Gastroenterite infettiva: consigli per la cura e la prevenzione

La gastroenterite infettiva è un disturbo comune che colpisce l’apparato digerente, causando sintomi come diarrea, nausea, vomito, crampi addominali e febbre. È causata da agenti infettivi come virus, batteri e parassiti, che si diffondono principalmente attraverso il consumo di cibo o acqua contaminati (la maggior parte dei casi di diarrea e vomito insorti acutamente sono manifestazioni di un processo infettivo e di solito sono autolimitanti). Un caso particolare è la “diarrea del viaggiatore”, che colpisce più della metà delle persone che viaggiano verso paesi in via di sviluppo.

Comprendere le cause, i sintomi, le opzioni di trattamento e le misure preventive può aiutare a gestire queste condizioni in modo efficace e senza eccessive preoccupazioni. Ce ne parla il dottor Vincenzo Craviotto, gastroenterologo presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care Domodossola a Milano.

Quali sono le cause della gastroenterite infettiva?

La gastroenterite infettiva può essere causata da diversi microrganismi. È importante notare che la maggior parte dei casi di diarrea acuta infettiva sono di origine virale, come indicato dal fatto che gli esami colturali delle feci risultano positivi solamente nell’1,5-5,6 % dei casi come riportato in letteratura scientifica. 

I virus più comuni sono il norovirus e il rotavirus, responsabili di numerose epidemie di gastroenterite. Questi virus si diffondono facilmente da persona a persona attraverso il contatto diretto e il consumo di cibo o acqua contaminati.

I batteri che possono provocare la gastroenterite includono Escherichia coli, Salmonella spp, Campylobacter jejuni e Shigella. Questi microrganismi possono trovarsi negli alimenti crudi o poco cotti, nelle acque contaminate o in animali infetti. La contaminazione dei cibi può avvenire durante la preparazione, la manipolazione o la conservazione inadeguata.

Anche alcuni parassiti, come la Giardia lamblia, possono causare la gastroenterite. Questi parassiti possono essere presenti nelle acque contaminate o in alimenti non adeguatamente lavati o cotti.

Quali sono i sintomi della gastroenterite infettiva?

I sintomi della gastroenterite infettiva si manifestano di solito entro uno o due giorni dall’esposizione all’agente infettivo. La diarrea è uno dei sintomi principali, caratterizzata da feci liquide o acquose. Il vomito e i crampi addominali sono comuni, e spesso si avverte una sensazione generale di malessere. In alcuni casi può comparire anche la febbre, che può indicare un’infezione più grave. Altri sintomi associati alla gastroenterite includono perdita di appetito, nausea, debolezza e occasionalmente dolori muscolari o mal di testa.

Come può essere trattata la gastroenterite infettiva?

La gastroenterite infettiva di solito si risolve spontaneamente nel giro di pochi giorni (in media dai tre ai sette giorni, ma i sintomi possono durare fino a due settimane) senza alcun trattamento specifico. Tuttavia, è importante prendere alcune contromisure per alleviare i sintomi e prevenire la disidratazione.

La prima e più importante indicazione è mantenere un buon livello di idratazione bevendo abbondante acqua. Inoltre, possono essere utili le soluzioni elettrolitiche disponibili in farmacia, che aiutano a ripristinare i sali minerali persi a causa del vomito e della diarrea.

Un metodo semplice per valutare lo stato di idratazione è monitorare la frequenza con cui si urina e osservarne il colore. Se si urina raramente o se le urine assumono un colore giallo scuro, sarà necessario bere più liquidi.

È consigliabile seguire una dieta leggera durante la fase acuta dei sintomi, evitando cibi grassi, piccanti o difficili da digerire. In particolare, in caso di diarrea acquosa si suggerisce il consumo di amidi e cereali bolliti (ad esempio, patate, pasta, riso, grano e avena) con sale; anche cracker, banane, zuppe e verdure bollite possono essere consumati.

Esistono farmaci disponibili per limitare la diarrea. Questi farmaci non curano la causa sottostante della diarrea, ma aiutano a diminuire la frequenza dei movimenti intestinali. Sono farmaci sicuri, ma andrebbero evitati in caso di temperatura superiore a 38°C e in presenza di sangue nelle feci. La Loperamide è un’opzione disponibile senza prescrizione medica; la dose iniziale è di due compresse (4 mg), seguita da una compressa (2 mg) dopo ogni episodio di diarrea. Non è consigliato superare i 16 mg al giorno e continuare ad assumerlo per più di 3 giorni consecutivi senza benefici.

