Intolleranze alimentari, il breath test è l’esame con cui è possibile individuarle

Quella che una volta era chiamata “flora batterica” e oggi viene indicato come “microbiota”, altro non è che l’insieme dei tanti piccoli microorganismi che, all’interno del nostro intestino, svolgono preziosissime funzioni nutrizionali e metaboliche.

«Il microbiota è la popolazione di microbi che abita in “simbiosi” nel nostro corpo, cioè senza danneggiare struttura e tessuti del nostro organismo – spiega il dottor Nicola Gaffuri, responsabile di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva di Humanitas Gavazzeni, Humanitas Castelli e Humanitas Medical Care di Bergamo –. Il microbiota più noto è quello dell’intestino, dove sono presenti quasi 10mila miliardi di batteri che favoriscono la digestione degli alimenti e ci proteggono da numerose malattie. Un sistema perfetto che però a volte si può guastare, rendendo necessario un intervento medico volto a ripristinarne il corretto funzionamento».

Dottor Gaffuri, come avviene l’alterazione del microbiota intestinale e quali sono le sue conseguenze?

«I batteri intestinali hanno la funzione di proteggere l’intestino dai batteri cattivi attraverso la creazione di una barriera di muco. Quando, a causa di una cattiva o inadatta alimentazione, l’efficacia del microbiota “buono” diminuisce, gli altri batteri aggrediscono la mucosa intestinale facendola infiammare. Il risultato è una disfunzione a livello intestinale che viene chiamata disbiosi, che si evidenzia attraverso segnali facili da individuare, come una digestione difficoltosa e la presenza di gonfiore addominale».

La disbiosi può essere anche all’origine di intolleranze alimentari?

«Sì, in questo caso parliamo di “intolleranze alimentari indirette”, perché non dipendono dalla presenza di intolleranze ad alimenti specifici, ma da un’infiammazione dei villi intestinali che impedisce il corretto assorbimento delle sostanze ingerite. Per intervenire su queste intolleranze è necessario intervenire sulla loro causa, quindi sull’infiammazione che ne è alla base».

Quali sono le intolleranze alimentari più conosciute e diffuse?

«La principale è la celiachia, cioè l’intolleranza al glutine. È una malattia cronica che può essere diagnosticata con esami del sangue e, in alcuni casi, con una gastroscopia accompagnata dal prelievo di villi intestinali che vengono analizzati al fine di verificarne la struttura. L’unica cura efficace per la celiachia è quella che prevede l’eliminazione totale del glutine dalla dieta del paziente. Un’altra intolleranza molto diffusa è quella al lattosio, che può essere presente fin dalla nascita o può subentrare nel corso della vita, quando l’azione dell’enzima lattasi viene indebolita da un’infezione intestinale generata da un’alterazione del microbiota. In questo caso la cura è finalizzata al ripristino della flora batterica, condizione necessaria per ridonare “forza” alla lattasi».

Quali esami consentono di verificare l’esistenza di un’intolleranza alimentare?

«In presenza di segnali d’allarme che potrebbero essere collegati a disturbi gastrointestinali e quindi a possibili intolleranze alimentari – come flatulenza, meteorismo, bruciore di stomaco, diarrea e crampi addominali – gli esami da effettuare sono i cosiddetti breath test. Quello al glucosio, che permette di evidenziare la presenza di un’eventuale sovracrescita batterica nell’intestino tenue, quello al lattosio, con cui si verifica l’eventuale intolleranza a questo zucchero presente nel latte e nei suoi derivati, e quello al lattulosio – zucchero dall’alto potere lassativo – che consente di misurare il tempo di transito del cibo dalla bocca all’intestino cieco e l’eventuale eccesso di presenza batterica in questa parte dell’apparato digerente. Si tratta di esami semplici e non invasivi, che non sono pericolosi né comportano alcun dolore per chi vi si sottopone, molto importanti perché possono contribuire a migliorare la qualità della vita di chi soffre di problemi intestinali dovuti a intolleranze».

Specialista in Chirurgia dell'Apparato Digerente e in Endoscopia digestiva
Dott. Nicola Gaffuri
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