I giovani hanno sempre “il cuore in gola”

Oggigiorno, soprattutto i giovani vivono in una condizione di costante ansia, preoccupazione e stress psico-fisico, in particolare a causa dell’intensa attività lavorativa o di problemi familiari. In questa situazione è facile e frequente che avvertano la fastidiosa sensazione del cuore che batte più forte o più in fretta del normale.

In genere questo disturbo non è motivo di preoccupazione e scompare senza alcuna terapia, ma in alcuni casi l’alterazione del ritmo cardiaco può essere sintomo di un problema vero e proprio e, quindi, occorre rivolgersi al cardiologo e sottoporsi a esami clinici approfonditi.

Ne abbiamo parlato con il professor Augusto Foresti, Senior Consultant di Cardiologia di Humanitas.

Perché si altera la frequenza cardiaca?

“Forti emozioni, stress psichico, eccessivo sforzo fisico possono provocare fenomeni di palpitazione (cardiopalmo)”, spiega il professor Foresti. E precisa: “Ciò accade perché si verifica un’alterazione del sistema nervoso simpatico (o ortosimpatico), che regola la frequenza cardiaca.”

Il sistema nervoso simpatico, che collega il sistema nervoso centrale agli organi periferici, può essere considerato come il meccanismo “freno/acceleratore” di un’automobile. Nelle situazioni suddette prevale l’azione del sistema simpatico, cioè “l’acceleratore”, che provoca un aumento della frequenza cardiaca, della pressione arteriosa e, talvolta, anche l’induzione di extrasistoli (battiti cardiaci anticipati).

“Ciò avviene perché il cuore deve inviare a muscoli e organi una maggiore quantità di sangue per soddisfare il loro aumentato fabbisogno di ossigeno e sangue”, conclude.

Quando occorre rivolgersi al medico?

“Quando si percepisce una irregolarità del ritmo cardiaco, è bene sottoporsi a una visita cardiologica per scoprire se le palpitazioni sono legate o meno ad alterazioni strutturali dell’apparato cardiocircolatorio”, afferma il professore. “L’aritmia, causata dal malfunzionamento di alcune parti del sistema di conduzione elettrica del cuore, può essere del tutto innocua oppure sintomo di disturbi cardiaci seri, come ad esempio l’infarto”, aggiunge.

Quali esami vengono prescritti per verificare la funzionalità del cuore?

Il primo esame prescritto per individuare eventuali problemi cardiaci è l’elettrocardiogramma (ECG). Se l’esito di tale esame è normale, ma gli episodi di tachicardia sono frequenti e non collegabili a stress, occorre sottoporsi a esami più approfonditi.

Indagini più approfondite

Il semplice elettrocardiogramma di base, che registra il battito cardiaco per pochi secondi, non sempre è in grado di evidenziare un’anomalia patologica, per esempio quando il sintomo non si manifesta durante la registrazione dell’esame stesso.

Il medico, allora, può prescrivere altri esami:

  •    elettrocardiogramma di lunga durata che si avvale di un monitor Holter, uno strumento che registra l’attività elettrica del cuore nel corso delle 24 ore. Il paziente deve annotare su un diario le diverse azioni compiute durante la giornata (salire le scale, mangiare, dormire…) e i sintomi corrispondenti (palpitazioni, affanno, stanchezza improvvisa…), in modo che il cardiologo possa confrontare i dati strumentali con la sintomatologia;
  • ecocardiografia, che attraverso le onde sonore crea un’immagine tridimensionale del cuore e ne mostra le eventuali anomalie;
  • elettrocardiogramma sotto sforzo, prescritto nel caso in cui le palpitazioni si presentano in concomitanza di sforzi fisici.

Una spiegazione scientifica al batticuore

Una ricercatrice italiana dell’università di Padova, la dottoressa Manuela Zaccolo, ha formulato un’interessante ipotesi sulla causa scatenante il batticuore. Quando una forte emozione provoca una scarica di adrenalina, le cellule del cuore cominciano a produrre una molecola chiamata Amp ciclico (cAMP) che, a sua volta, stimola le proteine che fanno contrarre il muscolo cardiaco. Se questa attivazione è eccessiva, la tachicardia conseguente e le eventuali aritmie vengono avvertite soggettivamente come palpitazioni. Questa scoperta è stata effettuata grazie a una proteina fluorescente presente in una medusa, impiegata dai ricercatori per rivelare i movimenti della cAMP all’interno del cuore.

 

 

 

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