Il medesimo approccio vale per la sintomatologia a carico del tratto digestivo superiore come la nausea e il vomito. In caso di sintomi particolarmente disagianti, sotto prescrizione medica, potrebbe essere indicato un breve ciclo di terapia antiemetica con farmaci sintomatici.

L’uso di molecole antibiotiche non è necessario nella maggior parte dei casi di diarrea acuta e, se utilizzati in modo inappropriato, possono causare ulteriori complicazioni. Tuttavia, potrebbero essere utilizzate in situazioni selezionate, come in presenza di sintomi o segni suggestivi di maggiore gravità:

  • Più di otto scariche diarroiche al giorno
  • Febbre > 38°C
  • Tracce di sangue nelle feci
  • Disidratazione
  • Sintomi che persistono per più di una settimana
  • Condizioni di immunosoppressione o gravidanza
  • Età maggiore di 65 anni
  • Multiple comorbidità (es. diabete mellito, insufficienza renale cronica, insufficienza cardiaca)
  • Ospedalizzazione o utilizzo di antibiotici negli ultimi tre mesi

In presenza di una o più di queste caratteristiche cliniche è consigliabile prevedere un consulto col proprio medico curante e/o con lo specialista gastroenterologo dove insieme alla terapia di supporto verrà valutata anche la necessità di terapie antibiotiche, avendo discusso i potenziali rischi e benefici.

Gastroenterite infettiva, che tipo di prevenzione posso fare?

Gli adulti con diarrea dovrebbero essere cauti per evitare la diffusione dell’infezione a familiari, amici e colleghi di lavoro. Si è considerati infettivi finché persiste la diarrea. I microrganismi che causano la diarrea si diffondono dalle mani alla bocca; lavarsi le mani, fare attenzione durante il cambio dei pannolini e rimanere a casa dal lavoro o dalla scuola sono alcuni modi per prevenire l’infezione di familiari e di altri contatti.

La sicurezza alimentare inoltre è uno dei principali metodi di prevenzione. Ecco alcune raccomandazioni:

  • Non bere latte crudo (non pastorizzato) o cibi che contengono latte non pastorizzato
  • Lavare accuratamente frutta e verdura cruda prima di mangiarle
  • Mantenere la temperatura del frigorifero a 4,4°C o inferiore; il congelatore a -17,8°C o inferiore
  • Consumare il prima possibile cibi precotti, deperibili o pronti al consumo.
  • Tenere separati carne cruda, pesce e pollame da altri alimenti
  • Lavare mani, coltelli e taglieri dopo aver maneggiato cibi crudi, inclusi prodotti e carne cruda, pesce o pollame
  • Cuocere accuratamente cibi crudi di origine animale fino a raggiungere una temperatura interna sicura: carne macinata 71°C; pollo 77°C; tacchino 82°C; maiale 63°C con un tempo di riposo di tre minuti
  • Il pesce dovrebbe essere cotto accuratamente per minimizzare il rischio di intossicazione alimentare. Mangiare pesce crudo (ad esempio, sushi) comporta un rischio per una varietà di vermi parassitari (oltre ai rischi associati agli organismi portati dai manipolatori di alimenti). Il congelamento uccide alcuni, sebbene non tutti, i microrganismi nocivi.
  • Cuocere completamente le uova di gallina, fino a quando il tuorlo è solido
  • Refrigerare prontamente gli alimenti. Non lasciare mai cibi cotti a temperatura ambiente per più di due ore (un’ora se la temperatura ambiente è superiore a 32°C)

In sintesi, la gastroenterite infettiva è un disturbo che, pur essendo comune e spesso autolimitante, richiede un’attenzione particolare per la gestione dei sintomi e la prevenzione della sua diffusione. Il trattamento è principalmente sintomatico, con un focus su idratazione e dieta, mentre gli antibiotici sono riservati per casi più gravi o complicati nei quali è necessaria assistenza medica.

Un piccolo consiglio per i viaggiatori avventurosi, è: “se non potete bollirlo, cuocerlo o sbucciarlo, forse è meglio lasciar perdere”.

Dott. Vincenzo Craviotto
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