Donne in menopausa, 8 consigli

La menopausa è un momento fisiologico della vita della donna che coincide con il termine della sua fertilità. In questo periodo di profondo cambiamento possono insorgere disturbi di vario genere, per i quali esistono cure e rimedi utili a garantire una buona qualità di vita, ma che si combattono innanzitutto con la prevenzione.

Ne abbiamo parlato con la dottoressa Elena Corradini, ginecologa a Castellanza in Humanitas Medical Care Lainate  e in Humanitas Mater Domini, che vanta un’esperienza ventennale nella gestione clinica dei disturbi dell’età fertile, della menopausa e nelle problematiche ginecologiche collegate al pavimento pelvico e alla sfera sessuale.

Quali visite ed esami consiglia alla donna in menopausa?

È fondamentale la prevenzione ginecologica con la visita, il Pap-test e l’ecografia pelvica transvaginale, eseguite annualmente.

Occorre occuparsi anche dell’osteoporosi effettuando la MOC, per poter valutare la densità minerale ossea, e gli esami ematochimici mirati, come quello che rileva il livello di vitamina D3, sostanza molto importante perché permette di fissare il calcio nelle ossa. “Bassi livelli di questa vitamina, unitamente al deterioramento dell’architettura del tessuto osseo a seguito del deficit estrogenico durante la menopausa, aumentano la fragilità ossea con conseguente maggior rischio di fratture tipiche dell’osteoporosi, ossia quelle vertebrali, del polso (frattura di Colles), per poi arrivare a quella del femore”, spiega l’esperta.

È vero che in menopausa aumenta la probabilità di patologie legate alla tiroide?

Le patologie tiroidee non sono propriamente legate alla menopausa, ma sono una problematica tipicamente femminile, in un rapporto otto a uno rispetto agli uomini, e generalmente si distribuiscono durante l’età fertile della donna. “Pertanto, non ci sono evidenze di una correlazione tra aumento delle malattie tiroidee e menopausa”, afferma la dottoressa. “Tuttavia – prosegue – è buona regola in questa fase della vita controllare i livelli della funzione tiroidea soprattutto nel caso in cui si noti un aumento di peso e della ritenzione idrica. Questi disturbi, tipici della menopausa, potrebbero nascondere una ipofunzione tiroidea”.

Quali tipi di attività fisica sono consigliati in menopausa?

Fondamentalmente, qualsiasi tipo di sport apporta benefici alle articolazioni e alla massa ossea.

Poiché uno dei problemi che si presentano in menopausa è l’aumento dei dolori articolari diffusi, l’attività fisica, sia aerobica sia anaerobica, migliorando la funzione articolare, riduce il dolore abituale. Un altro aspetto importantissimo è quello di privilegiare gli sport cosiddetti gravitari, come la corsa, la bicicletta, la camminata veloce, che stimolano gli osteoblasti, ossia le cellule che producono massa ossea, e quindi migliorano la qualità delle ossa stesse.

Inoltre, “attraverso un’attività fisica costante svolta all’aria aperta, si migliora la produzione di vitamina D3”, spiega la specialista.

Quale tipo di alimentazione è consigliata in menopausa?

“In menopausa, l’alimentazione deve essere bilanciata e prudente, ricca di cereali integrali, di proteine di origine animale e vegetale, cercando di privilegiare la frutta e la verdura, che sono ricche di antiossidanti”, consiglia la ginecologa.

Oltre a una corretta dieta, la donna in menopausa deve assumere degli integratori?

“Si tratta di un argomento molto discusso”, afferma l’esperta. Sicuramente, in menopausa l’integrazione migliore è quella della vitamina D3; assunta costantemente migliora non solo la qualità ossea, ma anche tanti altri parametri del nostro sistema immunitario. Molte ricerche hanno dimostrato i vantaggi di protezione della vitamina D3 non solo nei confronti dell’osteoporosi, ma addirittura di alcune patologie oncologiche.

Le donne che hanno subito un intervento di asportazione dell’utero e/o delle ovaie prima della menopausa possono incorrere in particolari problematiche?

“Innanzitutto – chiarisce la dottoressa – occorre capire se l’intervento chirurgico si è reso necessario per una patologia benigna o maligna”. “L’asportazione solo dell’utero – prosegue – non crea alcuna problematica, mentre quella di utero e ovaie espone la donna a una menopausa chirurgica, con tutta una serie di sintomi che si possono presentare in maniera immediata, repentina e severa”.

È possibile prevenire il prolasso dell’utero?

Il prolasso dell’utero, della vescica e del retto rappresentano sicuramente un problema tipico della menopausa perché, a causa dell’ipoestrogenismo, questi organi, che sono sostenuti da dei legamenti, incominciano a cedere. “Per prevenire questo disturbo, non solo dobbiamo fare dell’attività fisica, ma ci dobbiamo preoccupare anche della salute del nostro pavimento pelvico attraverso esercizi che aiutano a mantenere tonica tutta la rete di muscoli, nodo importantissimo per le nostre funzioni genitali e sessuali”, spiega la specialista. Per cui, nel momento in cui si verificano disturbi della statica pelvica, e quindi problematiche urinarie, urgenza minzionale, lieve incontinenza, sensazione di peso pelvico, “non bisogna trascurare il problema, ma parlarne col medico di riferimento o col ginecologo, i quali sapranno sicuramente consigliare una terapia ad hoc come, per esempio, un percorso di  riabilitazione della muscolatura del pavimento pelvico, come avviene presso l’ambulatorio di Ginnastica Pelvica di Humanitas Mater Domini. L’ambulatorio, gestito dalle ostetriche specializzate nella cura del pavimento pelvico, è attivo nei centri di Castellanza, Humanitas Medical care Lainate e Arese”, conclude la dottoressa Corradini.

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