Insufficienza renale: diabetici e ipertesi più a rischio

I reni sono organi pari retroperitoneali, posizionati bilateralmente alla colonna vertebrale tra la T12 ed L3, la loro funzionalità è di fondamentale importanza per mantenere l’equilibrio idro elettrolitico dell’organismo, l’attività depurativa, alcune funzioni endocrine ormonali, tutti indispensabili per la vita dell’organismo. La loro disfunzione definita insufficienza renale, può essere causata da malattie primitive dello stesso rene oppure essere secondaria a malattie sistemiche (quali Diabete mellito, Ipertensione arteriosa etc.). L’insufficienza renale può insorgere in modo eclatante, oppure con scarsi sintomi, per cui solo un’attenta valutazione da parte del nefrologo ed i risultati delle analisi del sangue e delle urine, confermati anche da esami strumentali, possono svelarne la presenza e permettere di intervenire tempestivamente per prevenirne la progressione.

Ne abbiamo parlato con il dottor Gian Enrico Guida, nefrologo all’ambulatorio di Humanitas Medica Care Lainate e in Humanitas Mater Domini Castellanza.

Quali sono le principali patologie legate ai reni? Quali le cause?

Le malattie primitive del rene (Glomerulonefriti, Pielonefriti, Interstiziopatie, Alterazioni o Malformazioni congenite ereditarie) o alcune  malattie sistemiche quali Diabete Mellito, Ipertensione Arteriosa, se non curate in modo adeguato e tempestivo, determinano alterazioni renali con una ridotta funzionalità dei reni che si definiscono “insufficienza renale”, cioè incapacità del rene di mantenere la normale funzionalità. L’insufficienza renale può essere acuta o cronica. Quando l’insufficienza renale è acuta, questa si presenta spesso con sintomi molto evidenti, quali contrazione della diuresi, vomito, ipertensione, edemi diffusi soprattutto agli arti inferiori, disturbi respiratori etc e per la loro evidenza  il paziente spesso si rivolge direttamente al pronto soccorso; al contrario, quando l’insufficienza renale è cronica, questa può instaurarsi in modo graduale e subdolo, precisa lo specialista, ed è più frequentemente oggetto di diagnosi e gestione ambulatoriale.

Le malattie sistemiche che più frequentemente possono causare  insufficienza renale sono principalmente Diabete Mellito ed Ipertensione Arteriosa, ed in misura minore anche altre patologie, quali infezioni sistemiche, calcolosi. Questo significa che una buona percentuale di pazienti diabetici (40%) ed ipertesi (30%)  negli anni corrono il rischio di sviluppare un’insufficienza renale. Anche l’uso incongruo di farmaci nefrotossici ( FANS, alcuni tipi di antibiotici etc.) può causare danni renali.

Quali sono i sintomi correlati all’insufficienza renale?

Molte volte l’insufficienza renale viene diagnosticata durante una visita ambulatoriale che il soggetto ha richiesto per altri motivi e ciò accade perché spesso si manifesta in modo subdolo, che all’inizio non dà dei sintomi specifici, e di conseguenza spesso non viene individuata e curata tempestivamente.

I sintomi iniziali sono quelli propri della malattia che causa l’insufficienza renale, quando invece quest’ultima è già in fase avanzata, e quindi evidente, si possono manifestare dolenzia diffusa in regione lombare, pressione arteriosa instabile, sensazione di nausea, vomito, gonfiore alle gambe e al volto, aumento o contrazione della diuresi, minzioni frequenti, prurito diffuso, incapacità di tenere ferme le gambe (legata a disturbi neurologici), facile affaticabilità legata alla progressiva anemizzazione, difficoltà respiratoria.

Quali esami permettono di formulare una corretta diagnosi?

“Il nefrologo prescrivere tutti gli esami necessari per formulare una corretta diagnosi e seguire l’evoluzione della malattia”, risponde Guida. E precisa: “Principalmente, si tratta di semplici esami del sangue e delle urine, come il dosaggio di creatinina, azoto ureico, acido urico, elettroliti (che sono sodio, potassio, calcio e fosforo) su sangue ed urine raccolte nelle 24 ore, l’urinocoltura. La presenza di proteinuria e/o ematuria nelle urine e livelli aumentati di creatinina sono un segno evidente di insufficienza renale”.

Tra gli esami strumentali di primo livello è utile eseguire l’ecografia dei reni e della vescica.  

Quali sono i trattamenti?

“Sono i trattamenti della patologia di base”, afferma il dottore. Se, ad esempio, il paziente ha la pressione alta, deve iniziare subito a seguire una dieta senza sale ed una terapia farmacologica dell’ipertensione, perché più si trascura il problema, più rapidamente si instaura il danno a livello dei reni; lo stesso vale in caso di Diabete mellito, infezioni sistemiche etc.

Invece, le terapie strettamente legate all’insufficienza renale soprattutto nelle sue fasi avanzate /terminali, sono farmaci per normalizzare i livelli di potassio, fosforo, calcemia, per mantenere un’ adeguato equilibrio acido-base, adeguati livelli di emoglobina etc.

A quali rischi si va incontro se l’insufficienza renale non viene curata tempestivamente?

L’insufficienza renale cronica è progressiva e ha cinque stadi di sviluppo: nel primo stadio,la vita del paziente è quasi del tutto normale, in quelli intermedi si manifestano i primi sintomi che richiedono una terapia d’appoggio (diete con bassi contenuti di proteine ecc.), mentre al quinto stadio il rene non è più in grado di svolgere in modo adeguato le proprie funzioni (funzionalità ridotta a  meno del 15%) e quindi si prepara il paziente all’inizio del trattamento sostitutivo di dialisi, spiega il nefrologo.

È proprio nelle fasi intermedie che l’ambulatorio di Nefologia assume grande importanza non solo per il servizio di sorveglianza e controllo della patologia renale, ma perché si fa carico anche degli altri problemi collegati (diabete, ipertensione, infezioni, etc.), senza però invadere il campo altrui, ma collaborando con gli altri specialisti di volta in volta coinvolti.

“L’obiettivo dell’ambulatorio nefrologico, oltre quello di curare i pazienti che hanno già l’insufficienza renale, è anche di fare prevenzione, di riuscire a intervenire precocemente per evitare conseguenze negative per la salute del paziente”, conclude il dottor Guida.

Quando si rende necessario il trapianto di rene

Abitualmente si prospetta il trapianto di rene quando il paziente è gia in trattamento dialitico cronico, ed il centro che ha la responsabilità del paziente esegue tutti gli accertamenti necessari per l’immissione del Paziente in lista di attesa di trapianto da cadavere. In questi ultimi anni, è inoltre aumentato il numero di trapianti da donatori viventi, (genitori versus figli, fratelli e sorelle, etc) in base ai criteri di compatibilità dei donatori e riceventi in genere  appartenenti all’ambito familiare, ed in alcuni casi, anche in pazienti con grave insufficienza renale terminale, non ancora sottoposti a trattamento dialitico

L’attività di trapianto di rene in molte regioni quali piemonte, lombardia, veneto, toscana, emilia romagna ha comunque raggiunto livelli di eccellenza sia come numero di interventi che come risultati.

 

I numeri di Humanitas
  • 12.000.000 Visite
  • 1.000.000 pazienti
  • 7.300 professionisti
  • 190.000 ricoveri
  • 12.000 medici