L’influenza è caratteristica dei mesi freddi, con un picco che – indicativamente – di anno in anno in Italia si colloca tra gennaio e febbraio. Si tratta di una malattia respiratoria, infettiva e altamente contagiosa, causata da un virus che si trasmette da persona a persona. Il contagio avviene per mezzo delle goccioline (droplets) che si emettono quando si parla, si tossisce o si starnutisce, soprattutto in luoghi chiusi e affollati; attraverso il contatto con mani, superfici o oggetti contaminati e poi veicolando il virus nell’organismo mediante bocca o naso.
In estate può succedere di avvertire sintomi influenzali, ma si tratta di influenza? Ne parliamo con la professoressa Elena Azzolini, direttore sanitario di Humanitas Medical Care.
Esiste l’influenza estiva?
Il virus dell’influenza circola soprattutto tra ottobre e marzo, negli ultimi anni, però, i modelli stagionali sono diventati meno prevedibili, complice la pandemia da COVID-19 che ha modificato la diffusione dei virus respiratori su scala globale. Per questo, anche se l’influenza vera e propria è rara in estate, non è impossibile.
In estate si registrano altri tipi di infezioni, con sintomi simili a quelli dell’influenza stagionale, spesso favorite da viaggi, sbalzi termici e insetti. Ne sono un esempio quelle causate da enterovirus (come il rinovirus, responsabile del comune raffreddore), metapneumovirus umano (hMPV), virus respiratorio sinciziale, streptococco, ma anche quelle legate a viaggi in alcuni paesi o a insetti che veicolano il virus, come per esempio: dengue, virus West Nile, virus Zika, malattia di Lyme (causata dal morso di zecca).
In generale, i sintomi più comuni sono:
- febbre
- dolori muscolari e articolari
- tosse
- mal di testa
- brividi
- stanchezza
- congestione nasale
- vomito e diarrea, specialmente nei bambini.
Di solito i sintomi compaiono in modo improvviso e durano da pochi giorni fino a due settimane.
Quando consultare il medico?
Un consulto medico è indicato ogni volta che i sintomi peggiorano, durano più del previsto o insorgono in persone con fragilità.
Tra i segnali che meritano una valutazione medica rientrano febbre persistente, tosse che non si risolve, dolore toracico, eruzioni cutanee insolite, difficoltà respiratorie o disidratazione. In caso di sintomi gravi, come alterazioni dello stato mentale, rigidità del collo o crisi convulsive, è necessario recarsi immediatamente al pronto soccorso.
I soggetti più a rischio – come anziani, bambini piccoli, persone immunodepresse o con patologie croniche – così come coloro che hanno viaggiato in paesi ritenuti a rischio, dovrebbero prestare particolare attenzione anche ai sintomi lievi e confrontarsi con il proprio medico per una valutazione.
Influenza: come gestire i sintomi in estate
Il trattamento non si discosta molto da quello delle forme invernali, ma il contesto stagionale pone alcune attenzioni. L’aria condizionata, ad esempio, può dare sollievo ma, se troppo fredda o secca, può peggiorare i sintomi respiratori; è bene dunque mantenere una temperatura stabile e usare un umidificatore per contrastare la secchezza delle mucose.
L’idratazione è fondamentale: acqua, brodi o tisane consumati dopo averli fatti raffreddare, ghiaccioli e bevande con sali minerali aiutano a mantenere l’equilibrio idrico.
Per alleviare i sintomi, può essere indicato l’uso di farmaci sintomatici come antipiretici (per abbassare la temperatura) e analgesici (in caso di dolori articolari e muscolari). In caso di necessità, il medico valuterà anche eventuali terapie più specifiche.