Firenze, specializzato in ortopedia e neurologia.

Che cos’è l’epilessia?

È un disturbo neurologico in cui le attività delle cellule nervose del cervello si bloccano provocando perdita di coscienza, convulsioni o momenti di comportamento inusuale.

Quali tipi di crisi epilettiche ci sono?

Le crisi epilettiche si classificano in convulsioni focali e generalizzate, a seconda che la scarica delle cellule nervose si presenti in una sola zona o in tutta la corteccia cerebrale.

Le crisi generalizzate sono di sei tipologie:

  1. Crisi di assenza: veloce perdita di coscienza (dai 4 ai 20 secondi); è una delle più tipiche forme di epilessia nel bambino e nei giovani.
  2. Convulsioni toniche: provocano un irrigidimento dei muscoli (solitamente interessano i muscoli di schiena, braccia e gambe e possono causare una caduta a terra).
  3. Convulsioni atone: provocano la perdita del controllo muscolare che può provocare cadute repentine.
  4. Contrazioni cloniche: sono collegate a movimenti muscolari reiterati o ritmici (di solito interessano il collo, il viso e le braccia).
  5. Crisi miocloniche: repentini e corti sussulti di braccia e gambe.
  6. Crisi tonico-cloniche: sono il tipo più serio di crisi epilettica. Durano circa 5-10 minuti e sono contraddistinte da una fase di contrazione intensa che interessa tutto il corpo, una fase caratterizzata da convulsioni e una fase di risoluzione riconoscibile da respirazione rumorosa e frequente perdita di urine (la persona non ha nessun ricordo della crisi).

Le convulsioni focalizzate si suddividono in semplici (senza perdita di coscienza) e complesse (con perdita di coscienza):

–   Semplici: includono manifestazioni motorie (convulsioni circoscritte a una specifica zona del corpo); sensitive (formicolio); sensoriali (allucinazioni, cambiamenti di gusto, olfatto, tatto, udito).

–   Complesse: includono un cambiamento o la perdita di coscienza (durante una crisi parziale complessa si può fissare il vuoto e non rispondere normalmente agli stimoli o fare movimenti ripetitivi, come sfregarsi le mani, masticare, deglutire, camminare in cerchio).

Quali sono le cause?

Nelle cosiddette epilessie primarie o idiopatiche le cause spesso sono ignote, mentre nelle epilessie secondarie sono diversi i fattori che possono causarne l’insorgenza:

–   Traumi cranici

–   Patologie infettive (meningite, Aids, encefalite virale)

–   Fattori genetici (es. familiarità)

–   Lesioni prenatali (infezione della madre, malnutrizione o mancanza di ossigeno)

–   Problemi dello sviluppo.

Quali sono i sintomi?

I sintomi possono cambiare da persona a persona, i più comuni sono:

–   Perdita di coscienza o di consapevolezza

–   Confusione temporanea

–   Movimenti involontari delle braccia

–   Sintomi psichici di diversa natura (es. déjà-vu).

Cosa fare in caso di attacco?

  • Allontanare qualsiasi oggetto posto nelle vicinanze contro cui la persona possa urtare e causarsi lesioni.
  • Nel caso di convulsioni proteggere gli arti e soprattutto il capo da traumi applicando cuscini, coperte o oggetti morbidi sotto alla persona.
  • Se si è vicini alla persona nell’istante della crisi proteggerla dal trauma durante la caduta a terra.
  • Non tentare di immobilizzare braccia, gambe, collo o tronco della persona (alto il rischio di causare distorsioni o fratture).
  • Non mettere le mani o oggetti nella bocca della persona (si rischiano traumi ai denti della persona o alle proprie dita).
  • Soltanto se si è esperti si possono applicare oggetti morbidi per proteggere la lingua della persona da auto morsicature.

–    Al termine della crisi di solito la persona presenta uno stato confusionale (stato post critico) che può durare anche venti minuti, ma non è una condizione di pericolo o indice di lesione cerebrale.

–    La singola crisi non costituisce un’emergenza medica, soltanto le crisi che continuano a ripetersi o si prolungano oltre i dieci minuti (crisi subentranti o stato epilettico) richiedono assistenza medica o il trasporto in pronto soccorso.

–    Al termine della crisi osservare se siano avvenute morsicature della lingua, lesioni dentali, traumi al capo o in altre sedi meritevoli di suture o indagini radiografiche.

–    Assistere per eventuali episodi di incontinenza (di solito solo urinaria) avvenuti durante la crisi.

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