Gambe e piedi gonfi: quali rimedi?

Il gonfiore ai piedi e alle gambe è molto comune fra persone di tutte le età, ma colpisce prevalentemente chi è affetto da insufficienza venosa di varia intensità. Il gonfiore e i relativi crampi notturni sono causati anche dalla sedentarietà e dai lunghi viaggi, in aereo o auto, durante i quali le gambe stanno ferme e in posizione rannicchiata per lungo tempo. Questi disturbi però possono essere controllati: il dottor Marco Setti, responsabile Chirurgia Vascolare di Humanitas Gavazzeni a Bergamo ci ha spiegato in che modo.

I comportamenti adatti

Le regole da seguire sono poche e semplici: bisogna evitare la sedentarietà, mangiare in modo sano ed equilibrato, bere 1 litro e mezzo (o 2 litri) al giorno di acqua. L’apporto di liquidi non è da sottovalutare, soprattutto se si soffre spesso di pesantezza e gonfiore degli arti inferiori.

I farmaci

Se queste regole non bastano, il medico può indicare l’assunzione di farmaci flebotonici, che aiutano a migliorare la circolazione venosa sfruttando i principi attivi dei bioflavonoidi, della vite rossa e della centella asiatica. A questi farmaci possono essere associate delle creme che contengono flebo tonici ed eparinoidi, sostanze che hanno lo scopo di ridurre il calore e la pesantezza manifestati ai polpacci. Bisogna ricordare che le creme sono meno efficaci rispetto ai farmaci.

L’esposizione al sole e i viaggi

È possibile esporsi al sole, ma con moderazione e solo se non sono in atto infiammazioni di tipo flebitico. Se si è al mare, se ne può approfittare per camminare in acqua o nuotare, in modo da attivare una sorta di “idromassaggio” naturale sulle gambe. Bisogna anche tenere conto degli effetti negativi sugli arti inferiori causati dai viaggi di lunga durata, durante i quali le nostre gambe rimangono rannicchiate in spazi ridotti per molto tempo. In questo caso è opportuno indossare delle calze elastiche riposanti, di 70 denari, che possano aiutare la circolazione venosa. Se invece si ha familiarità di episodi trombo flebitici conviene chiedere un parere al proprio medico specialista, in modo da evitare complicanze flebitiche e/o trombo-emboliche.

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