Insufficienza renale cronica, come curarla?

L’insufficienza renale è la condizione nella quale i reni non riescono più a depurare il sangue in modo efficace. Quando l’insufficienza renale si sviluppa rapidamente, viene definita acuta; se invece i reni perdono il potere depurativo in modo progressivo, viene definita cronica

L’insufficienza renale cronica (IRC), colpisce circa il 7-8% della popolazione italiana; l’IRC, nelle sue fasi iniziali non causa sintomi ed è asintomatica, ed è per questo motivo che talvolta viene diagnosticata in fase anche avanzata. In casi estremi, può essere diagnosticata in una fase talmente tardiva che il soggetto deve iniziare subito il trattamento depurativo, ovvero la dialisi; altre volte viene “scoperta” per caso, in corso di esami o indagini eseguite per altre patologie.

Ne abbiamo parlato con la dott. Adriana Aroldi, nefrologa presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care Murat a Milano.

Che cos’è l’insufficienza renale cronica?

L’insufficienza renale cronica è la condizione che porta i reni a perdere progressivamente la funzionalità depurativa e la capacità di eliminare liquidi in eccesso. Quando ciò succede, le scorie si accumulano e compromettono il funzionamento di altri sistemi con un impatto grave sull’organismo.

Quali sono i sintomi dell’insufficienza renale cronica?

Nelle fasi iniziali l’insufficienza renale cronica è asintomatica. Successivamente, quando la funzione renale comincia a deteriorarsi in modo medio o severo, possono comparire i primi sintomi.

Ad un certo punto dell’IRC i reni possono perdere la capacità di eliminare i liquidi in eccesso con conseguente aumento dei valori della pressione, o gonfiori (ovvero edemi, alle caviglie e poi anche alle gambe).  In pochi casi i reni mantengono la capacità di eliminare i liquidi e quindi il paziente può rimanere ancora senza disturbi.

Alcuni segnali di questa condizione possono includere: 

  • Perdita di appetito; e tardivamente, nella fase avanzata, anche nausea e vomito 
  • Anemia con sensazione di spossatezza, fiato corto e dolore al petto
  • Disturbi secondari ad alterazioni dei minerali, come: crampi, tremori, prurito, sonno disturbato da involontari movimenti delle gambe, danni alle ossa.

Quali sono i fattori di rischio per sviluppare un’insufficienza renale cronica?

·   Diabete Mellito: si verifica quando la glicemia rimane troppo alta, danneggiando gli organi  come reni, cuore e vasi sanguigni, nervi e occhi.

·   Alta pressione sanguigna: l’ipertensione arteriosa se scarsamente controllata (o incontrollata) può essere una delle principali cause di infarti del cuore, ictus cerebrale e malattie renali croniche. 

.    Malattie renali primitive che danneggiano le unità funzionali del rene (nefroni, tubuli renali, arterie e arteriole) o il sistema vascolare (arterie e vene renali); infezioni renali gravi, calcolosi a stampo, tumori, malattie immunologiche, malattie congenite ereditarie.

Altri fattori di rischio sono rappresentati da:

  • Obesità
  • Fumo di sigarette e di droghe
  • Familiarità per malattie renali
  • Malattie autoimmuni
  • Età avanzata (contribuisce ad una riduzione della capacità depurativa)
  • Farmaci tossici per il funzionamento dei reni (molti antidolorifici) e altri farmaci che possono diventare tossici in determinate circostanze.

Quali danni può provocare l’insufficienza renale cronica?

I danni dell’insufficienza renale possono coinvolgere tutto l’organismo. I problemi più comuni sono:

  • Ritenzione idrica che può portare a conseguenze come gonfiore a braccia e gambe, fino alla mancanza di fiato per l’accumulo di acqua nei polmoni;
  • Incremento della pressione arteriosa;
  • Disturbi dei sali minerali che possono causare danni gravissimi: livelli alterati (troppo bassi o troppo elevati) di calcio, potassio, sodio, fosfati, cloro e bicarbonato, possono avere conseguenze sui muscoli (fino all’arresto delle contrazioni del cuore), sul nervoso (paralisi nervose), sul cervello (coma), sulle ossa (riduzione del tenore di mineralizzazione);
  • Anemia ed emorragie;
  • Disturbi nella sfera sessuale (sia maschile che femminile) con calo del desiderio, impotenza e infertilità;
  • Problemi durante la gestazione: se l’insufficienza renale è avanzata, la gravidanza è gravata da un aumentato rischio di abortività o gravidanza pretermine, ipertensione severa ed ulteriore peggioramento della funzione renale; se l’insufficienza renale non è avanzata il rischio diminuisce, ma rimane sempre la possibilità di un’accelerazione della malattia renale. Pertanto, è fondamentale che la donna venga informata prima di rimanere incinta di quali possano essere i rischi nefrologici a cui potrebbe andare incontro e gli effetti sul feto.

Si può prevenire l’insufficienza renale cronica?

L’insufficienza renale cronica non può essere sempre prevenuta; tuttavia, ci sono accorgimenti che possono contrastare la progressione e quindi rallentare l’evoluzione. Tra questi troviamo:

. Dieta alimentare con ridotto apporto di:

  • sale o cibi salati, per ridurre il rischio di ipertensione
  • proteine, specie in soggetti che normalmente hanno un elevato apporto di

proteine animali o che soffrono di gotta

  • zuccheri, in presenza di diabete mellito
  • potassio (legumi, frutta e verdura), in presenza di aumentati livelli di potassio
  • grassi animali, per mantenere i livelli di colesterolo entro valori normali

. Ottimizzare i valori della pressione arteriosa: l’aumento dei valori della pressione arteriosa, l’ipertensione arteriosa (>130/80), deve essere curata con i numerosi farmaci a disposizione (sia antiipertensivi che diuretici, quando indicati).

. Prevenire l’anemia che si associa all’insufficienza renale con eventuali supplementi di ferro o di vitamine, e nei casi più avanzati con l’aiuto di sostanze che stimolano direttamente la formazione dei globuli rossi.

. È altresì fondamentale fare attività fisica, mantenere un peso corporeo adeguato (evitare malnutrizione o sovrappeso), smettere di fumare, ridurre l’assunzione di alcol, non abusare di farmaci potenzialmente nefrotossici.

Quali sono le terapie possibili?

  • Per l’aumento della pressione sono disponibili numerosi farmaci che abbassano i livelli pressori;
  • Per la ritenzione d’acqua ci sono i diuretici;
  • Per ridurre l’assorbimento del potassio alimentare. ci sono farmaci che ne prevengono l’assorbimento;
  • Per ridurre livelli alti di colesterolo e/o trigliceridi (che aumentano il rischio di malattie cardiache) ci sono farmaci efficaci;
  • In caso di anemia possono essere indicati supplementi di ferro e/o vitamine, e nei casi più avanzati, una terapia che stimola la produzione di eritrociti (eritropoietina).
Specialista in Nefrologia
Dott.ssa Adriana Aroldi
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