Intestino, le malattie IBD

La sigla IBD significa malattia infiammatoria idiopatica intestinale e si riferisce a due malattie, la colite Ulcerosa e il Morbo di Crohn. Ogni anno 9 italiani su 100.000 vengono colpiti da queste patologie: i dietisti di Humanitas Gavazzeni ci spiegano che tipo di alimentazione seguire se si soffre di queste malattie.

La colite ulcerosa

La colite ulcerosa si presenta con feci diarroiche e/o muco e sangue. Il grado di severità di questa malattia, che colpisce frequentemente i giovani tra i 15 anni e 30 anni, dipende dal numero di scariche. Se sono 7-8 e sono accompagnate da tachicardia e febbre, e se gli esami del sangue sono alterati, la forma è severa.

In questo caso va trattata d’urgenza in ospedale, mentre le forme lievi e moderate hanno prognosi favorevole e vengono gestite in ambulatorio.

La diagnosi tradizionale si basa sull’endoscopia con prelievi bioptici e sul prelievo di materiale fecale per gli esami parassitologici e colturali.

La malattia di Crohn

La malattia di Crohn colpisce prevalentemente gli adulti giovani e in particolare donne, più negli USA e in Europa settentrionale che nelle zone mediterranee. Le cause sono ancora sconosciute: si pensa a fattori genetici, infettivi, immunologici, dietetici e psicosomatici, e in particolare all’utilizzo degli additivi alimentari, all’aumento del consumo di zuccheri raffinati e alla diminuzione della fibra grezza.

Il processo infiammatorio cronico può interessare qualsiasi tratto del canale alimentare, ma il quadro clinico varia notevolmente in base alla localizzazione e all’estensione della malattia. La forma più comune è quella ileocolica, che si presenta con diarrea, a volte sangue e febbre. Il quadro clinico può variare da una forma gravissima e fulminante, con febbre alta e continua, diarrea muco-sanguinolenta, dimagramento, anemizzazione, fino a forme più lievi in cui i sintomi non vengono riconosciuti per molti anni.

Una dieta comune

La dieta da seguire se si soffre di queste patologie tiene conto delle intolleranze alimentari e dei cibi che non impegnano eccessivamente i tratti intestinali infiammati. Nelle fasi acute è opportuno tenere a riposo l’intestino, ricorrendo alla Nutrizione Parenterale Totale, che in circa il 50-70% dei casi può portare alla remissione della sintomatologia acuta.

In ogni caso è indispensabile assicurare un adeguato rapporto calorico in funzione delle condizioni generali del malato, prediligendo pasti piccoli e frequenti.

Che cosa mangiare

È consigliabile mangiare paste di piccolo formato, riso, semolini, pane bianco tostato: sono vietati i cibi integrali. Per quanto riguarda i latticini, è bene scegliere formaggi teneri, freschi e non fermentati (come crescenza, mozzarella, quartirolo).

La carne deve essere magra e poco fibrosa, mentre le carni grasse, gli insaccati (tranne prosciutto crudo, cotto e bresaola) e la cacciagione sono da evitare. La verdura è severamente vietata e la frutta può essere usata solo sotto forma di spremute o succhi di frutta. Le verdure sono più digeribile se cotte e passate. Fra le verdure crude si possono mangiare pomodori senza semi e buccia, cuori di radicchio e insalata. Per quanto riguarda i dolci, si possono consumare marmellata e biscotti secchi ma sono vietati tutti gli altri tipi.

I numeri di Humanitas
  • 12.000.000 Visite
  • 1.000.000 pazienti
  • 7.300 professionisti
  • 190.000 ricoveri
  • 12.000 medici