Durante i mesi estivi le alte temperature, i cambiamenti delle abitudini alimentari, viaggi, disidratazione e sbalzi termici tra ambienti climatizzati e calura esterna possono alterare l’equilibrio intestinale. È un periodo in cui facilmente si presentano disturbi come gonfiore, diarrea, stitichezza o difficoltà digestive, in parte per le condizioni climatiche, in parte per uno stile di vita che, in vacanza, diventa spesso più disordinato.
Il caldo inoltre tende a rallentare i processi digestivi e spesso si accompagna a una minore idratazione, a pasti consumati più velocemente, a cibi meno equilibrati.
In molti casi si assiste a un peggioramento di disturbi già presenti, come il colon irritabile o il reflusso gastroesofageo. Al tempo stesso, i cambiamenti dell’ambiente e della routine quotidiana possono alterare il ritmo intestinale, provocando episodi di stitichezza o, all’opposto, episodi diarroici.
Ne parliamo con il dottor Massimo Primignani, gastroenterologo presso i Centri medici Humanitas Medical Care.
Estate: i disturbi più comuni
Tra i disturbi più frequenti vi è il gonfiore addominale, spesso legato a una maggiore fermentazione intestinale o al consumo di cibi che favoriscono la produzione di gas. La sensazione è quella di avere l’addome teso e gonfio, soprattutto dopo i pasti.
La stitichezza è un altro problema tipico dei periodi di vacanza, quando l’alimentazione diventa più povera di fibre e ricca invece di cibi elaborati, come panini, fritture o piatti unici a base di farine raffinate.
Non è raro, inoltre, che si presenti la diarrea, favorita da sbalzi termici, bevande ghiacciate o alimenti mal conservati. Alcuni episodi sono legati alla cosiddetta “diarrea del viaggiatore”, in particolare quando si soggiorna in paesi dove l’igiene o la qualità dell’acqua non sono garantite.
Un altro disturbo molto comune è la cattiva digestione, spesso correlata a pasti eccessivi o troppo rapidi, oppure a una dieta ricca di grassi e alcolici.
In persone predisposte, il caldo può aggravare anche il reflusso gastroesofageo, rendendo più frequenti i bruciori e il rigurgito acido, soprattutto dopo i pasti serali.
Quali alimenti è meglio evitare?
Durante l’estate è importante ridurre l’assunzione di cibi molto grassi, elaborati o fritti, che tendono ad appesantire la digestione e a provocare una maggiore secrezione acida.
Alimenti ricchi di zuccheri raffinati, bibite gassate, alcolici e caffè possono peggiorare disturbi come il gonfiore, la dispepsia o il reflusso. È importante anche prestare attenzione ai cibi che fermentano facilmente, come i legumi mal cotti o alcuni formaggi stagionati.
In presenza di intestino irritabile, le bevande ghiacciate, il latte e i suoi derivati, così come i pasti molto abbondanti, possono scatenare episodi di diarrea o spasmi intestinali. Particolare cautela va riservata alla conservazione degli alimenti: con il caldo, il rischio di contaminazione microbica aumenta, rendendo più frequente la comparsa di gastroenteriti, soprattutto nei bambini o nei più fragili.
I consigli per mantenere l’intestino in salute
La prima indicazione è osservare con attenzione il proprio ritmo intestinale: anche se in vacanza si tende a trascurare la regolarità, è importante ascoltare i segnali del corpo e non ignorare eventuali variazioni.
Uno degli aspetti più importanti per tutelare l’equilibrio intestinale in estate è garantire un’adeguata idratazione, che favorisce la regolarità intestinale, sostiene la digestione e aiuta a prevenire episodi di stitichezza, molto comuni nei mesi più caldi.
L’apporto di fibre deve essere costante ma calibrato: frutta fresca, verdura cruda o cotta, cereali integrali e legumi aiutano il transito intestinale e nutrono la flora batterica. Se però non si è sufficientemente idratati, le fibre possono provocare un effetto contrario, causando gonfiore o rallentamenti.
Anche l’attività fisica, certamente più faticosa con il caldo, resta un alleato prezioso per stimolare la motilità intestinale.
La qualità e la sicurezza del cibo sono essenziali: durante i viaggi all’estero, è preferibile consumare solo cibi ben cotti e bere acqua confezionata.
In casi selezionati e su indicazione medica, può essere utile un’integrazione mirata di probiotici, soprattutto in caso di viaggi o cambiamenti della dieta, per sostenere il microbiota e rafforzare le difese intestinali.
Infine, è importante non sottovalutare eventuali segnali di allarme: la comparsa di sangue nelle feci o un cambiamento persistente delle abitudini intestinali richiede sempre un approfondimento medico.