Estate: come arrivare pronti alla ripresa sportiva

Estate, ritorno all’aria aperta, voglia di praticare gli sport preferiti, per troppo tempo – causa inverno ed emergenza Covid – messi forzatamente da parte.

Un ritorno all’attività sportiva che deve però essere approcciato con intelligenza e attenzione per evitare di creare problemi a muscoli, tendini e ossa.

Che cosa fare, dunque, per evitare di subire “traumi da ripresa”? Lo abbiamo chiesto al dottor Vincenzo Madonna, responsabile del reparto di Ortopedia di Humanitas Castelli, che svolge attività medica anche in Humanitas Medical Care di Bergamo.

Dottor Madonna, come arrivare pronti all’appuntamento estivo con lo sport?

«Prima di tutto dobbiamo pensare al “ritorno in forma” in senso generale. Prima di concentrarci sul gesto puramente atletico è necessario raggiungere la condizione fisica che ci permetta di eseguirlo nel migliore dei modi. Il che significa avere fiato, forza e resistenza, condizioni che si ottengono con un giusto allenamento corporeo generale. Una volta fatto questo, allora possiamo concentrarci sul nostro sport preferito e svolgere un corretto training specifico»

Da che cosa si deve iniziare per impostare un buon allenamento specifico?

«Bisogna lavorare anzitutto per avere un equilibrio corporeo, a livello di bacino – che può essere considerato il “cuore” dell’equilibrio del nostro corpo – e di gambe. Una volta raggiunto l’equilibrio possiamo pensare all’assetto e alla gestione del gesto atletico degli arti inferiori. Importante è lavorare sull’elasticità muscolare con un primo riscaldamento ed esercizi di stretching, perché un muscolo deve, sì, essere forte, ma prima di tutto deve essere elastico. Se un muscolo è solo potente senza essere elastico è facile che si arrivi a strappi e contratture muscolari oltre che a lesioni tendinee come quelle del tendine rotuleo o di quello di Achille. Tenendo anche conto del fatto che con il trascorrere degli anni, diciamo a partire dai 40 in poi, i rischi aumentano».

Una volta fornita la giusta elasticità ai muscoli degli arti inferiori, qual è il passaggio successivo da affrontare?

«A quel punto si può passare in maniera graduale e parallela al rinforzo muscolare, quindi alla ricerca della forza e della resistenza dei muscoli. E di pari passo, finalmente, lavorare sul gesto atletico, quello che varia da sport a sport. Per giocare a pallacanestro, per fare un esempio, serve un gesto atletico del tutto differente rispetto a quello del calcio, a partire dal gioco di gambe, ai salti, ai cambi di direzione…».

Senza trascurare, ovviamente, gli arti superiori…

«Anche per questi è importante l’equilibrio, in particolare quello della colonna vertebrale, ma il primo aspetto da curare è quello della “preparazione” del cingolo scapolare, che è tutto ciò che si raccoglie intorno alla scapola, osso molto importante che “scorre” sul torace e si articola con l’omero e la clavicola, la quale a sua volta si articola con lo sterno. A livello di quest’osso si collega tutta le gestualità dell’arto superiore, per cui l’avere una scapola ben stabile e che si muove bene significa poter rinforzare con efficacia tutti i muscoli dell’arto superiore, tra cui il deltoide, il bicipite e il tricipite. È un discorso che riguarda soprattutto chi svolge sport come il tennis, il nuoto e la pallavolo, ma non solo loro: il movimento degli arti superiori sono fondamentali per lo svolgimento di qualsiasi sport, anche di quelli praticati utilizzando soprattutto le gambe».

Quindi, che cosa dobbiamo fare, nella sostanza?

«Il segreto è percorrere i passaggi con gradualità. Ovvero, dedicare a ogni step il giusto tempo e non “abusare” del proprio corpo forzando gli allenamenti. Ideale sarebbe sempre affidarsi a professionisti del settore, come i preparatori atletici, perché sanno come far lavorare il fisico con la giusta gradazione, sequenza e alternanza. È una questione di concatenazione dei gesti, indispensabile per non creare squilibri proprio quando invece, con l’allenamento, si vorrebbe intervenire per eliminarli».

È un consiglio che si sente di dare anche a chi pratica sport saltuariamente?

«Decisamente sì: questo è un discorso che vale soprattutto per chi pratica sport a livello amatoriale. I professionisti sono circondati da esperti che sanno consigliarli su qualsiasi gesto, gli amatori invece spesso si affidano al fai-da-te incorrendo in traumi che potrebbero essere tranquillamente evitati. Basta poco, è sufficiente essere instradati da uno specialista e poi proseguire tenendo conto dei suoi consigli, ricordando che se si comincia male è più facile, dopo, continuare a sbagliare e peggiorare sempre più la situazione».

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