Emorroidi, quando è necessario l’intervento chirurgico?

Dolore, bruciore, sanguinamento, fino ad arrivare al prolasso. I sintomi che accompagnano le emorroidi possono essere più o meno gravi ma non devono mai essere sottovalutati perché potrebbero richiedere la necessità di sottoporre il paziente ad un intervento chirurgico.

Ce ne parla il dott. Corrado Bottini, chirurgo generale presso Humanitas Mater Domini e presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care di Varese.

Che cosa sono le emorroidi?

Le emorroidi sono cuscinetti di tessuto morbido riccamente vascolarizzato che si trovano nel canale anale e svolgono diverse funzioni, come il mantenimento della continenza anale.

In condizioni normali la loro presenza non viene avvertita; tuttavia, quando aumentano di volume diventano fastidiose e provocano disturbi come:

·  prurito

·  bruciore

·  dolore

·  sanguinamento

·  prolasso (cioè  fuoriuscita delle emorroidi dal canale anale)

Generalmente, le emorroidi vengono classificate in base alla loro gravità in quattro stadi:

·  Primo grado: lieve aumento della congestione emorroidaria interna senza prolasso

·  Secondo grado: moderato aumento della congestione emorroidaria con prolasso esterno che tende a ridursi spontaneamente

·  Terzo grado: importante congestione emorroidaria con prolasso esterno che può essere ridotto solo manualmente

·  Quarto grado: prolasso muco emorroidario esterno non riducibile

Chi sono i soggetti più a rischio di emorroidi?

Circa un terzo della popolazione soffre di emorroidi. Le donne, a causa della gravidanza, sono le più vulnerabili (durante la gestazione o subito dopo il parto ne soffre circa il 40% ).

Quando è necessario rivolgersi a uno specialista?  

Quando compare un qualsiasi disturbo legato all’ano

Come si curano le emorroidi? 

Spetta al proctologo il compito di stabilire il trattamento migliore per il paziente, tenendo conto che a parità di efficacia sarà da preferire quello più conservativo.

Tuttavia, è fondamentale seguire alcuni comportamenti e abitudini igieniche sia nel trattamento che nella prevenzione delle emorroidi. 

Ricordiamo tra questi: 

  • assumere con costanza molta frutta, verdure ed acqua
  • svolgere un’attività fisica regolare, anche leggera, ma costante
  • non passare troppo tempo in bagno (perdere l’abitudine di leggere)
  • cercare di evacuare sempre alla stessa ora
  • fare bidet tiepidi con detergente liquido dopo l’evacuazione

Esistono poi una serie di farmaci sotto forma di pomate, supposte, compresse, gel rettali, dotati di buona efficacia sui sintomi, ma non in grado di risolvere in maniera definitiva il problema. Tali prodotti trovano, infatti, indicazione nel trattamento spesso solo sintomatico della patologia emorroidaria.

Quando è necessario l’intervento chirurgico?

Gli interventi chirurgici un tempo erano visti con terrore dai pazienti, stante l’importante dolore post-operatorio e l’alto numero di complicanze e di recidive, ma oggi possono essere affrontati con tranquillità.

Gli interventi proposti sono sicuri, efficaci, con un dolore post-operatorio accettabile; sono spesso eseguiti in day-hospital e con una ripresa relativamente precoce delle normali attività quotidiane. A grandi linee, possiamo schematicamente dividerli in due tipi: quelli che agiscono “togliendo” e quelli che agiscono “modificando”. 

Tra i primi (quelli che agiscono “togliendo”) l’intervento più eseguito è l’emorroidectomia secondo Milligan e Morgan, dal nome dei chirurghi che la misero a punto nella prima metà del 1900. ​​È l’intervento, appunto, che molti pazienti operati ricordano con terrore per le sofferenze del decorso postoperatorio, ma che oggi viene invece eseguito adottando particolari accorgimenti e, a volte, particolari strumenti che riducono notevolmente il dolore e le recidive. Il decorso postoperatorio rimane comunque relativamente lungo e la ripresa completa delle proprie attività può richiedere anche un mese di tempo.

Gli interventi invece che “modificano, sono di introduzione molto più recente, particolarmente indicati in casi di prolasso delle emorroidi interne, e per questo il loro risultato a lungo termine non è ancora esattamente conosciuto. Sono sicuramente caratterizzati da una notevolissima riduzione del dolore, a volte trascurabile, e da una più rapida ripresa della vita sociale: 7-15 giorni sono solitamente sufficienti. 

Il primo di questi interventi, in ordine di comparsa nelle nostre sale operatorie, è la prolassectomia con suturatrice meccanica, messa a punto tra l’altro da un chirurgo italiano (dr. Antonio Longo). Si reseca un pezzo circolare di mucosa rettale e contemporaneamente si esegue la sutura con punti al titanio (che verranno successivamente eliminati spontaneamente), riposizionando così le emorroidi prolassate nella loro posizione originaria. 

Questa tecnica tuttavia, dopo iniziali entusiasmi è stata sempre meno eseguita a causa dell’alta percentuale di recidive e di gravi complicanze che può determinare. 

Il secondo intervento di questa categoria è stato ideato dal chirurgo giapponese Morinaga e si basa sulla legatura transanale doppler guidata delle arterie emorroidarie. Tale tecnica, effettuabile in anestesia loco-regionale o in sedazione, determina così da un lato la riduzione del flusso sanguigno, con una pronta riduzione degli episodi di sanguinamento, dall’altro la fissazione della mucosa rettale, con riduzione o eliminazione del prolasso. Anche in questo caso il dolore post-operatorio e le complicanze sono ridotti ai minimi termini.

Ulteriori interventi recentemente introdotti si basano più o meno sullo stesso principio (come ad esempio la de-arterializzazione delle emorroidi con tecnica laser).

In  conclusione, per ottenere il risultato migliore bisogna scegliere in base al quadro clinico, che può essere piuttosto vario, l’intervento che garantisca il miglior rapporto costo – benefici per il paziente. Solo un chirurgo dedicato, però, è in grado di eseguire correttamente tutti i diversi tipi di interventi calibrati in funzione della gravità, di eventuali interventi pregressi, della coesistenza di altre patologie e delle necessità o aspettative del singolo paziente.

Chirurgia Generale
Dr Corrado Bottini
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