Influenza 2025: i sintomi e perché vaccinarsi

L’influenza è una malattia respiratoria di origine virale che si trasmette molto facilmente da una persona all’altra. Il contagio avviene soprattutto attraverso le goccioline emesse quando si tossisce, si starnutisce o si parla, in particolare negli ambienti chiusi e affollati. Può diffondersi anche tramite il contatto diretto con persone infette, per esempio portando le mani contaminate a occhi, naso o bocca, o ancora attraverso oggetti e superfici dove il virus può sopravvivere a lungo e passare poi alle mucose.

Il periodo di incubazione è breve, generalmente di due giorni, ma può variare da uno a quattro. Una persona adulta può trasmettere il virus già dal giorno precedente la comparsa dei sintomi fino a circa cinque giorni dopo. 

Il vaccino antinfluenzale è il mezzo più sicuro ed efficace per proteggersi dall’influenza. Ogni anno, a ottobre, prende il via la campagna vaccinale su indicazione del Ministero della Salute. Vaccinarsi contro l’influenza riduce il rischio individuale di ammalarsi, ma contribuisce anche a proteggere la collettività e ad alleggerire la pressione sugli ospedali.

Ne parliamo con la professoressa Elena Azzolini, Direttore Medico Sanitario di Humanitas Medical Care area Milano.

Quali sono i virus responsabili dell’influenza?

I virus responsabili dell’influenza appartengono principalmente ai tipi A e B. Quelli di tipo A si classificano in sottotipi in base a due proteine di superficie, emoagglutinina (HA) e neuraminidasi (NA). Negli ultimi decenni i sottotipi H1N1 e H3N2 sono stati i più comuni. I virus di tipo B non hanno sottotipi distinti. 

Una caratteristica dei virus influenzali è la loro capacità di mutare: questi cambiamenti li rendono in grado di sfuggire alle difese immunitarie acquisite nelle stagioni precedenti, favorendo così una rapida diffusione dell’infezione. Proprio per questo motivo, ogni anno la composizione del vaccino antinfluenzale deve essere aggiornata sulla base della sorveglianza epidemiologica che individua i ceppi virali in circolazione.

Quali sono i sintomi dell’influenza?

L’influenza si manifesta in genere con:

Possono anche comparire:

Nei bambini la malattia può presentarsi anche con nausea, vomito e diarrea.

Quanto dura l’influenza?

La durata media è di una settimana, al massimo dieci giorni, ma l’andamento può essere diverso a seconda dei casi. In alcune persone l’influenza può assumere forme più gravi e portare a complicanze come la polmonite virale, la polmonite batterica secondaria o il peggioramento di malattie croniche preesistenti. I bambini molto piccoli e gli anziani sono le categorie più a rischio, insieme alle persone con un sistema immunitario compromesso.

Come prevenire l’influenza?

La prevenzione dell’influenza si basa innanzitutto su comportamenti quotidiani che contribuiscono a contenere la diffusione del virus:

  • Lavarsi spesso le mani con acqua e sapone per almeno 40-60 secondi è un gesto fondamentale, così come l’uso di soluzioni idroalcoliche per almeno 20-30 secondi in alternativa. 
  • Coprire naso e bocca quando si tossisce o si starnutisce, preferibilmente con fazzoletti monouso da smaltire subito.
  • Anche l’uso della mascherina in presenza di sintomi respiratori può limitare il contagio tra i contatti stretti, mentre restare a casa nelle prime fasi della malattia aiuta a proteggere gli altri. È importante evitare il contatto ravvicinato con persone già ammalate e mantenere una distanza di almeno un metro.
  • Il virus può sopravvivere sulle superfici: toccarsi occhi, naso e bocca dopo aver manipolato oggetti contaminati favorisce l’infezione.

Nessuna di queste misure è efficace quanto la vaccinazione, che rappresenta lo strumento di prevenzione principale.

Perché è importante vaccinarsi?

È fondamentale specificare che tutti i vaccini antinfluenzali disponibili in Italia sono stati autorizzati dall’Agenzia Europea del Farmaco (EMA) e/o dall’Agenzia italiana del Farmaco (AIFA). 

Il vaccino antinfluenzale è il mezzo più efficace per proteggersi dall’influenza. Ogni anno viene aggiornato in base ai virus circolanti e contiene soltanto virus inattivati o loro frammenti, quindi non può in alcun modo causare la malattia. 

Vaccinarsi riduce di molto il rischio di sviluppare la malattia clinica: anche se si contrae l’infezione, la malattia tende a essere più lieve e con minori complicanze.

La vaccinazione non tutela solo il singolo, ma contribuisce anche a proteggere la collettività. Riducendo il numero di persone ammalate, si abbassa infatti il carico sul sistema sanitario – considerate le complicanze anche importanti che l’influenza può avere – e si proteggono soprattutto le persone più fragili. 

Chi dovrebbe vaccinarsi?

Il vaccino è raccomandato a tutta la popolazione a partire dai sei mesi di età, salvo controindicazioni specifiche ed è fortemente consigliato, tra gli altri, per:

  • le persone che superano i 60 anni
  • le donne in gravidanza e in postpartum
  • i bambini e gli adulti con patologie che aumentano il rischio di complicanze da influenza, come malattie croniche dell’apparato respiratorio o cardiocircolatorio, diabete, insufficienza renale, malattie neuromuscolari, malattie oncologiche
  • bambini dai 6 mesi ai 6 anni
  • bambini e adolescenti in trattamento cronico con acido acetilsalicilico, a rischio di Sindrome di Reye in caso di infezione influenzale
  • persone ricoverate presso strutture per lungodegenti
  • familiari di persone ad alto rischio di complicanze da infezione
  • medici e personale sanitario
  • forze di polizia e vigili del fuoco

Nella circolare del Ministero della Salute “Prevenzione e controllo dell’influenza: raccomandazioni per la stagione 2025-2026” è possibile consultare nella tabella 3 tutte le categorie per le quali la vaccinazione antinfluenzale stagionale è raccomandata e offerta gratuitamente.

La campagna vaccinale si svolge ogni anno da ottobre a dicembre e il vaccino diventa efficace dopo circa due settimane dalla somministrazione, garantendo protezione per 6-8 mesi. 

Nella maggior parte dei casi è sufficiente una singola iniezione intramuscolare, esclusi i bambini. Sotto i nove anni di età, nei bambini mai vaccinati in precedenza, sono necessarie due dosi di vaccino antinfluenzale stagionale, da somministrare a distanza di almeno 4 settimane. 

La somministrazione avviene nel muscolo deltoide della spalla a partire dai due anni, mentre fino ai due anni e nei lattanti può essere somministrato nella coscia.

Infine, il vaccino antinfluenzale vivo attenuato (LAIV) viene somministrato come spray per via nasale ed è indicato a bambini dai 2 ai 17 anni compresi.

Gli effetti collaterali sono leggeri e della durata di qualche giorno: 

  • dolore o arrossamento nel punto dell’iniezione
  • malessere generale
  • febbre o dolori muscolari.
Vaccino antinfluenzale

Il vaccino antinfluenzale è la più efficace arma di prevenzione contro l’influenza stagionale, una malattia respiratoria di origine virale che si trasmette molto facilmente da persona a persona.

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