Diabetici e alimentazione

Chi soffre di diabete è assillato da mille dubbi per quanto riguarda l’alimentazione, in particolare i cibi che si possono mangiare e quelli invece da evitare per non rischiare di alzare i livelli di zucchero nel sangue.

Certamente, nella terapia di questa malattia metabolica, la dieta assume un ruolo fondamentale.

Le principali forme di diabete

Le principali forme di diabete sono due: diabete mellito insulino-dipendente, detto di tipo 1, e diabete mellito non insulino-dipendente, o di tipo 2.

Il primo tipo, che esordisce in età giovanile, è caratterizzato da una totale mancanza di insulina, dovuta a una distruzione di cellule del pancreas. Il secondo tipo di diabete, invece, insorge nell’età adulta o della maturità, comporta un’alterazione nella secrezione di insulina e, pur essendo come il primo legato a fattori genetici, è di solito associato all’obesità.

L’alimentazione corretta per gli insulino-dipendenti (tipo 1)

Il paziente insulino-dipendente deve seguire un’alimentazione adeguata, senza subire inutili restrizioni. Non essendo in sovrappeso, non necessita di una dieta ipocalorica, ma il suo fabbisogno calorico va valutato attentamente in base a diversi fattori quali l’età, il sesso, l’attività lavorativa e quella fisica. La composizione della dieta per il diabetico di tipo 1 (e anche di tipo 2) è sostanzialmente uguale a quella di chi non soffre di questa malattia, e cioè deve prevedere 10-15% di proteine, 25-30% di grassi (preferibilmente di origine vegetale) e 55-60% di zuccheri (carboidrati). Anche il vino può essere presente nella dieta del diabetico, tenendo però presente che esso non deve superare il 6% delle calorie totali quotidiane. Un ruolo molto importante è, invece, svolto dalle fibre vegetali, in particolare quelle idrosolubili, perché ritardano lo svuotamento dello stomaco e riducono i livelli di glucosio e di colesterolo nel sangue.

Alimentazione per chi ha il diabete mellito (tipo 2)

Tranne nei casi in cui è necessario ricorrere alla somministrazione di farmaci ipoglicemizzanti orali, la terapia di chi soffre di diabete mellito di secondo tipo si basa principalmente sul controllo dell’alimentazione, sulla riduzione del peso e sulla pratica quotidiana di attività fisica. La dieta deve essere varia e soprattutto a base di alimenti integrali che saziano maggiormente rispetto ai prodotti raffinati e rallentano l’assorbimento dei carboidrati, tenendo più bassi i valori della glicemia. Inoltre, occorre fare attenzione ai dolci e ai cibi che contengono zucchero. È fondamentale, poi, mantenere costante il livello di glicemia facendo frequenti spuntini durante l’arco della giornata, evitando sbalzi causati dal digiuno.

L’indice glicemico degli alimenti

Gli alimenti possono essere classificati in base al loro indice glicemico, cioè l’aumento della glicemia (valore che indica la quantità di glucosio presente nel sangue) provocato dall’assunzione di un particolare cibo, messo a confronto con l’aumento derivante dalla somministrazione di una dose standard di glucosio. Ad esempio, il pane bianco ha un indice glicemico più elevato rispetto a quello integrale. Gli alimenti che hanno indice glicemico più basso sono: lenticchie, fagioli, ceci, latte, mele, arance.

Gli zuccheri nella dieta dei diabetici

Per chi soffre di diabete sia del tipo 1 sia del tipo 2 è assolutamente inopportuna una dieta totalmente priva di zuccheri, perché ciò favorisce un aumento delle quote lipidiche e proteiche, con conseguenti possibili alterazioni a livello renale. Sono soprattutto gli zuccheri complessi (pane, pasta, riso, legumi) a non dovere mancare nell’alimentazione.

Dolcificanti, sì o no?

Chi soffre di diabete può fare ricorso ai dolcificanti, ma senza abusarne perché alcuni di essi presentano delle controindicazioni. Per esempio, il fruttosio, lo xilitolo e il sorbitolo sono calorici e, quindi, vanno tenuti in considerazione nel computo totale delle calorie giornaliere; inoltre, sia lo xilitolo sia il sorbitolo hanno un effetto lassativo. L’aspartame è un ottimo dolcificante ma è sconsigliato a chi soffre di serie insufficienze epatiche.

 

 

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