Dismenorrea, come combatterla con l’agopuntura?

La dismenorrea, ovvero il “dolore mestruale”, può essere di natura primaria, quando la sintomatologia non è associata a patologie dell’apparato genitale femminile; o secondaria, quando invece il dolore ha cause organiche, come l’endometriosi.

La dismenorrea primaria è la più comune. Colpisce circa il 50% della popolazione femminile, in particolare le donne tra i 20 e i 30 anni.

L’agopuntura si sta rivelando un trattamento sempre più efficace per combattere la dismenorrea, e, a differenza di altre terapie che possono avere effetti collaterali, l’antica disciplina cinese non ne ha. Ce ne parla la dott.ssa Michela Carena Maini, ginecologa e medico agopuntore presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care Milano Murat.

Quali sono i sintomi della dismenorrea primaria?

Le pazienti riferiscono spesso un dolore crampiforme localizzato principalmente nella zona pelvica, e, talvolta, anche in quella lombosacrale. Può essere avvertito dal giorno che precede la comparsa del flusso mestruale, e intensificarsi  con l’arrivo del ciclo. La durata è variabile, tra le 48 e le 72 ore.

Altri sintomi comprendono: nausea, astenia, cefalea, insonnia e malessere generale.Tali condizioni possono avere un impatto negativo importante che si traduce in una percentuale di assenza dal lavoro, dalla scuola e dalle attività sportive e sociali che varia dal 34% al 50%.

Da cosa è causata la dismenorrea?

Diversi studi dimostrano che il dolore mestruale è causato dall’attivazione delle  prostaglandine, la cui produzione viene influenzata dagli steroidi ovarici. In particolare la caduta del progesterone, che precede la mestruazione, favorisce una risposta infiammatoria che stimola le contrazioni uterine e, quindi, il dolore e i sintomi sistemici della dismenorrea.

Come può essere trattata la dismenorrea?

Generalmente vengono utilizzati trattamenti farmacologici, come antinfiammatori non steroidei (FANS), o la pillola contraccettiva. Tuttavia, sebbene i FANS possano alleviare il dolore e inibire le prostaglandine, non sono privi di effetti collaterali (specialmente se assunti per periodi prolungati e ai massimi dosaggi consentiti). Allo stesso modo, i contraccettivi, nonostante blocchino l’ovulazione e le fluttuazioni degli ormoni responsabili della dismenorrea, non sempre possono essere assunti o, in alcuni casi, sono le stesse donne a non volerli utilizzare.

Esistono altri rimedi non farmacologici (fitoterapici, magnesio, somministrazione locale di calore), che hanno lo scopo di ridurre l’infiammazione locale e sistemica. Anche modificare la dieta aggiungendo anche Omega 3 può essere utile per produrre prostaglandine meno potenti.

Tutti questi trattamenti, però, curano solo i sintomi (non assicurando sempre risultati) e sono solo in parte preventivi.

L’agopuntura, sempre più utilizzata nei campi della ginecologia ed ostetricia, può costituire una valida alternativa al trattamento farmacologico pressoché priva di effetti collaterali, permettendo di diminuire l’intensità e la durata del dolore mestruale.

In che modo l’agopuntura agisce sulla dismenorrea?

L’agopuntura libera endorfine e altri mediatori bioumorali che sono in grado di attenuare i dolori e di determinare un’azione antispastica, sedativa e ansiolitica, innalzando la soglia del dolore della paziente.

Si basa sul concetto che nel corpo umano sia presente una rete di canali (Meridiani) in cui scorre l’energia vitale (Qi). Il benessere del corpo umano è legato all’armonico fluire del Qi; al contrario, un ristagno energetico in un canale determina una problematica che si manifesta con una sintomatologia caratteristica.

L’inserimento degli aghi in punti specifici ha la funzione di ripristinare il flusso energetico e ripristinare l’equilibrio corporeo.

Come avviene una seduta di agopuntura?

Durante la  seduta si inseriscono gli aghi, il cui numero e posizione variano  a seconda della patologia da trattare. Questi sono poi lasciati in sede per circa 20 minuti. Gli aghi utilizzati sono sterili, monouso ed estremamente sottili, in modo da ridurre al minimo l’eventuale sensazione dolorosa dell’inserimento. 

Le sedute sono a cadenza settimanale per un totale di 10 sedute, poi si prosegue con una seduta mensile prima del mestruo. In base alla risposta della paziente si interrompono le sedute e si valuta se e quando fare dei richiami.

Ginecologia
Dott.ssa Michela Carena Maini
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